Di certo non stiamo attraversando un bel periodo, la crisi economica mondiale creata dalla smania di capitalismo sfrenato ed incontrollato dovuto anche alla finanza creativa basata sul nulla, sta provocando reazioni a catena. E non abbiamo, a livello mondiale, neanche la parvenza di un freno all'emergenza.
A livello locale, poi, tra corruzioni e mancanza di responsabilità, annaspiamo alla deriva. Fatto sta che abbiamo un governo tecnico nominato per arginare un'emergenza creata da un governo nominato dal popolo che ha dato prova di scandali quotidiani con esecrabili episodi di varia natura, a cominciare da quelli deontologici per finire a quelli morali.
E non che un governo di segno opposto avrebbe saputo far di meglio: in periodi non sospetti è riuscito a farsi sfiduciare per fatti meno gravi.
Ieri, 25 aprile, festa della liberazione, abbiamo dovuto sorbirci anche il solito predicozzo del presidente della Repubblica che invitava ad estirpare il marcio dai partiti (???) per non consegnare la nazione nelle mani del demagogo di turno....e questo sarebbe il discorso di un uomo di stato? Come si fa ad estirpare il marcio dai partiti se il marcio sono i partiti? E come può un uomo delle istituzioni esprimersi in modo così qualunquistico?
Ma sta di fatto che anche allargando lo sguardo all'orizzonte non si notano segnali di correttezza morale se un capo si stato si esprime, in vista delle elezioni presidenziali di un altro stato, a favore di un candidato anzicchè un altro.
Tornando alle questioni locali, è evidente che neanche il governo formato da professori è stato in grado di arginare lo spauracchio della crisi ancora incombente, perchè non basta fare manovre correttive basate sull'aumento delle tasse o sulla riduzione delle spese sociali, o sull'aumento dell'età pensionabile, o sulla licenziabilità dal lavoro per dare impulso alla crescita economica; queste manovre, al contrario,contribuiscono ad aggravare la situazione esistente.
Lo sa anche un bambino che senza soldini in tasca le caramelle non può comprarle.
Che ben vengano, allora, il populismo - tendenza a idealizzare il mondo popolare come detentore di valori positivi - e il qualunquismo - sfiducia nelle istituzioni, nei partiti, nei vari soggetti della politica, veduti come distanti, perniciosi o comunque di disturbo, di intralcio - che ben vengano i demagoghi - trascinatori di popolo - perchè di politica e politici, allo stato attuale, ne abbiamo fin troppo piene le tasche.
Le tasche le preferiamo piene di soldi da poter spendere in un mondo in cui vi è rispetto dell'uomo, della natura, dove ci si adopera per il sociale, si da importanza alla cultura, impulso all'arte, si protegge il patrimonio artistico e naturale del posto in cui si vive,
Perchè l'uomo, per esperienza tramandata e ricevuta, sa anche fare sacrifici, ma solo se ne trae un giovamento e solo se ha fiducia in chi lo governa.
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