Strano modo di fare televisione: neanche una foto delle ragazze protagoniste del caso Ruby. Ecco il grande inganno del programma di Canale 5 “Ruby ultimo atto. La guerra dei 20 anni” (guarda il trailer) che per la rete, peraltro, si è rivelato il più grande flop della stagione in prima serata, con meno di un milione e mezzo di telespettatori e il 5,88% di share. Uno speciale degno di entrare nei manuali di storia di giornalismo. Sarebbe bastata una scelta delle foto delle ragazze del bunga-bunga per far capire agli spettatori di che cosa si stesse parlando. Invece niente. Una poderosa, quanto faticosa macchina della disinformazione. Ad avere voce, presentati come attendibili, itestimoni utili alla difesa: quelli che dicono che ad Arcore si svolgevano “cene eleganti“. Ragazze tutte pagate da Silvio Berlusconi, da anni da lui mantenute e ancora oggi regolarmente stipendiate con 2.500 euro al mese, più auto e case. Oppure camerieri, pianisti, cantanti, che devono a Silvio tutto quello che hanno.
Dei racconti fatti nelle intercettazioni, nessun accenno (si possono però ascoltare qui nel montaggio di ilfattoquotidiano.it). Eppure erano cose pesanti, tipo: “Più troie siamo e più bene ci vorrà“. Tutte parlavano di soldi, vera ossessione delle serate di Arcore. Addirittura alcune raccontavano di aver fatto l’esame del sangue per sapere se avessero contratto l’Aids. Nessuna traccia neppure delle testimonianze delle ragazze che hanno rivelato che alle feste avvenivanospogliarelli, danze erotiche, toccamenti alle parte intime, simulazione di atti sessuali. Poi, le prescelte all’X Factor del bunga-bunga (qui il video della sala del bunga bunga nella villa di Berlusconi) potevano passare la notte con il presidente, ottenendo un compenso più alto. Niente di tutto ciò nel programma presentato da Andrea Pamparana, che un tempo faceva il giornalista. Voce all’avvocato Niccolò Ghedini. A Ruby. E a Berlusconi, naturalmente.
L’unica teste d’accusa a cui il programma ha dato voce: Ambra Battilana, la cui credibilità è subito smontata con la lettera che ha poi mandato a Berlusconi. E Ruby? Pagata con 57 mila euro “per avviare un centro estetico” (mai visto). Ragazza che ha “commosso tutti raccontando la sua storia”. Altro che sesso: non poteva spingere “ad altro che a commiserazione”. Ammette di essere bugiarda, ma il programma di Mediaset sa distillare le sue verità. Panzane sul numero dei processi di Berlusconi e sul numero di intercettazioni di questo processo. Ma nessuna voce a contraddire, a rettificare, a inserire un minimo di verità dei fatti in un programma di regime sovietico prima di Breznev.
Sul reato più grave di cui Berlusconi è accusato (la concussione), la trasmissione dà il meglio di sé. Afferma che nessuna pressione è stata fatta da Silvio, nella notte del 27 maggio 2010, per far uscire Ruby dalla questura di Milano, nel timore che potesse rivelare l’altro reato (la prostituzione minorile). Dà per certo che Berlusconi non sapesse la vera età della ragazza. Che la credesse davvero nipote di Mubarak. E che l’intervento di quella notte di frenetiche telefonate tra Parigi e Milano fosse solo di evitare un incidente diplomatico. Garantisce che Berlusconi parlò di Ruby direttamente a Mubarak, in un precedente incontro internazionale: circostanza smentita dai testimoni presenti, secondo cui il rais egiziano non capì neppure la battuta di Silvio su una ragazza egiziana di sua conoscenza.
La pm dei minori ha ribadito in aula che le sue disposizioni erano chiare: tenere la ragazza in questura finché non si fosse trovato un posto in comunità. Il programma se la cava sostenendo che i funzionari di polizia potevano decidere di loro iniziativa che cosa fare. E si guarda bene dal dire in che mani finì quella notte: a casa di una prostituta brasiliana, dopo essere stata affidata a Nicole Minetti, compagna di bunga-bunga, insignita per una notte dell’inesistente qualifica di “consigliera ministeriale”.
Gli ascolti – Un programma fatto di ricostruzioni che gli spettatori non hanno gradito. Infatti “Ruby ultimo atto. La guerra dei 20 anni” è stato il meno seguito tra le reti Rai e Mediaset, ad eccezione della puntata della seconda stagione di “Tierra de Lobos – L’amore e il coraggio” su Rete4, che ha registrato 1.331.000 telespettatori e uno share del 5,38%. Ma è stato battuto dalle due puntate di Un medico in famiglia 8 su Rai1 (rispettivamente 5.685.000 telespettatori, share 20,72% e 5.944.000, 24,92%), da Ncis (2.642.000, 9,74%) e Elementary (2.406.000, 8,85%) su Rai2. E ancora Report (2.730.000, 10,74%) e Le Iene Show su Italia1 (1.416.000, 5,16% nella presentazione e 2.591.000, 13,09% nel programma).
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