Mentre cresce il pericolo di un'esplosiva escalation del conflitto, l'amministrazione Obama si appresta a cambiare strategia nel Paese.
- La Russia avrebbe già spostato i suoi primi caccia da combattimento in una base in Siria, secondo quanto riferisce il Pentagono. Intanto, l'amministrazione Obama si appresta cambiare strategia nel Paese: secondo il Wall Street Journal, Casa Bianca e Pentagono starebbero progettando di creare piccole unità speciali siriane che avranno il compito principale di indicare agli Usa le aree in cui condurre i raid aerei contro l'Isis.
L'amministrazione Obama si appresta quindi a "rottamare" la sua strategia pro-ribelli, per gli osservatori vicina al collasso. Casa Bianca e Pentagono infatti starebbero riconsiderando quello che finora era stato l'obiettivo primario: creare attraverso l'addestramento dei ribelli moderati una forza militare su larga scala in grado di contrastare con efficacia l'Isis.
Intanto di fronte al pericolo di un'esplosiva escalation del conflitto in Siria, legata anche alla presenza militare russa nel Paese, Washington e Mosca hanno deciso di provare a collaborare, con l'obiettivo di risolvere una situazione che appare sempre più senza uscita.
Il segretario di Stato Usa, John Kerry, aveva rivelato in settimana l'esistenza di una proposta giunta da Mosca per l'avvio di colloqui a livello militare. Ora è arrivata la telefonata tra il numero uno del Pentagono, Ash Carter, e il suo omologo russo, Sergei Shoigu, che di fatto fa ripartire un dialogo che tra Stati Uniti e Russia mancava da tempo, soprattutto dopo il gelo calato tra i due Paesi a causa della crisi di Crimea e del conflitto nell'est dell'Ucraina.
L'obiettivo è quello di individuare strategie comuni sia per porre fine a una sanguinosissima guerra civile sia per combattere la minaccia dell'Isis in Siria. Il tutto cercando di superare le tante divergenze tra Casa Bianca e Cremlino, specialmente per quel che riguarda l'atteggiamento da tenere verso il regime di Assad e la possibile transizione politica a Damasco.
A dare un impulso a questo percorso di disgelo nei rapporti tra Stati Uniti e Russia potrebbe poi essere nei prossimi giorni un possibile faccia a faccia tra Barack Obama e Vladimir Putin a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Incontro che potrebbe avvenire il 28 settembre quando i due leader si ritroveranno entrambi al Palazzo di vetro dell'Onu.
Intanto di fronte al pericolo di un'esplosiva escalation del conflitto in Siria, legata anche alla presenza militare russa nel Paese, Washington e Mosca hanno deciso di provare a collaborare, con l'obiettivo di risolvere una situazione che appare sempre più senza uscita.
Il segretario di Stato Usa, John Kerry, aveva rivelato in settimana l'esistenza di una proposta giunta da Mosca per l'avvio di colloqui a livello militare. Ora è arrivata la telefonata tra il numero uno del Pentagono, Ash Carter, e il suo omologo russo, Sergei Shoigu, che di fatto fa ripartire un dialogo che tra Stati Uniti e Russia mancava da tempo, soprattutto dopo il gelo calato tra i due Paesi a causa della crisi di Crimea e del conflitto nell'est dell'Ucraina.
L'obiettivo è quello di individuare strategie comuni sia per porre fine a una sanguinosissima guerra civile sia per combattere la minaccia dell'Isis in Siria. Il tutto cercando di superare le tante divergenze tra Casa Bianca e Cremlino, specialmente per quel che riguarda l'atteggiamento da tenere verso il regime di Assad e la possibile transizione politica a Damasco.
A dare un impulso a questo percorso di disgelo nei rapporti tra Stati Uniti e Russia potrebbe poi essere nei prossimi giorni un possibile faccia a faccia tra Barack Obama e Vladimir Putin a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Incontro che potrebbe avvenire il 28 settembre quando i due leader si ritroveranno entrambi al Palazzo di vetro dell'Onu.
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