Camminando tra un quadro di Dalì e uno di Ligabue sorge spontaneo chiedersi in quale parete di casa Gioacchino Campolo, il cosiddetto re dei videopoker di Reggio Calabria, li tenesse appesi.
Tra i beni confiscati a Campolo, un patrimonio di oltre 300 milioni di euro tra immobili e slot machine, finito nel mirino della Dda per i suoi rapporti organici con la ‘ndrangheta, ci sono infatti anche delle opere d’arte restituite in questi giorni alla città calabrese.
Fanno parte oggi, infatti, di una grande mostra di 125 metri quadrati allestita nel neonato Palazzo della cultura intitolato a Pasquino Crupi, compianto intellettuale calabrese.
Ci sono quadri di Salvador Dalì, di Fontana, di Carrà, di Ligabue, di Sironi e De Chirico, una collezione scoperta nel 2010 tra gli immobili di Campolo. In cucina, nel corridoio, nella camera da letto, un patrimonio immenso composta da 125 tele che percorrono la storia dell’arte dal Seicento al Novecento.
Che fosse veramente un esperto d'arte è tutto da vedere, dimostrazione ne è il fatto che tra i quadri non mancano i falsi, in tutto 19 tra cui uno di De Chirico e un Picasso. Insomma la storia del truffatore che viene truffato.
Foto: greenMe.it
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