Nel 2015, rispetto al 2014, abbiamo pagato più tasse e imposte per 9,26 miliardi. Lo dice l'Istat: il prelievo fiscale, ovvero la somma di tasse e imposte, è aumentato dal 2014 al 2015, da 702,84 a 712,1 miliardi; "è la somma che fa il totale" diceva Totò.
Dovrebbe ricordarlo anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi quando ripete di aver abbassato le tasse e aggiunge: "l'ultimo governo tecnocratico che mi ricordo ha alzato le tasse e portato a -2,3% il Pil, era il governo di Mario Monti". Renzi dà un dato quasi esatto quando si riferisce al PIl del Governo Monti: nel 2012 crollò addirittura del 2,8%.
Al contrario Renzi dà un dato inesatto quando ripete di aver abbassato le tasse. Per fortuna in Italia esiste ancora l'Istat. Il 23 settembre 2016 l'Istat ha pubblicato il Report sui Conti Economici Nazionali.
Osserviamo tre dati: il Pil, la pressione fiscale e il prelievo fiscale. Il prelievo fiscale è l'ammontare in termini assoluti degli oneri dovuti e versati dai contribuenti allo Stato a titolo di imposta, tassa o contributo speciale. Concretamente il prelievo fiscale rappresenta quanto gli italiani hanno pagato allo stato in termini assoluti.
La pressione fiscale è il rapporto tra l'ammontare delle imposte (dirette, indirette e in conto capitale) e dei contributi sociali (effettivi e figurativi) e il Pil. Osserviamo cosa è successo negli ultimi cinque anni dal 2011 al 2015 ricordando una cosa. I dati di un anno sono la conseguenza del ciclo economico dell'anno stesso e della manovra effettuata dal governo nell'anno precedente. Così i dati del 2011 sono la conseguenza del ciclo economico del 2011 e della manovra del governo Berlusconi dell'anno 2010.
I dati del 2015 sono la conseguenza del ciclo economico dell'anno 2015 e della manovra del governo Renzi nel 2014. Vediamo dopo la manovra di Berlusconi nel 2010 cosa è successo nel 2011: il Pil è aumentato dello 0,6%, la pressione fiscale è al 41,6%, abbiamo pagato complessivamente 681,2 miliardi tra tasse, imposte e contributi speciali.
Vediamo, dopo la manovra del governo Monti nel 2011, cosa è successo nel 2012: il Pil è crollato del 2,8% (ancor di più di quanto ricorda Renzi), la pressione fiscale è salita di due punti percentuali al 43,6%, e addirittura abbiamo versato allo Stato 703,86 miliardi: il prelievo è aumentato di 22 miliardi (ricordate la stangata dell'Imu?).
Vediamo, dopo la manovra del governo Monti nel 2012, cosa è successo nel 2013: il Pil è crollato ancora del 1,7 %, la pressione fiscale è rimasta stabile al 43,6%, il prelievo fiscale è sceso di 3 miliardi a 700 miliardi.
Ma vediamo dopo la manovra del governo di Enrico Letta nel 2013 cosa succede nel 2014: il PIl cresce di uno 0,1 %, la pressione fiscale scende dello 0,2% al 43,4%, e il prelievo fiscale sale a 702,84 miliardi.
Ora attenzione, vediamo dopo la manovra del governo Renzi nel 2014, cosa succede nel 2015: il Pil aumenta dello 0,7%, la pressione fiscale rimane al 43,4%, e, il prelievo fiscale balza di 9 miliardi arrivando a 712,1 miliardi.
Quindi si possono dedurre interessanti conclusioni guardando i numeri:
- Ha ragione Renzi quando ricorda che il Pil è crollato nel 2012 sotto il governo di Mario Monti: meno 2,8%.
- La pressione fiscale del governo Renzi è uguale a quella del governo Letta che avrebbe dovuto stare sereno: sempre 43,4%.
- Il presidente Renzi ha torto quando dice di aver abbassato le tasse; in termini assoluti, nel 2015 rispetto al 2014, abbiamo pagato allo stato 9 miliardi di tributi in più: tale dato è particolarmente significativo in un momento in cui il Pil cresce degli zero virgola.
- Contrariamente a quanto la narrazione renziana dice, con Monti nel 2013 il prelievo fiscale è stato di 700 miliardi, con Renzi nel 2015 di 712 miliardi: quindi da Monti a Renzi 12 miliardi di tasse e imposte in più. Non è finita qui: il prelievo fiscale sale dai 681 miliardi di Berlusconi nel 2011 ai 712 miliardi di Renzi nel 2015: 31 miliardi di tasse e imposte in più. Ma perché accade questo?
Perché con la sottoscrizione del Fiscal Compact, del Six Pack e Two Pack nel 2011-2012, il bilancio dell'Italia ha il pilota automatico di Bruxelles: siamo costretti al consolidamento fiscale. Indipendentemente da chi è Premier.
E quindi Renzi è costretto a fare politiche uguali alle politiche dell'alfiere dell'austerità Monti. Questo è il mio intervento su la7 dove illustro questi semplici dati: come vedrete, un senatore della maggioranza di governo considera irrilevante l'aumento delle tasse che noi paghiamo.
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