A presentarla la no-profit Operation Usa. I fratelli, tra cui il cognato dell'ex premier Matteo Renzi, sono accusati dalla procura di aver usato per fini personali parte dei fondi versati dalle organizzazioni benefiche. L'indagine, dopo la modifica delle norme sull'appropriazione indebita, era ferma per l'assenza di formali denunce dalle parti lese.
L'inchiesta sugli oltre 6,6 milioni di dollari destinati all'assistenza di bambini africani ma che secondo le accuse sarebbero transitati sui conti privati di Alessandro Conticini, fratello maggiore di uno dei cognati dell'ex premier Matteo Renzi, non corre più il rischio di naufragare dopo la modifica della legge sulla procedibilità dell'appropriazione indebita introdotta dal governo Gentiloni. Negli scorsi giorni, infatti, è arrivata una prima querela, presentata della Operation Usa di Los Angeles, organizzazione no profit tramite cui opera la Fondazione Pulitzer, che permette così ai pm della procura di Firenze Luca Turco e Giuseppina Mione di andare avanti nelle indagini, almeno per il filone che riguarda i 5,5 milioni di dollari versati dalla Operation Usa tra il 2009 e il 2016 alla società Play Therapy Africa creata da Alessandro Conticini, ex funzionario Unicef di Addis Abeba. Altri 3,8 milioni di dollari sono stati versati invece dall'Unicef che, per il momento, ancora non ha risposto alla richiesta della procura fiorentina. Sul suo sito Unicef Italia, a ottobre, spiegò le somme erano "il corrispettivo di prestazioni nell'ambito di regolari contratti in diversi paesi del mondo". Secondo la procura però una parte di essa è passata sui conti personali di Alessandro Conticini e del fratello Luca ed è stato usato per investimenti immobiliari. L'avvocato Federico Bagattini, che difende i tre fratelli, respinge in pieno le accuse. E spiega: "Abbiamo chiesto di essere interrogati da mesi, ma quando ci hanno mandato l'avviso i fatti contestati erano diversi da quelli richiesti per l'interrogatorio". E sull'arrivo della prima querela dice: "Meglio così, ci piace vincere nel merito".
L'inchiesta per appropriazione indebita e riciclaggio vede coinvolti i tre fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini, marito della sorella di Renzi, ed era ferma e destinata all'archiviazione se nessuna delle parti offese avesse presentato querela. Nello scorso aprile, infatti, una norma del governo Gentiloni aveva cambiato la legge sull'appropriazione indebita trasformandola in un reato procedibile solo su querela di parte. I magistrati furono così costretti a stoppare le indagini, e a inviare tramite rogatorie internazionali, una richiesta agli enti no profit che sarebbero stati danneggiati, per chiedere se fosse loro intenzione querelare.
A distanza di mesi - il termine di 90 giorni ancora non è scaduto - la prima a rispondere è stata la Operation Usa. A dare nuova linfa all'indagine, inoltre, potrebbe essere anche la modifica della procedibilità per l'appropriazione indebita introdotta dalla legge anticorruzione promulgata il 10 gennaio scorso. La norma prevede che per i casi di appropriazione indebita aggravata sia introdotta di nuovo la procedibilità d'ufficio. La procura sta studiando le nuove norme e aspetta la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale per capire cosa è cambiato.
Secondo la procura di Firenze, che ha affidato le indagini alla guardia di finanza, la cifra versata dalle diverse organizzazioni benefiche alla società dei Conticini è stata di 10 milioni di dollari. Ma per i pm oltre 6,6 milioni di dollari sarebbero stati utilizzati in gran parte dai Conticini per investimenti immobiliari e per l'acquisto di quote di alcune società della famiglia Renzi o di persone a essa vicine. Un'accusa gravissima. La procura ritiene che una parte del denaro sia inquadrabile quale compenso di Alessandro Conticini, di sua moglie e dei loro collaboratori, ma non nelle proporzioni rilevate nei passaggi dai conti della società in quelli personali di Conticini. Non 6,6 milioni su 10.
L'inchiesta della procura di Firenze nasce da alcune segnalazioni bancarie. Sui conti correnti personali di Alessandro Conticini presso la Cassa di Risparmio di Rimini, agenzia di Castenaso (città di origine dei tre fratelli), sono transitati – secondo le accuse - quasi 6,6 milioni di dollari provenienti dalle donazioni, in parte utilizzati nel 2015 per la sottoscrizione di un prestito obbligazionario di 798 mila euro emesso da una società dell'isola di Guernsey, e in parte destinati fra il 2015 e il 2017 a un investimento immobiliare in Portogallo per un importo di 1 milione e 965 mila euro.
https://firenze.repubblica.it/cronaca/2019/01/16/news/firenze_prima_querela_dagli_usa_l_inchiesta_sui_6_6_milioni_per_l_africa_puo_ripartire-216722703/?fbclid=IwAR2iyWba0Od0ElaT_e2dlzl8RaqqC2xYq1yXV7lexg-KEQkY6TAZm63zYwo
Veltroni avrebbe potuto presentare querela in virtù del suo stato di consigliere del direttivo, ma, partendo dal principio che una mano lava l'altra, non ha voluto creare problemi al collega di partito.
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