Crocieristi - I dem sulla nave Ong dimenticano i campi libici e le politiche dei loro governi.
Il caldo gioca brutti scherzi: da due giorni ci sembra di vedere alcuni parlamentari del Pd a bordo della Sea Watch 3. Il miraggio è allucinante: Delrio in mocassino Capalbio-moda mare senza calzini sistema un materasso di fortuna sul ponte di prua mentre Orfini aggiorna il diario di bordo su Twitter e Davide Faraone si spara una ridda di selfie – con Delrio, con Giuditta Pini, con Riccardo Magi, con la capitana Rackete – rendendoli virali con gli hashtag di tendenza.
Orfini, nella sua fantozzianamente tragica mancanza di physique du rôle (pelle bianco-latte, asciugamano sulla spalla e cuffia in testa), ha un principio di ustione sul naso ma obbedisce a un dovere più grande della legge: “26 giugno, ore 22:31: Sono arrivato a Lampedusa. Quella luce gialla che vedete in foto è la #SeaWatch”. “27 giugno, ore 16:04: Siamo su un gommone.
Proviamo ad avvicinarci alla #SeaWatch”. “Ore 16:22: Siamo sulla #SeaWatch”, eccetera.
Chiamatelo Ismaele. Alle 19:28 la foto di uno splendido tramonto che potrebbe essere pure di Camogli o Ibiza accompagna le lancinanti parole di condanna: “I migranti sono in condizioni di sofferenza psicologica indescrivibile. Crudeltà, non c’ è altro modo per definire il comportamento del governo”.
Dev’ essere sempre il caldo, perché la indubbia crudeltà del governo attuale consiste nel tenere sulle barche delle Ong persone che avrebbero potuto benissimo restarsene al fresco nei campi di prigionia libici dove il governo Gentiloni, grazie al ministro Minniti, aveva profumatamente pagato le milizie indigene per trattenerle con tutti i comfort.
I meravigliosi selfie sul mare obnubilano la memoria: nel giugno di due anni fa, era Minniti che minacciava di chiudere i porti (minaccia che Delrio si fece in quattro per smentire, attenuare, ritirare), cosa che Salvini ha potuto fare perché non ha l’ organo della moralità che invece i piddini ogni tanto si scoprono sviluppatissimo. E fu Renzi – che oggi, mentre i suoi si imbarcano per l’ operazione Lampedusa, posta foto delle Dolomiti dall’ aereo che lo scarrozza per il mondo a impollinare gli altri Paesi del suo formidabile know how – a dire: “Si è fatto bene a bloccare gli sbarchi. C’ è un limite massimo di persone che puoi accogliere.
Aiutiamoli davvero a casa loro” (Festa dell’ Unità, Bologna, 1/9/17) e a vergare sull’ indimenticabile Avanti: “Vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico”.
Ecco allora la delegazione marinara del Pd che solca le acque territoriali per raggiungere la nave con sopra i migranti, ai quali mancava solo questa, di disgrazia. Ma lasciando stare Orfini e Faraone, che di Renzi sono stati la proiezione ortogonale e prona, come può Delrio, persona seria, non notare lo stridore tra l’ aver sostenuto acriticamente quelle politiche ieri e il portare oggi soccorso a persone che hanno subito fame e violenze nei centri di detenzione libici, prevedibile eterogenesi dei fini del memorandum d’ intesa del 2017 tra Minniti e al-Sarraj?
Speriamo almeno si mangi bene, a bordo: non vorremmo che i delicati stomacucci dei digiunatori a staffetta ne avessero a soffrire. Vabbè che Orfini ormai è praticamente un lupo di mare, dopo esser salito a gennaio sulla Sea Watch al largo di Siracusa, dato l’ inspiegabile insuccesso della protesta del Pd intitolata “Non siamo pesci”.
Stavolta non c’ è con loro la Prestigiacomo, ministra di B. e memento vivente della Bossi-Fini e del decreto Maroni che creò il reato di favoreggiamento all’ immigrazione clandestina tuttora vigente, chissà per colpa di chi. Quale cultura di umanità e accoglienza possono vantare, oggi, i nostri statisti alla marinara? È come se Schettino facesse il testimonial della Costa Crociere.
SEA WATCH, DITO PUNTATO CONTRO DELRIO E PD: “VERGOGNATEVI”, NELLA NOTTE L’AFFRONTO ALL’ITALIA
(liberoquotidiano.it) – “Fossi in loro mi vergognerei”. Matteo Salvini ne ha anche per Graziano Delrio, Matteo Orfini e Davide Faraone, i tre parlamentari del Pd saliti a bordo della Sea Watch che hanno contribuito ad alimentare la “guerra politica” tra la ong tedesca e il governo italiano sulla pelle di 40 migranti tenuti sulla nave per oltre due settimane con un solo obiettivo, farli sbarcare in Italia e in nessun altro porto.
“Si sarebbe potuto intervenire prima”, hanno spiegato i dem scesi nella notte a Lampedusa, insieme ai migranti, dopo il blitz della capitana Carola Rackete. “Erano a bordo di una nave privata straniera che ha infranto tutte le leggi italiane – ha ricordato a Delrio e compagni il ministro dell’Interno, intervistato dal Gr1 Rai -. Tra l’altro stanotte la capitana ha anche messo a rischio la vita degli agenti delle forze dell’ordine”. Il riferimento è allo speronamento di una motovedetta della Guardia di Finanza che tentava di impedire l’attracco della Sea Watch al molo.
“Solidarietà alle donne e agli uomini delle Forze dell’Ordine e della Guardia di Finanza in particolare – ha poi commentato in una nota lo stesso Salvini -, visto che poche ore fa hanno rischiato la vita per la scelta criminale della SeaWatch. Da giorni stanno difendendo la legalità e i confini italiani, costretti agli straordinari da una nave pirata e da alcuni parlamentari di sinistra (tra cui un ex ministro) che anziché stare con le Forze dell’Ordine e con l’Italia hanno scelto di schierarsi con una ong tedesca che ha schiacciato una motovedetta delle Fiamme Gialle. I nostri finanzieri erano in grave difficoltà ma i parlamentari di sinistra applaudivano la capitana della Sea Watch”.
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