Venerdì, a Otto e mezzo, Carofiglio ha ribadito il concetto antico (tra gli ex renziani) secondo cui Renzi “ha un gran talento, ma non sa gestirlo”. La solita analisi autoassolutoria. Renzi è sempre stato così, e in tutta onestà bastava guardarlo: un concentrato politicamente improponibile di provincialismo, faciloneria, insipienza, mestizia caricaturale, berlusconismo e bulimica tendenza alla bugia. Dire che Renzi “ha tanto talento” è come dire che Duarte piscia in testa a Nesta e Baresi. Avete preso una cantonata allucinante: ammettetelo e stop. Chi lo ha appoggiato per anni, peggio ancora se intellettuale, dovrebbe ammettere un errore così marchiano, che ha permesso a un tipo simile di devastare il centrosinistra. Nulla è stato politicamente peggiore di Renzi da Berlusconi in poi: gli anni renziani sono stati indecenti, e se il 4 dicembre 2016 avesse vinto il “sì”, avremmo vissuto anni tremendi. (Intendo più di questi).
Ora Renzi fa il “fenomeno” (cit. Conte) e cannoneggia il Mazinga. Era ovvio che lo facesse, da dentro o fuori il Pd nulla cambia. Ha creato il tremebondo ossimoro Italia Viva unicamente per farsi intervistare come leader di qualcosa. Anche solo di una conventicola accreditata se va bene (?) del 4%. La Diversamente Lince di Rignano è il più grande rischio del Mazinga: ha contribuito a farlo nascere e, se non lo farà (per ora) cadere, sarà solo per paura delle elezioni: non si vota neanche da solo ed è giustamente il “leader” più odiato dagli italiani. Quindi (per ora) aspetta, ma nel frattempo straparla, con quella mimica da Panariello minore comicamente convinto d’essere figo. In questi giorni prima si è accreditato il merito di non avere aumentato l’IVA (che nessuno voleva aumentare) e poi se l’è presa coi pochi soldi destinati alla riduzione del cuneo fiscale (che sono pochi perché Italia Viva e M5S si sono rifiutati di alzare dell’1% l’aliquota per chi usa contante e non moneta elettronica). Renzi è cioè riuscito a dire in due giorni due cose diametralmente opposte: come sempre. Nel frattempo il caso Consip va avanti, come aveva sempre vaticinato il Fatto, ma pochi ne parlano perché Il Cazzaro Rosè resta ancora amato (solo) da non pochi giornaloni e tivù, sempre più fuori dal mondo e dalla realtà.
Si potrebbe andare avanti a lungo, ma la sostanza è più o meno questa.
1) Renzi e Salvini sono le due facce della stessa medaglia. 2) Renzi è la più grande iattura politica abbattutasi sulla sinistra italiana (con cui ovviamente nulla c’entra).
3) La sbornia e la deferenza avuta da troppi italiani (anche “famosi”) per questo gazzilloro irricevibile resteranno nei secoli un’onta nazionale.
4) Infine. Per dirla ironicamente - e si perdoni il francesismo - con una massima dell’amatissimo Monni, lui sì toscano vero e brutale come solo i migliori toscani sanno essere: “tu sei come la fava, sempre in mezzo ai coglioni”. Amen.
Ora Renzi fa il “fenomeno” (cit. Conte) e cannoneggia il Mazinga. Era ovvio che lo facesse, da dentro o fuori il Pd nulla cambia. Ha creato il tremebondo ossimoro Italia Viva unicamente per farsi intervistare come leader di qualcosa. Anche solo di una conventicola accreditata se va bene (?) del 4%. La Diversamente Lince di Rignano è il più grande rischio del Mazinga: ha contribuito a farlo nascere e, se non lo farà (per ora) cadere, sarà solo per paura delle elezioni: non si vota neanche da solo ed è giustamente il “leader” più odiato dagli italiani. Quindi (per ora) aspetta, ma nel frattempo straparla, con quella mimica da Panariello minore comicamente convinto d’essere figo. In questi giorni prima si è accreditato il merito di non avere aumentato l’IVA (che nessuno voleva aumentare) e poi se l’è presa coi pochi soldi destinati alla riduzione del cuneo fiscale (che sono pochi perché Italia Viva e M5S si sono rifiutati di alzare dell’1% l’aliquota per chi usa contante e non moneta elettronica). Renzi è cioè riuscito a dire in due giorni due cose diametralmente opposte: come sempre. Nel frattempo il caso Consip va avanti, come aveva sempre vaticinato il Fatto, ma pochi ne parlano perché Il Cazzaro Rosè resta ancora amato (solo) da non pochi giornaloni e tivù, sempre più fuori dal mondo e dalla realtà.
Si potrebbe andare avanti a lungo, ma la sostanza è più o meno questa.
1) Renzi e Salvini sono le due facce della stessa medaglia. 2) Renzi è la più grande iattura politica abbattutasi sulla sinistra italiana (con cui ovviamente nulla c’entra).
3) La sbornia e la deferenza avuta da troppi italiani (anche “famosi”) per questo gazzilloro irricevibile resteranno nei secoli un’onta nazionale.
4) Infine. Per dirla ironicamente - e si perdoni il francesismo - con una massima dell’amatissimo Monni, lui sì toscano vero e brutale come solo i migliori toscani sanno essere: “tu sei come la fava, sempre in mezzo ai coglioni”. Amen.
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