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giovedì 24 settembre 2020

Salvini & C.: che valle di lacrime. - Antonio Padellaro

 



“Non rimpiango nulla, rifarei tutto”, dice Matteo Salvini, e come Edith Piaf di "non, je ne regrette rien", gli scappa da piangere. A chi gli chiede se non si sia per caso slogato una spalla, a furia di spallate al governo andate a vuoto (muy dolorosa quella toscana) ritrova l’abituale ghigno di traverso ed enumera i tot consiglieri in più conquistati a vattelapesca, come un dc di una sottocorrente dorotea. Stacco.

Ecco Nicola Zingaretti, che celebra l’aver miracolosamente salvato la pelle annunciando non uno, non due bensì tre “cantieri” in confezione premio. Evocando così qualcosa che si apre ma non si chiude mai, tipo la metro capitolina. Stacco. Intercettata casualmente nella canicola di piazza Montecitorio l’onorevole Laura Ravetto coglie l’occasione per dolersi con chi, nel favoloso partito di Forza Italia, organizza “camini e caminetti, tavoli e tavolini” (e ci siamo capiti), e mai e poi mai che le facessero uno straccio di invito. Stacco. Su Skype il sottosegretario 5stelle Fraccaro compare così misurato, compito, disponibile, affabile, gentile che non si ha il cuore di chiedergli della “peggiore sconfitta nella storia dei 5stelle” (Di Battista). Del resto, transitando casualmente in piazza Montecitorio, l’onorevole Gennaro Migliore di Italia Viva esprime una tale soddisfazione per il “sette per cento conquistato in Campania”, che sarebbe una cattiveria interrompere un’emozione. Stacco. Attenzione attenzione, il presidente Conte comunica che i decreti Sicurezza andranno in Consiglio dei ministri, per poi affrontare l’iter parlamentare (ed essere approvati, se tutto va bene nell’anno del mai). E ora un’occhiata ai giornali. “Il declino dei populisti. Vincono il referendum ma perdono il paese (Domani). “Zingaretti e Di Maio vice il nuovo incubo di Conte”. Sì, non si finisce mai di soffrire in questa valle di lacrime. È tutto per oggi. Abbiamo trasmesso il documentario: “Niente di nuovo sul fronte elettorale”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/23/salvini-c-che-valle-di-lacrime/5940732/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-09-23

martedì 26 novembre 2019

Il re è nudo..

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Mi sorge il dubbio che Salvini blateri continuamente contro l'immigrazione, ma non faccia nulla per eliminarla. Come si suol dire, dà un colpo alla botte ed uno al timpagno. Dice di non volere gli immigranti, ma quando poteva farlo non li ha rimpatriati. Così mantiene per sè due tipi di elettorato: quello che li rimanderebbe indietro e quello imprenditoriale che, invece, li vuole accogliere per abbassare il costo del lavoro.
Il suo unico scopo è mantenere il posto di prestigio acquisito per grazia ricevuta - infatti bacia i rosari e si munisce di santini - e comandare senza avere l'assillo di cercarsi un lavoro.
E' un falso assoluto, come il suo simile in salsa rosa.
La tragedia sta nel fatto che sono in tanti quelli che lo ammirano e lo seguono... Terribile!
Lui è solo un tipo da mojito sulle spiagge.
Non ha soluzioni o programmi per governare; lui segue l'andamento, l'onda, si lascia condurre per mano cercando di accontentare questo e quello senza alcuna distinzione, non analizza, lui non pensa, c'è chi lo fa per lui.
C'è chi raccoglie fondi per la sua costosissima campagna elettorale, chi studia e suggerisce atteggiamenti o concetti o parole da divulgare, chi si presta per accrescere la sua inesistente personalità di macho irresistibile fingendosi sue fidanzatine per brevissimi periodi, e via discorrendo.
Lui deve solo fare atto di presenza, peraltro neanche gradevole a guardarlo, il resto viene da sè ed a pagare le sue menate e boiate tenendo conto dell'enorme esercito al suo seguito, siamo tutti noi!

Cetta.

lunedì 7 ottobre 2019

RENZI, CAROFIGLIO, MAZINGA E IL MONNI. - Andrea Scanzi

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Venerdì, a Otto e mezzo, Carofiglio ha ribadito il concetto antico (tra gli ex renziani) secondo cui Renzi “ha un gran talento, ma non sa gestirlo”. La solita analisi autoassolutoria. Renzi è sempre stato così, e in tutta onestà bastava guardarlo: un concentrato politicamente improponibile di provincialismo, faciloneria, insipienza, mestizia caricaturale, berlusconismo e bulimica tendenza alla bugia. Dire che Renzi “ha tanto talento” è come dire che Duarte piscia in testa a Nesta e Baresi. Avete preso una cantonata allucinante: ammettetelo e stop. Chi lo ha appoggiato per anni, peggio ancora se intellettuale, dovrebbe ammettere un errore così marchiano, che ha permesso a un tipo simile di devastare il centrosinistra. Nulla è stato politicamente peggiore di Renzi da Berlusconi in poi: gli anni renziani sono stati indecenti, e se il 4 dicembre 2016 avesse vinto il “sì”, avremmo vissuto anni tremendi. (Intendo più di questi).

Ora Renzi fa il “fenomeno” (cit. Conte) e cannoneggia il Mazinga. Era ovvio che lo facesse, da dentro o fuori il Pd nulla cambia. Ha creato il tremebondo ossimoro Italia Viva unicamente per farsi intervistare come leader di qualcosa. Anche solo di una conventicola accreditata se va bene (?) del 4%. La Diversamente Lince di Rignano è il più grande rischio del Mazinga: ha contribuito a farlo nascere e, se non lo farà (per ora) cadere, sarà solo per paura delle elezioni: non si vota neanche da solo ed è giustamente il “leader” più odiato dagli italiani. Quindi (per ora) aspetta, ma nel frattempo straparla, con quella mimica da Panariello minore comicamente convinto d’essere figo. In questi giorni prima si è accreditato il merito di non avere aumentato l’IVA (che nessuno voleva aumentare) e poi se l’è presa coi pochi soldi destinati alla riduzione del cuneo fiscale (che sono pochi perché Italia Viva e M5S si sono rifiutati di alzare dell’1% l’aliquota per chi usa contante e non moneta elettronica). Renzi è cioè riuscito a dire in due giorni due cose diametralmente opposte: come sempre. Nel frattempo il caso Consip va avanti, come aveva sempre vaticinato il Fatto, ma pochi ne parlano perché Il Cazzaro Rosè resta ancora amato (solo) da non pochi giornaloni e tivù, sempre più fuori dal mondo e dalla realtà.
Si potrebbe andare avanti a lungo, ma la sostanza è più o meno questa. 
1) Renzi e Salvini sono le due facce della stessa medaglia. 2) Renzi è la più grande iattura politica abbattutasi sulla sinistra italiana (con cui ovviamente nulla c’entra). 
3) La sbornia e la deferenza avuta da troppi italiani (anche “famosi”) per questo gazzilloro irricevibile resteranno nei secoli un’onta nazionale. 
4) Infine. Per dirla ironicamente - e si perdoni il francesismo - con una massima dell’amatissimo Monni, lui sì toscano vero e brutale come solo i migliori toscani sanno essere: “tu sei come la fava, sempre in mezzo ai coglioni”. Amen.