Un giornalista infiltrato si è finto imprenditore e ha parlato con l’eurodeputato Carlo Fidanza, uno dei principali dirigenti del partito: emergono presunti finanziamenti in nero della campagna elettorale e le pressioni dei gruppi di estrema destra. I pm valuteranno anche altri reati, riguardo alle frasi su Hitler e la "rete di ex militari". La leader di Fratelli d'Italia prova a difendere il partito, Salvini non commenta. Il segretario del Pd Letta attacca: "Una cosa orribile, non basta l'autosospensione". M5s: "Degenerazione della politica, Meloni pretenda le dimissioni". Invece la candidata Valcepina diffida Fanpage e La7.
“Sono pronta a prendere tutte le decisioni necessarie quando ravviso delle responsabilità reali, ma per avere contezza di queste chiedo di avere l’intero girato di 100 ore. Poi farò sapere cosa ne penso”. Giorgia Meloni prende tempo: non può difendere direttamente l’eurodeputato Carlo Fidanza, al centro dell’inchiesta di Fanpage sulla campagna elettorale di Fratelli d’Italia a Milano, tra presunti finanziamenti in nero e le pressioni dei gruppi di estrema destra. Ma al tempo stesso la leader di Fratelli d’Italia prova a difendere il partito e a non affossare uno dei suoi dirigenti più influenti. Difesa d’ufficio e conseguenti prese di distanza: “Non c’è alcun spazio per atteggiamenti ambigui sull’antisemitismo e sul razzismo, per il paranazismo da operetta o per rapporti con ambienti dai quali siamo distanti anni luce, né per atteggiamenti opachi sul piano dell’onestà“, dice la Meloni. Le immagini di Fanpage, tuttavia, raccontano una storia diversa. Molto diversa. E la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta con le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio proprio per far luce sulla vicenda. Nel frattempo Fidanza si è autosospeso dal partito – mentre la candidata Chiara Valcepina ha diffidato Fanpage e La7 – ma per i rivali politici non basta. Il segretario del Pd Enrico Letta chiede le dimissioni per una vicenda “orribile”, anche per il Movimento 5 stelle sarebbero un atto di “dignità” di fronte a “una vecchia degenerazione della politica”.
FIDANZA SI AUTOSOSPENDE – Carlo Fidanza, all’interno di Fratelli d’Italia, è uno dei dirigenti più importanti. In mattinata, mentre la leader Meloni parla a margine di una iniziativa elettorale a sostegno del candidato Michetti a Roma, lo stesso Fidanza firma una nota stampa che rappresenta la prima, vera conseguenza dell’inchiesta giornalistica che lo vede protagonista in negativo: si autosospende, ma al tempo stesso nega ogni accusa, prendendo le distanze dalle immagini che di fatto lo inchiodano. Le parole di Fidanza sono di circostanza: “Voglio ribadire ai miei amici, ai miei elettori e a quelli di tutto il mio partito che non ho mai ricevuto finanziamenti irregolari”. E ancora: “Non c’è e non c’è mai stato in me alcun atteggiamento estremista, razzista o antisemita. Semmai, nelle immagini pubblicate, ironicamente contestavo proprio le inaccettabili affermazioni a suo dire goliardiche di Roberto Jonghi Lavarini, che non hanno né possono avere alcuna cittadinanza in Fratelli d’Italia, partito in cui peraltro lo stesso non è iscritto né ricopre alcun ruolo”. Lo stesso ‘Barone Nero’, così è soprannominato Jonghi Lavarini, parla poi di “tanto rumore per nulla, tanto fumo e niente arrosto. Solo battute, millanterie e goliardate da bar”.
Fidanza poi entra nel merito del video: “Ho avuto più volte occasione – precisa – di polemizzare con Paolo Berizzi per alcune sue campagne di stampa (da qui l’ironia mostrata nel video), ma naturalmente giudico inaccettabile che un giornalista debba vivere sotto scorta per le minacce ricevute e per questo, pur nella irrinunciabile diversità di opinioni politiche, gli esprimo la mia solidarietà sincera”. E ancora: “In ogni caso – conclude – nell’associarmi alla richiesta del mio partito di ottenere i filmati integrali che mi riguardano senza tagli o manomissioni in modo che gli stessi possano essere visionati dai competenti organi di FdI, su richiesta di Giorgia Meloni, ritengo opportuno autosospendermi da ogni ruolo e attività di partito al fine di preservare Fratelli d’Italia da attacchi strumentali”. Nelle parti del servizio “che purtroppo non sono state mandate in onda, in più occasioni ho ribadito al ‘giornalista infiltrato’ che asseriva di voler contribuire alla campagna elettorale di una candidata – aggiunge – la necessità di farlo secondo le modalità previste dalla normativa vigente. Il fatto che questi ulteriori colloqui non siano stati trasmessi la dice lunga sulla serietà di questa inchiesta e contribuisce a dare di me e della mia attività politica un’immagine totalmente distorta. A tutela della mia reputazione – conclude – mi riservo di adire la giustizia civile e penale”.
VALCEPINA DIFFIDA FANPAGE – Diametralmente opposta la reazione di Chiara Valcepina, altra protagonista negativa dell’inchiesta nonché candidata di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Milano: “Tramite il mio legale ho già proceduto a diffidare Fanpage e La7 S.p.A. dal diffondere il servizio così realizzato in maniera evidentemente strumentale“. E ancora: “Se ai signori Formigli, Cancellato, Biondi e Piscitelli appartiene l’onestà intellettuale, abbiano la correttezza – aggiunge Valcepina – di rilasciare con la stessa eco mediatica l’intero contenuto delle ore registrate, senza eliminarne le parti da cui emergerebbe la rappresentazione veritiera e completa della vicenda”. La candidata poi si rivolge ai suoi sostenitori: “Ai miei amici e conoscenti ribadisco in modo fermo e fiero che la mia campagna elettorale non è stata in alcun modo finanziata da fondi irregolari. Ci tengo a precisare che ogni spesa è tracciata e legittima, essendo avvenuta come da disposizioni di legge – dice, ripercorrendo quanto sostenuto anche da Fidanza – Quello di ieri sera è un attacco vergognoso che arriva a poche ore dalle elezioni amministrative che mi hanno vista fieramente in prima linea per promuovere un’alternativa di governo a Milano. Ne sono vittima e userò ogni strumento legale per rendermi giustizia“.
SI MUOVE LA PROCURA – Intanto sul tavolo del procuratore aggiunto di Milano, Maurizio Romanelli, è arrivato l’esposto presentato da Europa Verde per far luce sulla vicenda. “Il sistema delle lavatrici di cui ha parlato il Barone Nero” ovvero Roberto Jonghi Lavarini, “potrebbe aver consentito anche il riciclaggio di denaro sporco di dubbia provenienza, e questo è un fatto che va immediatamente accertato”, hanno dichiarato in una nota i co-portavoce Angelo Bonelli ed Eleonora Evi. In seguito all’esposto, la procura ha aperto un fascicolo affidato ai pm Giovanni Polizzi e Piero Basilone. Nel pomeriggio la Guardia di finanza è stata convocata per fare un primo punto sull’inchiesta. “Il video ha vari profili, valuteremo tutto”, spiega una fonte citata dall’Andkronos. Saranno prese in considerazione anche la frasi in cui Roberto Jonghi Lavarini parla di “un gruppo trasversale, diciamo esoterico, dove ci sono diversi massoni“, “di ammiratori di Hitler” e “un nostro informale servizio di informazioni e sicurezza, abbiamo una rete di ex militari“. Per questo il pm Polizzi, che si occuperà in particolare degli aspetti legati al presunto finanziamento illecito ai partiti e al riciclaggio, sarà affiancato dal collega Basilone, esperto in materia di terrorismo interno e di eversione di destra e di sinistra. A lui toccherà valutare eventuali profili come l’apologia del fascismo e altri reati come quelli che riguardano l’odio razziale.
GIORGIA MELONI PRENDE TEMPO – È nervosa Giorgia Meloni, nella selva di microfoni prova a dettare una linea: prendere tempo, chiedere il girato integrale, porre interrogativi (“il montato lo avete fatto voi” dice a un giornalista di Fanpage), adombrare sospetti: “Sono una persona molto rigida su diverse materie – dice – però non giudico e valuto un dirigente che conosco da più di 20 anni – e sono rimasta colpita nel vederlo raccontare così – sulla base di un video curiosamente mandato in onda a due giorni dal voto”. Poi aggiunge: “Posso dire che sono estremamente chiara con tutti i dirigenti di Fratelli d’Italia sull’onestà e sui rapporti che non si devono avere con determinati ambienti. Sono molto rigida nella valutazione, ma non posso prendere tutto per oro colato”. Quali ambienti? Meloni lo chiarisce: “Ribadisco a nome di Fratelli d’Italia che nel nostro movimento non c’è alcun spazio per atteggiamenti ambigui sull’antisemitismo e sul razzismo, per il paranazismo da operetta o per rapporti con ambienti dai quali siamo distanti anni luce, né per atteggiamenti opachi sul piano dell’onestà”. Reso pubblico, inoltre, il testo della lettera che Meloni ha inviato a Fanpage per visionare l’intero girato: “A seguito dei filmati mandati in onda ieri sera nel corso della trasmissione ‘Piazzapulità su La7, e che sollevano particolare preoccupazione, le chiedo di avere copia delle intere registrazioni relative agli episodi rappresentati, così da poter valutare compiutamente i fatti senza l’intermediazione di un servizio che – per sua natura – è necessariamente parziale e frutto di una sintesi”. Scrive Meloni: “Per valutare compiutamente i fatti e il comportamento dei nostri dirigenti, e adottare così gli eventuali provvedimenti commisurati alle oggettive responsabilità – aggiunge la leader di Fratelli d’Italia -, abbiamo bisogno dell’intero materiale privo di tagli”. Poi la chiusa: “Mi auguro che, per la grande rilevanza della questione, anche ma non solo perché scoppiata a ridosso di un’importante tornata elettorale e a 48 ore dal silenzio prescritto dalla legge, Fanpage vorrà dare seguito al più presto alla richiesta” conclude Meloni.
SALVINI: “NON COMMENTO I GUARDONI”. GELMINI: “NO AMBIGUITÀ” – Il collega di coalizione Matteo Salvini prima si limita a dire che “i processi si fanno sui giornali”, poi aggiunge altro: “Non ho visto l’inchiesta di Fanpage, non sono un fan di Fanpage (è lo stesso sito che ha pubblicato il video che ha portato alle dimissioni da sottosegretario del leghista Claudio Durigon). Ho letto i titoli, ma non giudico dai titoli. Non fatemi giudicare cose che non conosco”. Salvini infine dice anche un’altra cosa, sempre riferendosi a Fanpage: “Stanno cercando da tre anni soldi che la Russia mi avrebbe dato e che non troveranno. Non ho visto il video, ieri sera ero a Latina”, spiega. “Io non voglio fare il guardone e non commento i guardoni. I guardoni non mi interessano”. E sulla possibilità di raccogliere voti da Fdi in difficoltà Salvini sottolinea che “lo sciacallaggio non è uno sport che mi piace, lo lascio alla sinistra“. La ministra di Forza Italia Mariastella Gelmini parla a Telelombardia e tanta di prendere le distanze: “Nel centrodestra non c’è e non ci potrà mai essere spazio per tesi o gesti neofascisti o neonazisti. Sono a fianco, come sempre, della comunità ebraica di cui condivido le posizioni e i valori. Noi non possiamo tollerare alcuna forma di ambiguità, e questa è la posizione di Forza Italia, ma anche di tutto il centrodestra”. Poi specifica: “Per il resto, non commento indagini o indiscrezioni giornalistiche perché sono abituata a fare campagna elettorale su idee e programmi”.
LE REAZIONI: DAL PD AL M5S FINO ALLA COMUNITÀ EBRAICA – E quando sui social del centrodestra compare la foto dell’abbraccio tra il leader della Lega e Meloni corredata dallo slogan “Vinciamo e cambiamo l’Italia”, ecco arrivare il tweet del segretario del Pd Enrico Letta: “Ma pensate invece a cambiare con fascismo, fascisti e neofascisti che sono semplicemente orribili le commistioni documentate da Fanpage e Piazza Pulita“. Successivamente il leader dem amplia il suo pensiero: “Mi sembra molto evidente quello che è uscito” dall’inchiesta di Fanpage su Fdi, “anche perché è coinvolta non una persona secondaria ma il cuore del gruppo dirigente del partito. È una cosa orribile – dice Letta – Non basta la richiesta di avere le ore di girato” avanzata da Meloni, “così come non basta l’autosospensione” di Fidanza. “È un istituto che non esiste, c’è bisogno di molto di più” aggiunge a Oggi è un altro giorno su Rai1. Parlando delle divisioni nel centrodestra, Letta afferma: “Mi concentro su noi stessi e sulle nostre proposte. Francamente non mi sento di ragionare sulle divisioni o su altro. Sono invece molto colpito dall’inchiesta di Fanpage sull’infiltrazione di oscuri ambienti fascisti e neofascisti in Fdi. Sono necessari chiarimenti perché mi sembra una cosa francamente orribile”. I primi a esporsi sono stati gli eurodeputati M5s che hanno chiesto le dimissioni di Fidanza, capodelegazione Fdi a Bruxelles. Su Twitter è intervenuta anche Ruth Dureghello della Comunità ebraica di Roma: “Non può esserci spazio nei partiti dell’arco costituzionale per chi fa il saluto romano, inneggia a Hitler e insulta neri e ebrei. Nell’Italia che promulgò le leggi razziste, come le ha definite giustamente Draghi ieri, non ci possono essere ambiguità su questo”.
Per i 5 stelle si sono esposti gli eurodeputati. “L’inchiesta di Fanpage sulla Lobby nera a Milano mostra una realtà agghiacciante”, hanno scritto in una nota. “Fratelli d’Italia non solo accoglie ma addirittura promuove personaggi loschi che inneggiano a Hitler, fanno battute sugli ebrei e rimpiangono la dittatura fascista. Inoltre, i trucchetti su come finanziare illegalmente la campagna elettorale di Fratelli d’Italia, svelati dalle parole stesse di Carlo Fidanza, rappresentano una vecchia degenerazione della politica figlia di un’epoca buia della nostra Repubblica che i cittadini pensavano di essersi messi alle spalle. Per restituire dignità alla politica le dimissioni di Fidanza sono un atto dovuto e necessario. Giorgia Meloni non minimizzi ma le pretenda”.
Un quadro “inquietante e pericoloso” appunto anche per la dem Roggiani, perché mette in luce “cosa sia il partito della Meloni e la galassia nera che le gravita attorno. Mentre l’europarlamentare Fidanza spiega come ‘lavare’ i fondi destinati al finanziamento della campagna di Milano, il barone nero Jonghi Lavarini, condannato per apologia di fascismo, lo stesso che qualche giorno fa ha aggredito un nostro volontario, è il tramite all’interno di un torbido sottobosco fatto di ingerenze che arrivano da Mosca e dalla galassia fascista. Parliamo di candidati al Consiglio comunale di Milano che si ritrovano tra saluti romani a inneggiare apertamente a Hitler e agli episodi che hanno scatenato il progetto antisemita, e tra le risate non si fanno neppure mancare il razzismo, con i progetti su come far affondare i barconi dei migranti”.
COSA C’È NELL’INCHIESTA REALIZZATA DA FANPAGE – L’inchiesta realizzata da Fanpage, grazie a un giornalista sotto copertura, ha rivelato “sistemi di ‘lavanderia’ per pulire finanziamenti in nero”, ma anche incontri politici tra esponenti e candidati Fdi a Milano “con esplicite battute razziste, fasciste e sessiste”. Il cronista, tre anni fa, si è finto un uomo d’affari a cui interessava finanziare un gruppo politico italiano al fine di ottenere vantaggi per il proprio business e ha iniziato a frequentare un gruppo di personaggi di estrema destra a Milano. Il capo, secondo l’inchiesta, è Roberto Jonghi Lavarini, detto il “Barone nero”, condannato a due anni per apologia del fascismo. Tramite Lavarini, il giornalista di Fanpage conosce Carlo Fidanza, europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d’Italia. Si stabilisce cosi un rapporto che consente all’insider di frequentare il gruppo di esponenti di Fdi durante eventi e riunioni della campagna elettorale per le elezioni comunali a Milano per la quale sostengono la candidatura al consiglio comunale dell’avvocata Chiara Valcepina. Entrambi chiedono finanziamenti al presunto uomo d’affari, col quale sono ormai in confidenza: “Le modalità sono: versare nel conto corrente dedicato. Se invece voi avete l’esigenza del contrario e vi è più comodo fare del black, lei si paga il bar e col black poi coprirà altre spese”, dice Fidanza al giornalista sotto copertura.
Javarini, che è deputato a queste operazioni, entra più nei dettagli: il “barone nero” spiega di avere “una serie di lavatrici” per il finanziamento alla campagna elettorale che sostiene di avere usato più volte. Durante alcune riunioni del gruppo, inoltre, con la telecamera nascosta si riprende anche altro: molti dei partecipanti non condividono, con commenti pesanti, la scelta del candidato sindaco della coalizione, Luca Bernardo. Volano, nello stereotipo neofascista, battute su negri, ebrei, migranti e riferimenti al discorso di Hitler alla birreria di Monaco, oltre a commenti sessisti. E c’è anche un momento in cui si prende in giro Paolo Berizzi, giornalista sotto scorta perché minacciato dai neonazisti. La telecamera nascosta riprende poi Longhi Javarini, che sostiene, senza fare nomi né circostanze, di essere parte di “un gruppo trasversale, diciamo esoterico, dove ci sono diversi massoni. Poi c’è tutto un filone di ammiratori di Hitler, in più abbiamo un nostro informale servizio di informazioni e sicurezza, abbiamo una rete di ex militari“. Un’organizzazione trasversale ai partiti sostiene: “Noi abbiamo contatti politici all’interno del centrodestra, non solo nella Lega ma anche in Fratelli d’Italia e persino Forza Italia”, ha detto.
ILFQ
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