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giovedì 29 luglio 2021

Eutanasia: già superate 250mila firme per il referendum.

 

Cappato(Coscioni), gente conosce problema nonostante silenzio tv.

"Nell'inerzia del Parlamento e nel silenzio dei salotti televisivi", in poche settimane sono già state superate 250.000 firme per convocare il referendum sulla legalizzazione dell'eutanasia, ovvero la metà delle 500.000 necessarie. Lo rende noto il Comitato promotore del Referendum per l'Eutanasia Legale, sottolineando come questo risultato sia merito di 10.937 volontari e quasi 2000 autenticatori, provenienti da oltre 2300 città e appartenenti a qualsiasi schieramento politico e fede religiosa.

Le prime 10 regioni per firme raccolte ai tavoli ogni 10.000 abitanti sono Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Trentino Alto Adige.

Mentre Cuneo è il comune con più di 50.000 abitanti che ha registrato più firme in rapporto alla popolazione, con 31 firme ogni 1000 abitanti, seguita da Cagliari (29), Trieste (26), Treviso (25), Trento (24), Pavia (23).

"Che si tratti di gazebo, conferenze stampa e comizi improvvisati, dibattiti o altri punti di raccolta - afferma Marco Cappato, Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni - la scena è sempre la stessa: entusiasmo, voglia di firmare e di partecipare al raggiungimento dell'obiettivo. Un'atmosfera che non vedevo da molti anni, con una straordinaria partecipazione giovanile, mentre il dibattito in Parlamento è affossato, nel silenzio assoluto dei vertici nazionali dei principali partiti e dei salotti televisivi, la campagna referendaria sta riscuotendo un successo di partecipazione democratica senza precedenti. Le persone, infatti, conoscono l'importanza del tema della malattia terminale e della libertà di scelta per averlo vissuto direttamente in famiglia". la raccolta firme è partita il 17 giugno e nelle prossime settimane verranno raccolte anche nelle località di vacanza. 

ANSA


Tarquinio, direttore di Avvenire, sostiene di essere contrario all'eutanasia, ma ritiene che si dovrebbe spingere il governo a prestare le migliori cure per rendere gli ultimi istanti di vita del malato il più gradevoli possibile.
Praticamente chiede che venga messo in pratica un dovere dello stato, peraltro sempre disatteso e poco attuabile, vista la scarsissima volontà di attuazione, ma non valuta la volontà dell'individuo che si vede negato il diritto di decidere di non trascorrere gli ultimi istanti di vita in un letto e in assoluta incoscienza provocata dai farmaci.
Se definisce vita quella di un malato terminale buttato in un letto in totale incoscienza non ha rispetto della vita.

Io sono per la libertà individuale di decidere se accettare una lugubre agonia-prigionia o farla finita ridendo e dedicando gli ultimi istanti accanto agli affetti più cari.
Cetta.