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domenica 7 ottobre 2012

I pm: "Ecco perché Formigoni può essere ricattato". - Piero Colaprico


I pm: "Ecco perché Formigoni può essere ricattato"


I giudici: Daccò e Simone restino in cella, possono ancora incidere sulla Regione. Il governatore: accanimento senza precedenti, tanta durezza neanche con Mani pulite.

MILANO - "Non mi faccio condizionare da nessuno. Com'è possibile dipingere un presidente Formigoni condizionato da qualcuno?", dice il governatore della Regione Lombardia.

Lo dice dopo aver saputo che i magistrati vogliono tenere ancora in carcere i due faccendieri Piero Daccò e Antonio Simone, perché hanno potere di ricatto, e perché stanno arrivando altre carte giudiziarie. Formigoni contrattacca, ma è come se non ricordasse di aver ricevuto a giugno l'invito a comparire per corruzione, e di non aver mai mostrato le ricevute dei cinque lussuosi capidanno, di yacht a disposizione, di eventi, cene e vari benefit mai pagati da lui. 


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mercoledì 3 ottobre 2012

Crac San Raffaele, 10 anni a Daccò Il giudice: «Versi subito 5 milioni»


Bancarotta fraudolenta: il pm aveva chiesto la condanna a cinque anni e sei mesi. Assolto invece Andrea Bezziccheri.

MILANO - Dieci anni di reclusione per Pierangelo Daccò e l’assoluzione per Andrea Bezziccheri, nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto finanziario del San Raffaele. Queste la decisione del giudice per l’udienza preliminare Maria Cristina Mannocci al termine del procedimento con rito abbreviato scelto dal faccendiere e dall’imprenditore coinvolti nell’inchiesta sul dissesto finanziario della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor. Per Daccò il pm aveva chiesto la condanna a cinque anni e sei mesi, e per Bezziccheri la condanna a tre anni. I due rispondono a vario titolo di bancarotta fraudolenta in concorso con altri imputati, per i quali è in corso il processo e associazione per delinquere finalizzata a frodi fiscali, appropriazione indebita e distrazione di beni. Nell’ambito dello stesso procedimento l’ex direttore amministrativo dell’ospedale, Mario Valsecchi ha già patteggiato 2 anni e 10 mesi di carcere.
5 MILIONI DI EURO - Il faccendiere dovrà versare una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 5 milioni di euro alla parte civile, rappresentata dalla Fondazione e dai commissari dell'ospedale, che attualmente si trova in concordato preventivo. Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare Maria Cristina Mannocci, come anticipo sul risarcimento da stabilire in sede civile a favore delle parti civili.
LA DIFESA - Nell'udienza di mercoledì mattina il legale di Daccò, l'avvocato Giampiero Biancolella, aveva chiesto di acquisire i verbali d'interrogatorio dell'ex capo della sicurezza del San Raffaele Danilo Donati, arrestato nei mesi scorsi. Secondo il difensore, Donati avrebbe ritrattato alcune dichiarazioni fatte in precedenza. Il gup ha acquisito questi verbali. Biancolella era già pessimista in mattinata: «La sentenza di condanna per Daccò è già segnata», aveva detto.
IL DOPPIO - Biancolella è uscito esterrefatto dalla stanza del gup Maria Cristina Mannocci, ripetendo: «Il doppio di quanto chiesto dalla procura». Dopo un momento, Biancolella ha così commentato: «I processi terminano con la valutazione del giudice di legittimità che fa il giudice d’appello e dopo la rilettura della Cassazione. Questa potrebbe essere una sentenza con i piedi di argilla. Tuttavia mi riservo di leggere le motivazioni, perché gli elementi di condanna sono gli stessi identici che la Cassazione aveva rigettato nella misura cautelare». Il riferimento è al rigetto da parte della Cassazione dell’ordinanza di arresto di Daccò in relazione al solo reato di bancarotta, poi ripristinato. Oggi Mannocci, ha rigettato anche l’istanza di scarcerazione per Daccò avanzata da Biancolella, nonché la richiesta in subordine di concedergli gli arresti domiciliari. La misura è dunque prorogata per altri sei mesi.