Esiste, non esiste e infine sì: Gliese 581d, l'esopianeta che potrebbe avere le caratteristiche idonee ad ospitare la vita, non è un'invenzione di alcuni astronomi.
Potrebbe sembrare strano che la comunità scientifica possa dividersi sull'esistenza o meno di un pianeta, le cui dimensioni si può immaginare non passino inosservate. Eppure, alla distanza di oltre 20 anni luce anche l'esistenza di un corpo celeste può essere messa in dubbio. Da tempo Gliese 581d, un esopianeta a 20,5 anni luce da noi nella costellazione della Bilancia, fa discutere gli studiosi, di cui una parte ne ha dapprima annunciato l'esistenza, qualificandolo peraltro come pianeta che potenzialmente potrebbe ospitare forme di vita extraterrestre, salvo poi vedersi negare i risultati da un'altra parte della comunità scientifica.
La scoperta di Gliese 581d risale al 2007 e già dal 2009, collocandosi l'esopianeta nella zona di zona Goldilocks, venne individuato come luogo potenzialmente adatto ad ospitare la vita. L'esistenza di questo pianeta e le sue caratteristiche sono state definite nel tempo grazie alla rilevazione dell'attività magnetica proveniente da quella parte dello Spazio. Nel 2014 i ricercatori delle Università della Pennsylvania e di Austin, nel Texas, stroncarono lo studio che aveva affermato l'esistenza dell'esopianeta, spiegando che la stella intorno a cui gravita il pianeta (la nana rossa Gliese 581) emette sostanzialmente lo stesso segnale imputato a Gliese 581d. "Il rumore delle armoniche della rotazione della stella - disse Suvrath Mahadevan, uno degli autori dello studio - appartengono alla stessa gamma di quelle della sua zona abitabile. Questo aumenta il rischio di rilevazioni di pianeti inesistenti”.
E' arrivata in questi giorni la smentita della smentita. Sono i ricercatori delle Queen Mary University di Londra e dell’Università di Hertfordshire a sostenere, dalle pagine di Science, l'esistenza dell'esopianeta. Il metodo utilizzato dagli statunitensi per negare l'esistenza di 581d è discutibile, affermano i ricercatori degli istituti britannici. Guillem Anglada-Escudé, principale autore dello studio, riconosce implicitamente che ad una distanza di 20,5 anni luce non esistono certezze, ma allo stesso tempo se si vuole ammettere, come fanno gli statunitensi, che le prove a sostegno dell'esistenza di Gliese 581d sono insufficienti, allora "dovremmo mettere mano a tutta una serie di osservazioni effettuate e che riguardano pianeti di dimensione persino inferiore. Dobbiamo essere cauti nel formulare le nostre ipotesi e certo il paper di Science Express conteneva affermazioni troppo forti". Di certo, prosegue Anglada-Escudé, "l’esistenza o meno di GJ 581d rappresenta un nodo cruciale per l’astrofisica. Gliese 581d è stato il primo pianeta simile alla Terra ad essere scoperto nella zona Goldilocks, e rappresenta ormai un case study di riferimento per la tecnica Doppler".
http://scienze.fanpage.it/riconfermata-l-esistenza-del-pianeta-che-potrebbe-ospitare-la-vita/