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mercoledì 3 luglio 2019

Lotti intercettato: ‘Ho incontrato Giorgetti e Verdini jr. Lega al 35 o governo avanti. Renzi ha perso il filo dopo referendum’.

Lotti intercettato: ‘Ho incontrato Giorgetti e Verdini jr. Lega al 35 o governo avanti. Renzi ha perso il filo dopo referendum’

Dai dialoghi tra l'ex sottosegretario e il pm Luca Palamara, pubblicati da La Verità nelle edizioni di sabato e lunedì, emerge come, secondo Lotti, l'ex premier sarebbe dovuto restare in disparte dopo il k.o. del 4 dicembre 2016. E in un'altra occasione i 'timori' in caso di crisi di governo: "Non saremmo mai pronti ora".

Matteo Renzi che dal “4 dicembre non ha ritrovato il filo”, gli incontri con Giancarlo Giorgetti e Francesca Verdini e quindi la previsione sul futuro del governo Lega-M5s. Nelle intercettazioni captate dal trojan installato sul telefono del pm Luca Palamara, durante un incontro con Luca Lotti, l’ex sottosegretario dem immagina le strategie politiche future, racconta dei faccia a faccia con il leghista che ha preso il suo posto da un anno e con la compagna del ministro dell’Interno Matteo Salvini e si lascia andare a un commento sulla ‘visione’ dell’ex premier Renzi. 

“Lui dal 4 dicembre non ha ritrovato il filo… dopodiché l’unico che ha i numeri per ritrovare il filo… si lo sappiamo tutti […] è un po’ come un Ronaldo che…”, dice il fedelissimo del Giglio Magico al magistrato romano, indagato a Perugia nell’inchiesta sulle nomine del Csm. Dai dialoghi, pubblicati da La Verità nelle edizioni di sabato e lunedì, emerge come, secondo Lotti, Renzi sarebbe dovuto restare in disparte dopo il k.o. al referendum costituzionale del 2016.

Palamara, a un certo punto, lo incalza facendo un paragone con la sua storia dopo la presidenza della Anm: “È un po’ come ho fatto pure io che so’ stato in disparte… mo’ adesso sto rimettendo la testa fuori… porto, porto”. Quindi Lotti: “È così, bravo… qual è il problema, che te l’hai capito… Matteo secondo me ancora non è su questa linea”. “Faccio vince’ la squadra – aggiunge Palamara – La se ricompatta, no? Eh… questo…”.  E ancora l’ex sottosegretario: “Luca, Matteo non è su questa linea… mi dispiace”. 
Palamara è molto interessato anche alle sorti del governo, a una possibile crisi e Lotti risponde su tutto, compresi gli scenari che a quel punto di aprirebbero per i dem. Lo spiega tra a tarda sera, tra il 15 e il 16 maggio, quando mancano dieci giorni alle Europee. Il magistrato, durante una cena, si chiede “questi così come fanno ad andare avanti” e chiede a Lotti di “fargli capire” perché “adesso stanno esagerando”. A quel punto, l’ex sottosegretario racconta dei suoi incontri con Giorgetti e la figlia di Denis Verdini, a lungo stampella del Pd al Senato nella scorsa legislatura: “Eh lo so ho visto Giorgetti prima, poi Francesca Verdini mi ha detto che poi ti racconterò… loro se non fanno il 35… loro vanno avanti Luca”. Per Lotti, stando all’intercettazione, il proseguo del governo non sarebbe un problema per il Pd, anzi: “Che è un bene anche per noi.. che non saremmo mai pronti ora”.

giovedì 6 settembre 2018

Ilva, c’è l’accordo tra Mittal e sindacati: 10.700 assunzioni subito e zero esuberi. Calenda: “Complimenti a Di Maio.” - Andrea Tundo

Ilva, c’è l’accordo tra Mittal e sindacati: 10.700 assunzioni subito e zero esuberi. Calenda: “Complimenti a Di Maio”

Intesa trovata dopo una notte di trattativa: la firma finale prevista intorno all'ora di pranzo. Il racconto del lungo negoziato al tavolo del Mise, con l'intervento diretto di Di Maio poco dopo la mezzanotte. La svolta definitiva alle 8, quando ArcelorMittal accetta le 10.700 assunzioni immediate. Palombella (Uilm): "Accordo fatto, ora referendum dei lavoratori."


Avevano chiesto di mantenere sugli impianti quanti ci lavorano in questo momento e di arrivare agli “zero esuberi” al termine del piano ambientale nel 2023. Senza che venissero toccati gli stipendi. E alla fine i metalmeccanici hanno vinto su tutto. In 18 ore di trattativa a oltranza, partita in salita e chiusa da un applauso alle 8.10, quando si è capito che l’accordo era fatto. I sindacati e ArcelorMittal hanno raggiunto l’intesa che permetterà al ministro Luigi Di Maio di consegnare le chiavi dell’Ilva al colosso dell’acciaio nei prossimi giorni per l’ingresso ufficiale a partire dal 15 settembre. Con un accordo migliore di quello ipotizzato dal suo predecessore Carlo Calenda, che su Twitter si complimenta con il vicepremier.
I punti dell’accordo – L’azienda, dopo ore tese al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico, ha deciso di riassumere subito 10.700 lavoratori e garantire la contrattualizzazione degli esuberi nel 2023 senza ritoccare al ribasso il costo del lavoro tagliando le ore in fabbrica di ciascun dipendente. Niente solidarietà preventiva, insomma: è la mossa decisiva, un punto sul quale i rappresentati dei lavoratori non avevano nessuna intenzione di cedere.
L’intervento di Di Maio – La svolta è arrivata poco dopo mezzanotte. In quel momento, dopo un secondo round di trattative seguito all’avvio “in salita” e alle distanze marcate” sottolineate dai sindacati e con una “bozza di accordo” che in realtà era una proposta dell’azienda, i segretari generali di Uilm, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Usb hanno in mano un testo integrato e migliorato dalle loro controproposte. Ma la situazione non si blocca. Serve l’intervento diretto del governo e arriva Di Maio, che affianca il dg del Mise Giampiero Castano: va dritto da Rocco PalombellaFrancesca Re David, Marco Bentivogli e Sergio Bellavita. Vuole sapere quale sono le condizioni sotto le quali non firmeranno mai. Ascolta, appunta e richiama ArcelorMittal.
La trattativa “forzata” nella notte – È il momento di “forzare”, perché senza l’intesa sindacale salta tutto. E con i miglioramenti ambientali vagliati dal ministero dell’Ambiente nelle ultime settimane e accettati dall’azienda, il nodooccupazionale è ormai l’ultimo da sciogliere. Il faccia a faccia vive momenti di tensione, ma prosegue. Alle 4.30 la discussione è accesa. Il leader della Fim-Cisl Bentivogli è il più agitato di tutti. La no-stop arrivata fino a tarda ora è però un segnale per lavoratori, azienda e governo: un punto di caduta verrà trovato. Dopo due ore e mezza di scrittura dei testi, la bozza è ormai pronta e si torna in plenaria dopo una riunione ristretta iniziata ormai da oltre 16 ore. Arcelor si presenta con 10.500 assunzioni subito, i sindacati ne chiedono 200 in più.
“Ultimo miglio”. E Calenda si complimenta – Sono le 8 e Di Maio parla di “ultimo miglio” ai presenti al tavolo e lo ripeterà poi all’esterno. L’azienda sa che non può far saltare un’operazione da 4,1 miliardi di euro in ballo dal giugno 2017 per un pugno di lavoratori dopo aver già accettato condizioni che alcuni mesi fa sembravano impossibili. L’accordo finale arriva in pochi minuti: 10.700 assunzioni, zero esuberi, premialità una tantum. Mancano le firme, arriveranno in giornata dopo aver letto e riletto il testo definitivo dell’intesa. Alla fine, prima delle firme, il messaggio di Calenda, che dopo decine di riunioni al Mise e quasi un anno di trattativa non aveva portato Mittal e sindacati a stringersi la mano, sancisce di fatto la buona riuscita del negoziato: “Una grande giornata per Ilva, per l’industria italiana e per Taranto – scrive poco le 10.30 su Twitter – Finalmente possono partire gli investimenti ambientali e industriali. Complimenti a aziende e sindacati e complimenti non formali a Luigi Di Maio che ha saputo cambiare idea e finalmente imboccare la strada giusta”.
Palombella (Uilm): “Ora referendum” – Per quanto manchino da “riguardare i testi e correggerli” anche Palombella e Re David parlano di “accordo fatto” che ora “deve essere approvato dai lavoratori con il referendum“. Non una formalità, ma nel testo c’è tutto quello che i sindacati hanno chiesto per un anno. “L’elemento importante è che non ci sono esuberi perché il piano prevederà il completo assorbimento di tutti i lavoratori con il mantenimento di tutti i diritti acquisti – spiega Palombella – Bisognava aumentare il numero di lavoratori. Siamo riusciti a ottenere un numero che secondo noi è importante: 10.700 compresi quasi 300 delle affiliate”.