Il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto del Tesoro per l'applicazione dell'Imu agli enti non commerciali, compresi quelli di proprieta della Chiesa. Il ministro dell'economia Grilli: l'obiettivo del governo resta quello di assoggettare tutti all'Imu.
Il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto del ministero dell'Economia e Finanze per
l'applicazione dell'Imu sugli enti non commerciali, e quindi anche sulla Chiesa. Due le strade percorribili, a questo punto, per rimediare: emanare subito una norma ad hoc che modifichi l'articolo 91-bis del Dl 1/2012 e affidi al ministero dell'Economia la disciplina dell'intera materia attraverso un suo decreto; oppure inserire l'intero regolamento in un disegno di legge. Ma in questo caso i tempi tecnici sarebbero più lunghi.
"Non è demandato al Ministero - scrivono i giudici di Palazzo Spada - di dare generale attuazione alla nuova disciplina dell'esenzione Imu per gli immobili degli enti non commerciali. Sulla base di tali considerazioni deve essere rilevato che parte dello schema in esame è diretto a definire i requisiti, generali e di settore, per qualificare le diverse attivita' come svolte con modalita' non commerciali. Tale aspetto esula dalla definizione degli elementi rilevanti ai fini dell'individuazione del rapporto proporzionale in caso di utilizzazione dell'immobile mista "c.d. indistinta" e mira a delimitare, o comunque a dare una interpretazione, in ordine al carattere non commerciale di determinate attività".
Per il Consiglio di Stato "l'amministrazione ha compiuto alcune scelte applicative, che
non solo esulano dall'oggetto del potere regolamentare attribuito, ma che sono state effettuate in assenza di criteri o altre indicazione normative atte a specificare la natura non commerciale di una attivita'. Basti fare riferimento - si legge nel provvedimento - al criterio dell'accreditamento o convenzionamento con lo Stato per le attività assistenziali e sanitarie o ai diversi criteri stabiliti per la compatibilità del versamento di rette con la natura non commerciale dell'attività. In alcuni casi - spiegano i giudici - è utilizzato il criterio della gratuita' o del carattere simbolico della retta (attivita' culturali, ricreative e sportive); in altri il criterio dell'importo non superiore alla metà di quello medio previsto per le stesse attivita' svolte nello stesso ambito territoriale con modalita' commerciali (attivita' ricettiva e in parte assistenziali e sanitarie); in altri ancora il criterio della non copertura integrale del costo effettivo del servizio (attivita' didattiche)".
Per i giudici di Palazzo Spada "la diversità e eterogeneita' di ciascuno dei criteri rispetto alla questione dell'utilizzo misto conferma che si e' in presenza di profili, che esulano dal potere regolamentare in concreto attribuito. Tali profili potranno essere oggetto di un diverso tipo di intervento normativo o essere lasciati all'attuazione in sede amministrativa sulla base dei principi generali dell'ordinamento interno e di quello dell'Unione europea in tema di attivita' non commerciali".
Per il Consiglio di Stato "l'amministrazione ha compiuto alcune scelte applicative, che
non solo esulano dall'oggetto del potere regolamentare attribuito, ma che sono state effettuate in assenza di criteri o altre indicazione normative atte a specificare la natura non commerciale di una attivita'. Basti fare riferimento - si legge nel provvedimento - al criterio dell'accreditamento o convenzionamento con lo Stato per le attività assistenziali e sanitarie o ai diversi criteri stabiliti per la compatibilità del versamento di rette con la natura non commerciale dell'attività. In alcuni casi - spiegano i giudici - è utilizzato il criterio della gratuita' o del carattere simbolico della retta (attivita' culturali, ricreative e sportive); in altri il criterio dell'importo non superiore alla metà di quello medio previsto per le stesse attivita' svolte nello stesso ambito territoriale con modalita' commerciali (attivita' ricettiva e in parte assistenziali e sanitarie); in altri ancora il criterio della non copertura integrale del costo effettivo del servizio (attivita' didattiche)".
Per i giudici di Palazzo Spada "la diversità e eterogeneita' di ciascuno dei criteri rispetto alla questione dell'utilizzo misto conferma che si e' in presenza di profili, che esulano dal potere regolamentare in concreto attribuito. Tali profili potranno essere oggetto di un diverso tipo di intervento normativo o essere lasciati all'attuazione in sede amministrativa sulla base dei principi generali dell'ordinamento interno e di quello dell'Unione europea in tema di attivita' non commerciali".
Grilli: l'obiettivo a far pagere l'Imu a tutti.
L'obiettivo del governo resta quello di "assoggettare tutti i soggetti" all'Imu. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, commentando a Lussemburgo la bocciatura del Consiglio di Stato.