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giovedì 24 aprile 2014

Acciaierie Lucchini, Piombino. - Sara Paglini


Scrive Davide Guglielmi ...a proposito della visita di Beppe il prossimo sabato a Piombino, davanti alla Lucchini, ....
scrive: "questa e' volgare propaganda politica....se gli interessava al sig. Grillo sarebbe venuto prima alla "Lucchini" invece di andare alla sua bella villa al mare di Bibbona..e non solo ora che la cosa e' su tutti i giornali e televisioni..... Vediamo come la risolve ora il Grillacchiotto...visto che ha la soluzione per tutto....!! ( lo spero vivamente...anche se ne dubito... )
e questa e’ la mia risposta:
... Un chiarimento per Davide Guglielmi, Piombino e' una città in ginocchio, e tu, probabilmente vivi da vicino la cosa.... Come movimento politico che si basa sull'attivazione e sulla partecipazione attiva dei cittadini, mi sento di informarti che io insieme agli attivisti della città e insieme a molti altri cittadini, abbiamo preso a cuore da molto la situazione della Lucchini, o meglio, la situazione dei lavoratori della Lucchini. ma non solo, abbiamo presenziato in più occasioni nella città di Piombino fianco a fianco agli operai . Iniziando a conoscerli meglio durante la loro manifestazione a Roma dello scorso anno in maggio.... Precisamente il 7 maggio 2013, quando vennero a parlare con la presidente Boldrini, che a quanto pare non si prodigò' più di tanto . personalmente ho visto la realtà della fabbrica, dopo che abbiamo fatto un'ispezione all'interno della zona a caldo il 29 settembre 2013, nella zona in cui si cola il minerale, l'altoforno. Ho portato all'interno del senato della repubblica la voce dei lavoratori della Lucchini, puoi trovare in rete gli interventi, io insieme ad altri portavoce del Moviemento, e abbiamo chiesto al ministro Poletti un'audizione il 10 marzo scorso, a cui ad oggi non ci è stata ancora data risposta. Tutte queste notizie, naturalmente non le leggerai nei giornali e nemmeno le sentirai in TV, in quanto il PARTITOUNICO Renzi Berlusconi (e aggiungerei anche il partito unico dei sindacati) non hanno nessun interesse a far conoscere alle persone l'operato del Movimento. Beppe e ' , e sarà capace di alzare l'attenzione mediatica, ma la volontà di rivoluzionare un sistema TOCCA ALLA COSCIENZA DI OGNUNO DI NOI. , un sistema che NULLA DI BUONO HA FATTO PER I LAVORATORI ad oggi va FERMATO. Sabato sarò ancora a Piombino, insieme a molti altri portavoce tra camera e senato. C'ero anche martedì , cioè 2giorni fa, naturalmente senza riflettori ne lacchè mediatici di turno, ... Mi auguro che moltissimi lavoratori e moltissimi cittadini si rendano conto che un sistema non si può cambiare sperando in un salvatore..... Ora c'è' da combattere tutti insieme , togliendoci il prosciutto dagli occhi, andando oltre gli spot elettorali delle FALSE 80 euro al mese.... E soprattutto chiedendoci come mai in questo paese in 20 anni , i lavoratori sono sempre stati più indeboliti e svuotati dei loro diritti. Un caro saluto e ci vediamo in piazza Lucchini sabato.
E.... Aggiungo.... NON DEVE RISOLVERE LA COSA IL... Come lo chiami tu, Grillaccio, la cosa ce la dobbiamo risolvere tutti noi insieme.

giovedì 21 marzo 2013

Inchiesta Ior, un caso diplomatico. - Emiliano Fittipaldi e Vittorio Malagutti

Michele Briamonte

L'uomo chiave delle nuove indagini sulla banca del Vaticano si chiama Michele Briamonte. Consulente Ior e consigliere di Monte Paschi, è stato fermato all'areoporto di Ciampino con un alto prelato, il segretario di Tarcisio Bertone. La guardia di Finanza voleva perquisirlo, ma lui ha esibito il passaporto della Santa Sede.

Roma, aeroporto di Ciampino. Una mattina di fine febbraio due passeggeri sbarcano da un aereo privato appena atterrato da Torino. La coppia si avvia verso l'uscita a passo svelto. Pochi minuti e gli agenti della Guardia di Finanza li circondano. Le Fiamme gialle cercano loro. Sì, proprio loro. Roberto Lucchini, un sacerdote, e Michele Briamonte, giovane e brillante avvocato dello studio torinese Grande Stevens nonché consulente legale dello Ior.

Lucchini non è un prete qualunque, ma un monsignore, un diplomatico della Santa Sede. I finanzieri hanno un mandato di perquisizione e chiedono alla coppia di consegnare le borse e i documenti in loro possesso. Con gran sorpresa dei militari, Briamonte e Lucchini mostrano il passaporto diplomatico del Vaticano. Come faccia Briamonte non si sa: il documento potrebbe essere un passaporto "di servizio", rilasciato in casi eccezionali dalla segreteria di Stato.

Con quel documento (anche se non garantisce l'immunità) Briamonte cerca di non farsi perquisire. Comincia a fare telefonate. La richiesta d'aiuto arriva subito a destinazione. Si muove il Vaticano. Il messaggio è chiaro: «Nessuna perquisizione», in caso contrario l'incidente diplomatico tra Italia e Santa Sede sarebbe inevitabile. Dopo qualche tira e molla, il pressing della segreteria di Stato alla fine ha successo. L'avvocato e il monsignore si tengono strette le borse ed escono dall'aeroporto. Entrambi però sanno bene che la vicenda non si chiude qui.

L'affondo della magistratura, con la tentata perquisizione all'illustre coppia di viaggiatori segnala un salto di qualità nelle indagini della procura romana sugli affari dello Ior, la banca del Vaticano. L'inchiesta aperta a Roma sin dal 2009 si arricchisce così di un nuovo filone. E chissà se papa Francesco, da pochi giorni nel pieno dei suoi poteri, è già stato informato di questa nuova grana. Preti infedeli, banchieri e bancari, perfino malavitosi vicino alla banda della Magliana. Il vaso di Pandora della finanza vaticana riserva sempre nuove sorprese. E adesso al centro dell'attenzione finiscono, loro malgrado, don Lucchini e Briamonte. 


Non sappiamo perché i due viaggiassero insieme e quali documenti gli investigatori sperassero di trovare nelle loro valigie. Certo è che il monsignore bloccato a Ciampino viene descritto come un diplomatico di rango, un nome che conta nell'organigramma della segreteria di Stato guidata da Tarcisio Bertone. Il suo compagno di viaggio Briamonte appare invece come l'anello di congiunzione tra due vicende ugualmente scottanti: lo Ior e l'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena. 

Sarà un caso, ma il 5 marzo, proprio pochi giorni dopo l'incidente di Ciampino, il giovane e rampante avvocato, classe 1977, si è visto perquisire ufficio e casa nel centro di Torino su ordine dei pm senesi che indagano sulle presunte malversazioni al Monte. Briamonte, che è entrato nel consiglio della banca solo 11 mesi fa, non è indagato. L'intervento della procura di Siena in questo caso è legato alla denuncia presentata dagli stessi vertici di Mps per scoprire chi tra i consiglieri abbia passato a due quotidiani la notizia, che doveva restare segreta, dell'avvio di una causa per risarcimento danni contro Deutsche Bank e Nomura.«Sono del tutto tranquillo», ha dichiarato Briamonte il giorno delle perquisizioni. Quelle per cui non ha potuto ripararsi dietro lo scudo del passaporto diplomatico della Santa Sede.

L'avvocato è di casa Oltretevere. A garantire per lui, almeno da principio, era il suo maestro Franzo Grande Stevens che da decenni è in prima fila tra i legali di fiducia della curia papale. Già nel 1993, nel pieno di Mani pulite, quando lo Ior rischia di essere travolto dallo scandalo del riciclaggio della maxitangente Enimont, la regia della difesa vaticana venne affidata a Grande Stevens. 

Briamonte però ha imparato in fretta a muoversi nelle segrete stanze della Santa Sede dove gode della massima considerazione. Secondo quanto è emerso nei mesi scorsi sarebbe lui l'autore del parere che fornisce allo Ior le basi legali per opporsi alla richiesta dell'Aif (l'Autorità di vigilanza finanziaria vaticana) di informazioni che riguardano operazioni concluse entro il primo aprile del 2011.


Da quella data, infatti, entravano in vigore le nuove norme in materia di trasparenza bancaria, adottate dalla Santa Sede per effetto delle pressioni internazionali. Secondo Briamonte, però, quelle regole non avevano validità retroattiva e quindi andavano applicate solo dall'aprile 2011 in avanti. 

Si apre un nuovo fronte nell'inchiesta giudiziaria sullo Ior, la banca del Vaticano. A fine febbraio la Guardia di Finanza ha fermato all'aeroporto romano di Ciampino monsignor Roberto Lucchini e l'avvocato Michele Briamonte, due nomi eccellenti della nomenklatura della Santa Sede. Il primo lavora nella segreteria di Stato guidata dal cardinale Tarcisio Bertone, mentre il legale, partner dello studio torinese Grande Stevens, è da anni consulente dello Ior.

Briamonte e Lucchini si sono opposti alla perquisizione esibendo un passaporto diplomatico vaticano. Dopo una convulsa trattativa e numerosi contatti telefonici con la segreteria di Stato, l'avvocato e il monsignore hanno potuto lasciare l'aeroporto romano senza consegnare ai militari le loro borse. Resta un mistero perché Briamonte, che non è cittadino vaticano, abbia a disposizione un passaporto della Santa Sede.

Di certo, l'episodio di Ciampino, con tanto di incidente diplomatico sfiorato tra Italia e Vaticano, segnala che l'inchiesta aperta a Roma sin dal 2009, con al centro gli affari dello Ior, si arricchisce di un nuovo filone. E tra i protagonisti della storia fa il suo ingresso in scena un professionista giovane e rampante del calibro di Briamonte, classe 1977, da tempo uno dei più ascoltati consulenti della curia papale.

L'avvocato torinese, allievo prediletto di Franzo Grande Stevens, il legale della famiglia Agnelli da almeno un ventennio molto introdotto anche in Vaticano, appare adesso come l'anello di congiunzione tra due vicende ugualmente scottanti: lo Ior e l'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena. Sarà un caso, ma il 5 marzo, proprio pochi giorni dopo l'incidente di Ciampino Briamonte si è visto perquisire casa e ufficio su richiesta della procura di Siena che indaga su un presunto caso di insider trading denunciato dagli stessi vertici di Mps.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/inchiesta-ior-un-caso-diplomatico/2203154