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mercoledì 5 agosto 2020

Borghesi, l’uomo che sussurra ai contabili di Capitan Salvini. - Stefano Vergine

Borghesi, l’uomo che sussurra ai contabili di Capitan Salvini

Il senatore - Con Manzoni, Di Rubba e il tesoriere Centemero, è socio della Mdr Stp che ha ricevuto mezzo milione di euro dalla Lega.
Martedì 14 luglio, ore 22. La mattina dopo, a Milano, la Guardia di finanza fermerà Luca Sostegni in procinto di scappare in Brasile. La Procura lombarda lo accuserà di essere un prestanome usato dai commercialisti della Lega, Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, per sottrarre alla Regione Lombardia 800mila euro attraverso la compravendita di un immobile a Cormano. Poche ore prima che Sostegni inizi a parlare con i magistrati, nel centro storico di Roma, in piazza di San Clemente, due uomini sulla quarantina passeggiano. E parlano. Uno di loro è Manzoni. L’altro è Stefano Borghesi, bresciano di Lumezzane, commercialista come Manzoni, ma soprattutto uomo del cerchio magico di Matteo Salvini, vice del Capitano ai tempi della segretaria della Lega Lombarda, senatore e presidente della commissione permanente Affari costituzionali.
Un fedelissimo del Capitano a colloquio con Manzoni, nei giorni caldi dell’inchiesta su cui Salvini continua a definirsi “assolutamente tranquillo” e Manzoni “completamente estraneo”. Cosa si dicevano Manzoni e Borghesi? Lo abbiamo chiesto a Borghesi, ma nel momento in cui il giornale va in stampa il senatore non ci ha ancora risposto.
Borghesi non è indagato per la vicenda della Lombardia Film Commission. Il suo legame con i commercialisti leghisti finiti sotto il faro della Procura è però un fatto documentato. Quarantatre anni, laurea in Economia e commercio, un paio di nomine nei consigli di revisione contabile di società a controllo pubblico (Agea e gruppo Poste Italiane), Borghesi è in affari con Manzoni e Di Rubba. E anche con Giulio Centemero, l’ex assistente personale di Salvini diventato tesoriere del partito.
I quattro condividono infatti le quote azionarie della Mdr Stp Srl. È la piccola società che, fra il 2018 e il 2019, ha ricevuto 39 bonifici da Lega per Salvini Premier, Lega Nord e Radio Padania. Un totale di quasi mezzo milione di euro bonificato dalle casse del partito – gravato dal debito dei 49 milioni di euro frutto della truffa sui rimborsi elettorali ottenuti presentando bilanci falsi – e arrivato a quelle dell’impresa privata dei suoi esponenti. Motivo? Servizi contabili: questo almeno è l’oggetto sociale della società dei commercialisti di fede salviniana.
“Al di là della cifra, sono tranquillo, perché tutti i soldi sono tracciati e l’attività è stata svolta ed è sotto gli occhi di tutti”, ha spiegato ieri Manzoni all’AdnKronos in merito ai bonifici ricevuti dalla sua impresa privata. Di sicuro il suo socio Stefano Borghesi è una figura importante nella ragnatela finanziaria leghista costruita dopo l’avvento di Matteo al potere. Devono averlo pensato anche Manzoni e Di Rubba quando hanno scelto di mettersi in società con lui e Centemero. Questione di date e di ruoli. La Mdr Stp Srl è infatti un’azienda di recente costituzione. È stata fondata nell’ottobre del 2018, quando i giornali avevano già raccontato di strani giri di soldi che dalla Lega erano finiti a società legate a Di Rubba e Manzoni. Ne aveva scritto L’Espresso per la prima volta nel giugno del 2018.
Perché i due commercialisti, appena venuti alla ribalta delle cronache, pochi mesi dopo decisero di creare una nuova impresa con dei parlamentari leghisti, rischiando di attirare su di essa l’attenzione mediatica che infatti è arrivata? Le quote della Mdr Stp peraltro non sono distribuite in modo equo: Di Rubba e Manzoni detengono il 96% dell’azienda, mentre Borghesi e Centemero sono titolari del 2% ciascuno. Insomma, degli eventuali utili aziendali i due parlamentari beneficerebbero in minima parte. Una spiegazione potrebbe trovarsi fra le norme che regolano le perquisizioni. Che succede se la polizia giudiziaria deve perquisire gli uffici di una società privata tra i cui soci ci sono dei parlamentari? Succede che non basta presentarsi con un decreto firmato da un giudice.
Se infatti un parlamentare (e qui sono due) ha il suo ufficio personale all’interno dell’azienda, la faccenda si è molto più complicata. Serve il voto della giunta per le autorizzazioni, cioè l’ok da parte degli stessi colleghi in Parlamento. Lo sa bene Roberto Maroni, che in virtù di questa garanzia nel ’96 evitò una perquisizione giudiziaria per la vicenda della “Guardia nazionale padana”. Ma non è sicuramente con questo obiettivo che Borghesi & C. hanno creato un’impresa.

domenica 12 maggio 2013

' o ANIMAL' - Francesco Briganti



La “Tortora” della vergogna …

Alessandro Manzoni nei “ Promessi sposi “ descrive il vero ed unico protagonista del suo romanzo in maniera estremamente realistica e fedele. Ne tratteggia la personalità, l’ambientazione, gli usi ed i costumi; ne fa uno spaccato ed una disanima che ce lo fa comprendere e, quindi, amare così come si amano tutte quelle cose di cui si riesce ad assorbire l’essenza. 
Il seicento, con le sue prevaricazioni di casta, con le sue abiezioni padronali, con le sue smanie religiose, con le sue tante giustizie private e con tutti i sotterfugi messi in atto da ciascuno di quelli che avesse un minimo di dignità o fosse impaziente dei propri diritti è il vero ed unico protagonista dentro al quale girano comprimari come don Abbondio, fra Cristoforo, don Rodrigo, la monaca di Monza, Lucia e Renzo. 
In quel seicento una delle “also star”, come si direbbe oggi, è sicuramente la Peste Bubbonica, terribile e virulenta malattia che trasmessa a mezzo della poca igiene allora vigente e causata dai topi, falcidiava i milanesi dell’epoca viaggiando ad un tasso di mortalità altissimo: non c’era casa in cui non ci fosse (questa è storia, ndr.) un malato terminale, un contagiato, un familiare appena abbandonato sui carri dei monatti. 
In quel seicento, attraversato da una sapienza medica più affine alla stregoneria che altro, pure il buon Manzoni  fa dire ai governanti quanto fosse meglio evitare i luoghi chiusi ed affollati onde non offrirsi al contagio, onde cercare una sorta di prevenzione ante litteram. 

Chi guardasse al nostro periodo storico, non potrebbe, e senza nessuna possibilità di errore, che individuare ogni e tutti gli aspetti seicenteschi  del romanzo manzoniano pari pari presenti e protagonisti in questi turpi anni del nostro, mal ce ne incolse, vissuto. 
Se fate un giro di trecentosessanta gradi attorno al Vostro asse riconoscerete, ovunque, i vari protagonisti, le ambientazioni, le monache ed i preti, i politici, gli abusi, i soprusi, i fracristoforo, i promessi sposi del vostro quotidiano. 

“Non c’è la peste!” dirà qualcuno tra il beota ed il beato, ma, solo che non lo fosse beota e beato, non tarderebbe a rimangiarsi tutto nel riconoscere a tutto campo un’altra simile, ma e ben più grave patologia, estremamente contagiosa, al momento incurabile, estremamente letale; è una sorta di encefalite letargica, a paralisi fonica e di movimento progressiva in funzione di un aggravamento geometrico, che colpisce le facoltà intellettive, paralizza i muscoli, rallenta il respiro sino al completo blocco nervoso e cardiaco e susseguente morte per asfissia  ed inedia in un trionfo di escrementi vergognosamente liberatisi dagli appositi orifizi. Pur conoscendone la causa, un batterio Gram Negativo, un clostridio sul tipo del tetano che risponde presente ogni volta si pronunciasse il suo nome: S.B.ARCORIANENSIS!, ancora oggi non si riesce a contrastarne la virulenza e la diffusione. La sua estrema pericolosità la si evince oggi dal fatto che proprio in quei luoghi creati appositamente per contrastarne la diffusione si è coperto un nuovo focolaio di infezione; tra gli operatori sanitari del P(residio)D(ifesa) si stanno riscontrando stadi avanzati della malattia e tutti i palliativi adoperati per debellarne i sintomi al massimo hanno un effetto placebo quando non, addirittura, ne favoriscono l’esplosione ed il diffondersi del contagio. Medici all’avanguardia, quasi esponenti di una “NUOVA EMERGENCY” socio-politico-sanitaria hanno pensato ad una strategia terapeutica del tutto nuova, suggeriscono non di evitare i luoghi chiusi, ma, anzi ed al contrario, di riunirsi ed affollare quei luoghi, oggi inverecondamente chiamati sezioni, per trasformarli in locali in cui diventerebbe possibile la trasformazione in P(rogetto)D(istruzione)

Dunque l’IDEA RIVOLUZIONARIA SAREBBE quella di iscriversi, noi che crediamo ancora in una salvezza possibile dal contagio e quindi dalla malattia conclamata, in massa e con cognizione di causa e con pretese di voce e con diritto di critica e con richiesta di rappresentanza a quel consesso per cambiarne i connotati dall’interno in una progressiva, virulenta, contagiosa, salvifica ascesa verso le cariche responsabili più alte. Lasciare quindi ogni strategia separatista e divisoria ed in funzione di una disinfestazione generale e generalizzata attuare sul campo una sterilizzazione fine e principio del vecchio e di un NUOVO CORSO. Pensiamoci, perché altrimenti ed a questo punto della epidemia, destinazione più certa è solo quella del LAZZARETTO.