Vent’anni fa, estate ’94, mentre il Berlusconi I inondava l’Italia di promesse e annunci di riforme palingenetiche, seguite da spot con la chiusa perentoria “Fatto!”, Indro Montanelli scrisse un amaro editoriale su La Voce, con un pubblico (e sarcastico) atto di contrizione: “Nelle ultime due settimane i consensi al governo e al suo capo sono passati dal 48 a quasi il 54%… Bisogna dedurne che è stata proprio questa politica balneare con le sue scene da telenovela… diffuse in tutta Italia (e speriamo solo in Italia) da tv pubbliche e private in gara di zelo, a provocare questa impennata di popolarità. Se le cose stanno così… dobbiamo cospargerci il capo di cenere e chiedergli scusa. I problemi non li ha ancora affrontati né risolti. Ma è chiaro che gl’italiani sono sempre più convinti che lui è il solo uomo capace di farlo, e comunque quello in cui più e meglio si riconoscono”.
Gli italiani – aggiungeva Montanelli – non amano i “personaggi color fumodilondra”, tipo De Gasperi o Einaudi: “Vorreste mettere il gioioso e giocoso Cavaliere, con le sue risate, le sue barzellette, il suo ottimismo, la sua cordialità, le sue barche, le sue ville…”. Conclusione agrodolce: non resta che la resa.“Senza bisogno di sopprimerci come minacciano di fare certi suoi alleati e ministri, finiremo automaticamente confinati in una specie di Arcadia del buoncostume politico, quello che usava quando Berta filava… Non siamo pericolosi. La nostra audience si assottiglia di giorno in giorno nella stessa misura in cui s’infoltisce quella del Cavaliere. Ave, Silvio, morituri te salutant”. Quelle parole – al netto delle ville e delle barche, sostituendo B. con Renzi – sono perfette per descrivere l’attuale luna di miele fra il premier Pie’ Veloce e moltissimi italiani. Parecchi lettori, sui social network e nelle lettere al giornale ci rimproverano quasi ogni giorno di non “lasciarlo lavorare”, di stare “sempre lì a criticare”.
Esattamente come nel ’94 dopo Tangentopoli con Berlusconi, poi nel 2012 dopo l’incubo berlusconiano con Monti, oggi c’è gente talmente disperata che si aggrappa a Renzi come all’ultima zattera e vuole fortissimamente sperare di aver trovato il nuovo uomo della Provvidenza: l’uomo solo al comando che ci porterà fuori dal guado e dal guano. L’ottimismo è obbligatorio e, ogni pur timida obiezione critica è vista come sabotaggio.
Ciò che molti non sopportano è proprio il lavoro di scavo e inchiesta che mette a nudo la propaganda: quasi che bastasse non smentire gli annunci perché questi, come per miracolo, si avverino. La tentazione di arrendersi all’ottimismo obbligatorio con un bell’“Ave, Matteo, morituri te salutant” è tanta. Ma poi basta ricordare che fine han fatto gli altri salvatori della Patria (Montanelli li chiamava “guappi di cartone”) per sapere che anche questo, se continuerà a colpi di chiacchiere e distintivo, durerà poco. E allora qualcuno magari si ricorderà: però, quelli del Fatto ci avevano avvertiti…
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=13206