Visualizzazione post con etichetta Porro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Porro. Mostra tutti i post

giovedì 10 dicembre 2020

Ecco i giacobini del Covid-19: c’è poco da ridere. - Antonio Padellaro

 

Liberté, contagé, trapassé: guidati dal Robespierre lombardo Attilio Fontana (“comprendo chi viola divieti incomprensibili e assurdi”), i giacobini del Covid inneggiano alla rivoluzione contro le limitazioni festive del perfido Conte. Sventolano copie di Libero che incitano (istigano?) alla rivolta tuonando: “Importante è disobbedire”. Pendono dall’ugola sdegnata di Mario Giordano (e di Iva Zanicchi). Riscoprono gli affetti più cari, a cominciare dai nonnini di cui ignoravano l’esistenza in vita, e che adesso come non mai bramano di sbaciucchiare cantando Che sarà sarà.

Purtroppo c’è poco da ridere, e speriamo che non ci sia molto da piangere quando il 6 gennaio si faranno i conti con gli intrepidi patrioti del virus natalizio. Con l’augurio che non sia un bilancio salatissimo in termini di vittime, come dopo la scatenata estate del contagiatevi allegramente e così sia. C’è del metodo in questa follia, a cominciare dal presidente della Regione Lombardia, ormai sovrapponibile (col degno sodale Gallera) alla macchietta che ne fa Maurizio Crozza. Travolto dai camici del cognato, dai soldi nei paradisi fiscali, dal flop dei vaccini antinfluenzali, Fontana cerca rifugio presso il ribellismo di più bassa Lega, indegno di chi ricopre una così importante carica istituzionale.

Quanto poi all’odio per il premier, si può comprendere che si usino tutti i mezzi, anche i più biechi per disarcionarlo e mandarlo a casa. Si resta però di sasso quando per fomentare l’implacabile crociata ci si percuote appassionatamente gli zebedei. Perché, cari colleghi di Libero, si ha un bel dire che “basta il buon senso per evitare norme incomprensibili”.

Purtroppo il buon senso è criterio abbastanza opinabile. Così come tutto può essere “incomprensibile” per chi non possiede capacità di giudizio e di comprendonio. Dio non voglia che pur di ottemperare al vostro appello alla disobbedienza, qualcuno un giorno non vi (ci) starnutisca in faccia, sostenendo che la mascherina comprime i diritti costituzionali (sì, abbiamo letto anche questo). Infine, a sostegno del facciamo come ci pare, citate una frase di Indro Montanelli: “Più che comandare io preferisco disobbedire”. Che però risulta abbia anche detto: “Non c’è alleato più prezioso di un nemico cretino”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/10/ecco-i-giacobini-del-covid-19-ce-poco-da-ridere/6031985/

venerdì 29 novembre 2019

Andrea Scanzi: “Il poro Porro e la bile di Salvini”.



(Stanno perdendo la testa, è bellissimo!)

Ragazzi, questa è meravigliosa. Ieri scrivo un pezzo sul Fatto in cui ricordo che Salvini ama andare in tivù dove può intervistarsi da solo. Per questo va sempre da por(r)o, che oltre ad avere il cognome che merita è un (mediamente) noto giornalista senza lettori: il suo ultimo libro è apparso timidamente in classifica sei secondi, per poi scomparire nell’indifferenza generale. E lui ne soffre, perché con librerie e teatro non si può fingere: quando i lettori/spettatori devono pagare per leggerlo/vederlo, por(r)o ha lo stesso appeal del poro asciugamano. Stacce, Nicolino. C’è chi può e chi non può.

La funzione di por(r)o, nell’ecosistema, è quella di fungere da ciabattina lisa di Salvini. E in questo non è male, perché tutto è fuorché stupido. Fa ascolti né buoni né cattivi, ma sa muoversi benissimo assecondando il potere.

Ora: io, nel pezzo, lo provocavo “accusandolo” d’essere l’ufficio stampa (neanche il più noto) di Salvini. Ovviamente lui c’è cascato come un luccio. Tipico. Non solo: per difendersi lui che ha fatto? Ha lanciato uno strale sputazzante contro di me, in cui mi ha accomunato a caso a Lerner (con cui non ho mai avuto bei rapporti) e Formigli (da cui non vado ospite dai tempi di Badoglio). E questo suo strale, ma guarda un po’, da chi è stato rilanciato sui suoi social? Ma dal Cazzaro Verde in persona, ovviamente, che per l’occasione ha aggiunto il solito titolo da dissestati neuronali: “Porro asfalta tutti” (uno come por(r)o può asfaltate giusto il viottolo di casa sua, e solo se lo aiutano).

È meraviglioso: per dimostrare di non essere uno dei propagandisti (neanche il più noto) di Salvini, por(r)o ha puntualmente dimostrato di esserlo ancora di più. Al punto che il suo politico del cuor lo ha subito rilanciato, tipo Duce con l’Istituto Luce. Sei un genio, Nico’!

Resta poi da sottolineare la rabbia incurabile del Cazzaro Verde, il cui successo del mio libro lo ha proprio mandato via di testa. Due settimane fa mi ha attaccato dopo un mio intervento a Otto e Mezzo, giorni fa ho scoperto che è arrabbiato nero con me e non accetterà più confronti televisivi con me. E ora mi riattacca di nuovo, usando la sia ciabattina lisa di riferimento. Proprio non ce la fai a non considerarmi, Matteuccio. Onorato della bile (verde) che ti provoco. Io però ti sono amico e ti invito una volta di più al debutto teatrale del Cazzaro Verde a Milano sabato 21 dicembre. Sono rimasti cento posti, un posto magari lo trovi. Ti sono così amico che ti agevolo pure il link, fatti prendere due biglietti da por(r)o stesso: https://www.i-ticket.it/…/il-cazzaro-verde-scanzi-teatro-le…

Siamo solo all’inizio, Matteo. Te l’ho già detto: non sono Saviano, mi fai solo ridere (paura proprio no) e con te mi divertirò tanto. Tu, un po’ meno.

https://infosannio.wordpress.com/2019/11/28/andrea-scanzi-il-poro-porro-e-la-bile-di-salvini/?fbclid=IwAR208myXaX-Pfea1Dh4MHwPPuTDfxlhXqHX8xSIK5S_fesLbDndNNeNM_TE