Matteo: no al bis del presidente pugliese.
C’è un antefatto giudiziario al veto di Matteo Renzi: “Se il Pd non ritira la candidatura di Emiliano in Puglia, Italia Viva andrà da sola”.
Emiliano incrocia l’indagine Consip come testimone tre anni fa. Carlo Russo (indagato poi per traffico di influenze e millantato credito) amico di Tiziano Renzi, gran chiacchierone, il 3 agosto 2016 butta lì ad Alfredo Romeo, mentre l’imprenditore è intercettato dal Noe nel suo ufficio: “È venuto a trovarmi in Salento Tiziano (…) da quest’anno poi abbiamo preso una casa (… ) sul mare (…) è venuto Emiliano più volte, insomma (…) ci stiamo divertendo”.
Il Fatto aveva già svelato a dicembre 2016 le indagini del Noe su Luca Lotti e gli accertamenti in corso anche su Tiziano Renzi. Così il 24 febbraio 2017 chiese conto a Emiliano ricevendo una smentita secca. “Ma quale visita a casa… non diciamo caz…te . Mai’”. Così riportammo la reazione del politico pugliese: “Emiliano tira fuori il telefonino e fa il colpo di teatro: ‘Eccoli gli sms con Russo: si interrompono nel 2015. Ed ecco il messaggino di Lotti che mi dice di incontrarlo’”.
La rivelazione era politicamente sensibile per due ragioni: mostrava che Russo non era un millantatore quando diceva di conoscere i renziani e si inseriva nella corsa alla segreteria del Pd. Emiliano, infatti, si era candidato contro Renzi e quando il 29 marzo 2017 fu sentito dai pm di Roma non si tirò indietro: “Il primo riferimento – spiegò ai pm – è datato 11 ottobre 2014, ore 13.43 in uscita, allorquando inviai a Luca Lotti il seguente messaggio: ‘Tu conosci un certo Carlo Russo che sta venendo a Bari a sostenermi dicendo che è amico tuo e di Elena Boschi e che ha detto a Scalfarotto di far parte del mio staff?’. Luca Lotti rispose via sms sinteticamente, subito dopo: ‘lo conosciamo’. Poiché non riuscivo a comprendere il senso della risposta, inviai altro messaggio del seguente tenore: ‘nel senso che lo devo incontrare o lo devo evitare?’; la risposta di Lotti fu ‘ha un buon giro tramite il mondo della farmaceutica, se lo vedi dieci minuti non perdi tempo’”. Bum. La “raccomandazione” a Emiliano di Russo allora era una notizia. “Devo precisare – prosegue nel verbale del marzo 2017 Emiliano – che l’origine della mia richiesta di informazione a Lotti era una notizia che un collaboratore dell’on. Scalfarotto aveva riferito a qualcuno dei miei collaboratori (non ricordo a chi in particolare), ovvero che il Russo si accreditava come componente del mio staff elettorale (in quel periodo ero candidato alle primarie del centrosinistra per la Regione Puglia), cosa che non rispondeva affatto a verità”. Quel giorno Emiliano mostra ai pm anche gli sms ricevuti dal padre dell’ex premier.
“Qualche mese prima, se ben ricordo nell’estate del 2014, avevo conosciuto Russo (…) Non ricordo esattamente in che modo Russo si era presentato a me, ma mi aveva certamente detto di essere amico di Matteo Renzi”, mentre poi le indagini accerteranno che l’ amicizia era con Tiziano, non con Matteo. Emiliano mostrò poi un sms del 10 agosto 2015 ricevuto dalla sua segretaria: “Ricevo una chiamata da Carlo Russo (… si ricorda di Tiziano Renzi…) che ha avuto mandato ufficiale da Matteo di farsi una chiacchierata informale con lei per trovare una quadra. Lui è in Salento sino al 4 settembre. Gli ho detto che gli avrei fatto sapere”. Emiliano spiegò così il seguito della storia: “Non lo contattai in alcun modo, un po’ perché avevo già intuito che tipo fosse e anche perché i miei eventuali rapporti con Renzi ovviamente li avrei gestiti in prima persona. Quanto al riferimento nel messaggio a Tiziano Renzi, preciso che non lo ho mai incontrato e che sì ci furono vari tentativi da parte di Tiziano Renzi di incontrarmi, senza successo”. Poi Emiliano mostrò ai pm due messaggi ricevuti da Tiziano Renzi. Il primo del 16 febbraio 2015: “Sono Tiziano Renzi, posso disturbare?”. Emiliano spiegò ai pm il seguito: “Non ricordo di averci parlato al telefono subito dopo, ma non lo escludo”; il secondo ricevuto il 3 luglio 2015: “Buongiorno Presidente, sono Tiziano, tra un’ora sono al Palace per un incontro”. Emiliano non rispose ma per un caso: “Ricordo di averlo letto in ritardo”.
I pm romani Mario Palazzi, Paolo Ielo e Giuseppe Pignatone usano una parte delle dichiarazioni per chiedere l’archiviazione di Tiziano Renzi: “Si tratta dell’ennesima vanteria, non corrispondente a verità, tipica dell’agire di un impostore: non solo il governatore Emiliano ha riferito di aver incontrato Carlo Russo in Bari solo occasionalmente nel 2014 e 2015 , nonché di non avere mai incontrato di persona Tiziano Renzi, ma (…) Renzi dal primo maggio 2016 al 3 agosto 2016 non si è mai recato in tale Regione”.
Mentre il Gip Gaspare Sturzo nel rigettare la richiesta di archiviazione di Tiziano Renzi cita altri punti della deposizione. “Emiliano ha riferito di aver parlato con Lotti del Russo durante la sua campagna elettorale del 2014, e di aver avuto dal Lotti notizia di una vicinanza del Russo al loro gruppo politico e della convenienza di riceverlo”, il tutto “in epoca non sospetta (ottobre 2014) e antecedente alla vicenda Consip”. Il Gip Sturzo scrive: “In sostanza, Russo Carlo, certamente è un faccendiere di un certo spessore che: (….) aveva tentato un approccio relazionale con Emiliano durante le elezioni regionali pugliesi del 2014; aveva una comprovata conoscenza con il Lotti Luca, secondo Emiliano”; E poi ancora “Lotti (…) secondo l’assunto di Emiliano effettivamente conosceva Russo e almeno nel 2015 dava una sorta di affidavit sullo stesso al politico pugliese”.
Il Gip Sturzo ha chiesto ai pm di verificare meglio il ruolo di Tiziano Renzi chiedendo nuove indagini prima di archiviare l’ipotesi di traffico di influenze in concorso con Russo e Romeo. Oggettivamente quella deposizione del marzo 2017 non ha aiutato Tiziano Renzi. E questo potrebbe essere un pessimo biglietto da visita per uno che vuole essere sostenuto da Matteo Renzi alle Regionali.