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lunedì 27 novembre 2017

Abbiamo provato a intervistare "l'erede di Einstein" ma ha declinato. Il suo perché è degno di un genio. - Renato Paone



"Sono onorata dalla richiesta, ma in questo momento non posso rispondere fino a quando non avrò compiuto il mio dovere per la Fisica".


"Il genio - dice un vecchio proverbio - non ha bisogno di lettere di nobiltà". E nemmeno di grandi spazi su copertine di importanti riviste internazionali. Dedicare tempo a interviste, a domande e quant'altro rappresenterebbe un furto di tempo alla propria vocazione, la scienza.
Sabrina Gonzalez Pasterski è considerata, ormai da diversi anni, l'erede di Albert Einstein, un altro personaggio di cui molto si è parlato e ancora si parlerà. Per ovvi motivi. Una sorte condivisa dall'americana di origini cubane, classe '93, attualmente iscritta al corso di dottorato di ricerca in Fisica all'Università di Harvard, dopo aver completato completato gli studi universitari presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT).
Dopo le prime notizie apparse sui media, la sua figura ha suscitato parecchia curiosità, spaccando in due la platea dei lettori: c'è chi la considera una "bufala", perché tante volte si è parlato di eredi di Einstein e nessuno di questi ha mai rispettato le (alte) aspettative riposte in loro, e poi c'è chi, invece, al di là di aspettative o chissà quali pretese, si è limitato a constatare la genialità di questa ragazza. E se per lei si sono scomodate figure del calibro di Stephen Hawking, Jeff Bezos e la Nasa, qualcosa di vero, in fondo, ci sarà.
"Preferisco stare lucida, e spero di essere conosciuta per quello che faccio e non per quello che non faccio", ha raccontato. Potrebbe essere una frase fatta, detta tanto per dire. E invece Sabrina è coerente con se stessa, e l'ha dimostrato. Alla richiesta di un'intervista di Huffpost ha risposto con cortesia, declinando l'offerta ci ha detto: "Sono onorata dalla richiesta, ma in questo momento non posso rispondere fino a quando non avrò compiuto il mio dovere per la Fisica". Quindi meglio rimanere concentrati sul proprio lavoro, evitare di disperdere energie nella facile notorietà e non permettere alle luci del successo - al di fuori delle mura accademiche - di distogliere l'attenzione da quel che di più concreto c'è al mondo: la scienza.

Quindi per capire il motivo del corteggiamento di Bezos e Nasa, che la vorrebbero tutta per sé, occorre analizzare, quasi con approccio scientifico, l'interminabile curriculum della Pasterski, una ragazza che a 10 anni prendeva già lezioni di volo, a 13 costruiva prototipi di aeroplani, e che poi si è presentata negli uffici della Federal Aviation Administration ottenendo in pochissimo tempo i permessi di volo.
Talento innato a cui si accompagna una dedizione totale al lavoro, caratteristica fondamentale per studiare la gravità nella meccanica quantistica. Materia affrontata, prima di lei, guarda caso, proprio da Einstein e Hawking. Quest'ultimo l'ha anche citata in uno dei suoi ultimi lavori. I suoi studi, le sue ricerche e le onorificenze ricevute nel tempo sono tutte custodite all'interno del suo blog, unico vezzo che si è concessa sul web: niente Facebook, niente Twitter o Instagram. Non ha nemmeno uno smartphone.

Scorrendo l'interminabile curriculum, si scopre che il suo nome è finito ben due volte nella classifica dei migliori 30 under 30 di Forbes, passando addirittura dal ruolo di candidata a quello di giudice che indica i nomi degli studenti meritevoli da inserire nella prestigiosa lista. Ma il suo nome compare anche nella classifica stilata da Scientific American nel lontano 2012, quando aveva solo 19 anni.
Insignita, nel 2016, del titolo di "Rising Star" dal MIT e, a seguire, dal Steven P. Jobs Trust, il fondo di Steve Jobs. Nulla di strano se ci si affida al mero giudizio espresso dai suoi professori e ai voti ottenuti. Risultati che, però, rileggendoli, farebbero sgranare gli occhi a chiunque. Senza dimenticare le collaborazioni che aveva al tempo con Blue Origin, Hertz Foundation e la stessa Nasa.
Da studentessa al secondo anno di studi universitari ha anche lavorato all'esperimento del CMS (Compact Muon Solenoid, un grande rivelatore per un esperimento di fisica delle particelle attualmente in funzione al CERN) presso il Large Hadron Collider.

Grazie alla notorietà raggiunta nel suo campo, Sabrina ha iniziato a girare il mondo, partecipando a numerosi eventi: è stata invitata in quel di Washington D.C. per "The Long Conversation at the Smithsonian", a Mosca come ospite d'onore presso l'ambasciata americana, di nuovo a Washington per l'evento "Power of Girls" del Fondo Monetario Internazionale a cui ha partecipato anche Christine Lagarde, al MiSK Foundation Women Empowerment Panel di Riad, a cui ha preso parte anche Bill Gates. È stata anche intervistata, come ospite principale, da Steve Wozniak, "papà" del personal computer, nel corso del Silicon Valley Comic Con. Il prossimo febbraio, sarà ospite al Cern, per l'"Alumni First Collisions".
Sabrina quest'anno ha compiuto 24 anni. Alla stessa età Albert Einstein pubblicava i suoi studi destinati a cambiare il mondo della scienza e non solo. I lavori di Sabrina, attualmente, non hanno ancora raggiunto il livello dell'illustre predecessore. Ma se è vero che il genio è "fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione", allora la Pasterski ha tutte le carte in regola per realizzare grandi cose. Lei, nel frattempo, continua a studiare e a fare ricerca, lontano dai riflettori e dal facile successo, sostenendo con estrema leggerezza la pesante eredità che le è toccata in sorte.