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martedì 30 gennaio 2018

Il Leggendario Averno, Il Porto Julius E La Grotta Di Cocceio. - Enzo Di Paoli



Durante il periodo delle guerre civili tra Ottaviano e Sesto Pompeo il lago d’Averno fu il Portus Julius del futuro Augusto. Molte furono le installazioni militari e molte furono le opere affidate al genero Agrippa e realizzate dall’architetto Lucio Cocceio Aucto.

Questo in particolare è l’ingresso della crypta che metteva in comunicazione il lago d’Averno con Cuma attraversando il Monte Grillo. L’utilizzo di maestranze altamente qualificate e una tecnica consolidata nei secoli permise la costruzione di questa galleria lunga circa un chilometro e perfettamente rettilinea. Illuminata da numerosi pozzi di luce durante tutto il percorso permetteva il cammino di due carri provenienti da opposte direzioni. L’utilizzo dei pozzi di luce e di aerazione disposti in verticale ed in taglio obliquo consentiva la visibilità in ogni suo tratto creando altresì una serie di fantastici giochi di luce e di ombre. Tutto ciò contribuì non poco ad alimentare le leggende legate al mondo degli Inferi ed alla Sibilla
In realtà questa opera di alta ingegneria realizzata nel I sec.a.C. fu una galleria viaria che in quel travagliato periodo servì principalmente come asse di comunicazione tra Cuma ed il Lucrino-Averno sede del porto militare di Ottaviano, in particolare l’Averno era il bacino di carenaggio della flotta e la sede dei cantieri per la costruzione delle navi il cui legname, tagliato nella vicina Silva Gallinaria, era trasportato fino al lago utilizzando la crypta.
Più volte interrata nel corso dei secoli e varie volte esplorata è detta anche Grotta della Pace dal nome dell’avventuriero spagnolo che nel XVI secolo la esplorò in cerca di un tesoro. Nel corso della II guerra mondiale i tedeschi in fuga vi lasciarono una grande quantità di materiale esplosivo. La leggenda del tesoro nascosto si è mantenuta sempre viva nei secoli tanto che nei primi anni cinquanta del ‘900 un gruppetto di ragazzi in cerca di avventure vi si introdusse, durante il percorso si imbatterono nel materiale lasciato dai tedeschi e manipolandolo le casse cercando il favoleggiato oro causarono una tremenda esplosione, le cronache del tempo ci raccontano che vi furono sette morti.
Recentemente bonificata e messa in sicurezza si attende ora la riapertura al pubblico di quella che fu una delle più grandi opere ingegneristiche della nostra antichità classica.