Il mistero dell’aereo malese scomparso, con a bordo alcuni ingegneri elettronici cinesi, resta più fitto che mai. Ora si è decretato che, stranamente, ha seguito una rotta verso sud mentre doveva dirigersi a nord, in Cina; si è decretato che tutti i passeggeri sono morti, compresi gli ingegneri elettronici cinesi, e non se ne parlerà più.
Fra una quarantina d’anni forse qualcuno indagherà seriamente, ma allora i risultati dell’inchiesta non interesseranno il grande pubblico.
Intanto viene svelato che durante l’agguato delle BR a Moro e alla sua scorta, due agenti dei servizi segreti su una Honda di grossa cilindrata vigilavano per impedire che l’azione fosse disturbata. Per la verità la notizia circolava da tempo ma era sempre stata relegata ai margini, coperta da cortine di silenzio.
Se si fosse divulgato il fatto, o semplicemente il sospetto, al tempo del sequestro, sarebbe stata una bomba atomica politica. Oggi non impressiona più nessuno.
Se si fosse divulgato il fatto, o semplicemente il sospetto, al tempo del sequestro, sarebbe stata una bomba atomica politica. Oggi non impressiona più nessuno.
Pochi anni dopo la morte di Moro fu privatizzata la banca d’Italia, il debito pubblico fu sempre più massicciamente finanziato da creditori stranieri, fino a diventare insostenibile; venne Mani Pulite, la liquidazione dei partiti che, pur rubando, erano i custodi di un’industria di Stato che aveva fatto dell’Italia una delle maggiori potenze economiche del mondo; e vennero le privatizzazioni che dovevano sanare il debito pubblico...
L’attuale sfacelo viene da lontano e va lontano.
Negli anni Ottanta un aereo di linea sudcoreano pieno di passeggeri ma anche di strumenti elettronici di rilevazione di oggetti al suolo, misteriosamente uscì dalla sua rotta per centinaia di chilometri, sorvolando un territorio sovietico ricco di installazioni militari. Non rispose agli avvertimenti, finché fu abbattuto da un caccia. Naturalmente non ci furono sopravvissuti e il fatto contribuì a screditare un’URSS già in crisi. Nessuno è più tornato su quell’episodio per chiarirlo.
Qualche anno fa una nave mercantile russa dal carico imprecisato fu abbordata dai pirati al largo delle coste finlandesi: chi ha mai sentito parlare di pirati scandinavi dai tempi dei vichinghi? Si mobilitarono nella ricerca le flotte russa e americana. La nave fu ritrovata ma dei pirati (finlandesi?) nessuno parlò più, né più si parlò di quello stranissimo episodio. Fra una quarantina d’anni qualcuno svelerà qualcosa, ma non interesserà più nessuno.
Oggi solo qualche babbeo crede ancora che J.F.Kennedy fu ucciso da un pazzoide isolato, ma allora l’ipotesi del complotto, troppo esplosiva per poter essere tollerata, fu immediatamente scartata.
La versione ufficiale del disastro aereo di Ustica fu subito messa in discussione, ma sono occorsi decenni per giungere alla conclusione che l’aereo era stato abbattuto e che contemporaneamente ci fu uno scenario di guerra nei nostri cieli, con due Mig libici precipitati in Calabria, un fatto che fu postdatato perché non fosse messo in rapporto col mistero di Ustica.
Allora non si doveva sapere, le contestazioni dei complottisti dovevano essere solo illazioni.
Dell’11 settembre si continua a rievocare l’immagine delle due torri colpite da due aerei, ma non si ricorda mai che i grattacieli collassati furono tre, né si ripropone l’immagine del Pentagono, dalle mura di pochi metri d’altezza, inverosimilmente colpite da un Boeing guidato con la perizia di un fuoriclasse dell’aviazione da un beduino che aveva seguito un corso di pilotaggio di 15 giorni.
Quelle immagini farebbero cadere la versione ufficiale, cosa che sarebbe stata letale per il potere che si è fatto forte dell’11 Settembre per completare la conquista armata del mondo. Fra una quarantina d’anni forse molte cose saranno svelate, ma interesseranno solo gli storici.
La conclusione è ovvia. In tutto ciò che ci viene comunicato c’è un non detto, e quel non detto è proprio la parte decisiva, quella indispensabile per capire e orientarsi.
Saperlo è già un’autodifesa preziosa, una misura igienica per proteggerci la mente, che resta la parte più nobile di noi. Saperlo è anche la premessa per disilludersi sulla trasparenza dell’informazione in democrazia. Non esiste trasparenza per la semplice ragione che la democrazia è solo un espediente propagandistico. Efficacissimo, purtroppo.
E ora beviamoci anche la storia dell’aereo che doveva andare a nord e per una bizzarrìa del caso si è diretto a sud.
Luciano Fuschini
www.ilribelle.com
27.03.2104
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