Il governo Crocetta punta ad avere il via libera di Sala d’Ercole all’accensione del prestito, senza aver presentato né il Dpef né il disegno di legge su Bilancio e Finanziaria 2015. Mancano anche i documenti comprovanti le scoperture bancarie di Asp e aziende ospedaliere. Il tutto nel silenzio più assoluto dei vertici istituzionali.
Qualche tempo fa, davanti alle solite proposte di indebitamento della Regione, l’ufficio del Commissario dello Stato ricordava che, senza una proiezione triennale dei conti economici, una pubblica amministrazione non può accendere alcun debito. La figura del Commissario dello Stato è stata sostanzialmente abolita meno di un mese fa dalla Corte Costituzionale e già assistiamo a una scena parlamentare a dir poco incredibile: il governo Crocetta che presenta un disegno di legge che prevede l’accensione di un mutuo da due miliardi di euro senza aver prima presentato il Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria) e, soprattutto, senza aver prima presentato il disegno di legge su Bilancio e Finanziaria 2015. E, cosa ancor più grave, assistiamo alla scena di un Parlamento dell’Isola che ha già iniziato a discutere il nuovo indebitamento da due miliardi di euro senza avere la minima idea di quelli che saranno i conti economici e finanziari della Regione nel prossimo anno.
Senza l’ufficio del Commissario dello Stato che cercava di mettere un po’ di ordine tra Palazzo Reale e Palazzo d’Orleans, ne stanno succedendo di tutti i colori. Siamo a fine dicembre e non c’è ancora il “Bozzone” con il progetto di Bilancio e Finanziaria 2015. Tutto questo ben sapendo che, ormai, non ci sono più i tempi per approvare la manovra entro il 31 dicembre. E che si dovrà per forza di cose ricorrere all’esercizio provvisorio. Tutto questo ben sapendo che l’Ars è un Parlamento e non un semplice consiglio comunale. E che per l’approvazione del disegno di legge sull’esercizio provvisorio il governo regionale è obbligato a presentare prima il disegno di legge su Bilancio e Finanziaria.
Invece, a metà dicembre, il solito Crocetta strombazza sui giornali tagli di qua e tagli di là senza aver prima consegnato i documenti ufficiali all’Ars. Ma chi dovrebbe far rispettare le regole parlamentari e lo stesso Statuto? Anzitutto, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Ma anche il presidente della commissione Bilancio e Finanze, Nino Dina, e il presidente della commissione Sanità, Pippo Digiacomo, visto che il maxi-mutuo, almeno a parole, dovrebbe servire a coprire il buco provocato dalla spesa per Asp e ospedali.
Eppure, Ardizzone non ha trovato nulla da dire ad un governo che presenta il ddl per un mutuo da due miliardi senza aver prima presentato Bilancio e Finanziaria 2015 con relativa proiezione triennale, come prescrive il buon senso e come avvertiva l’ufficio del Commissario dello Stato. Il governo Crocetta – questo è noto – ha scoperto che la Regione (non si capisce ancora con esattezza se dal 2001 o dal 2006), non ha erogato alle Aziende sanitarie provinciali (Asp) e alle Aziende ospedaliere circa cinque miliardi di euro. Il “buco” finanziario di cassa non è quindi della sanità, ma della Regione che, per ammissione dello stesso governo, non ha erogato appunto i cinque miliardi di euro alla sanità pubblica siciliana. Quindi, invece di parlare di “buco” della sanità pubblica siciliana, sarebbe forse il caso di parlare di un settore vittima di una Regione male amministrata. Ci si sarebbe aspettati che, nella relazione tecnica di accompagnamento al ddl sul mutuo da due miliardi il governo spiegasse, in primo luogo, dove sono finiti questi cinque miliardi non erogati alla sanità. Perché in una Regione “normale” cinque miliardi di euro non possono sparire nel nulla. Invece, nulla di tutto questo. Silenzio assoluto da parte di Crocetta, di Ardizzone, di Dina e di Di Giacomo.
Ma la cosa ancora più grave è che nella relazione tecnica – che definire incompleta è poco – mancano i riferimenti agli indebitamenti, veri o presunti, di Asp e Aziende ospedaliere. Dice il governo Crocetta: la Regione, in questi anni, non ha corrisposto a tali strutture sanitarie tutto il dovuto, così Asp e Aziende ospedaliere si sono indebitate con le banche. Poiché, per ogni Azienda sanitaria o ospedaliera si tratta di indebitamenti per centinaia di milioni di euro, ci si sarebbe aspettati, sempre nella relazione tecnica, di leggere i riscontri documentali – forniti dalle banche tesoriere – di tali indebitamenti. Invece, nulla. Carte che mancano, e che adesso alimentano dubbi su qualsiasi intervento finanziario di ripianamento.
Domani riprenderà la settimana parlamentare siciliana. E Sala d’Ercole è già pronta ad approvare il maxi-mutuo da due miliardi senza conoscere nulla dei conti del 2015 e della proiezione triennale. Forse, il governo alla fine della prossima settimana, porterà il “Bozzone” 2015. Magari dopo che l’Ars avrà approvato, al buio, come a poker, il mutuo miliardario.