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sabato 26 marzo 2022

Covid: Iss, aumenta incidenza, tasso massimo fra 10 e 19 anni.

 

Più reifezioni Covid fra no vax o vaccino oltre 120 giorni. Con il booster rischio morte 14 volte piu' basso.

Aumenta l'incidenza settimanale a livello nazionale ed il tasso piu' alto ha riguardato la fascia d'età degli adolescenti fra i 10 e i 19 anni. Lo indica il report esteso settimanale dell'Istituto Superiore di Sanita' che integra il monitoraggio sull'andamento dell'epidemia.

I dati del flusso ISS nel periodo 14/3/2022 - 20/3/2022 evidenziano un aumento dell'incidenza, pari a 784 per 100.000.

In aumento l'incidenza a 14 giorni in tutte le fasce d'età. Nella fascia 10-19 anni si registra il più alto tasso di incidenza a 14 giorni, pari a 2.165 per 100.000, mentre nella fascia di età 80+ anni il più basso, 801 casi per 100.000 abitanti.

Il tasso di ricoveri in terapia intensiva nel periodo 4/2/2022-6/3/2022 per i non vaccinati e' 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e circa 11 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Il tasso di mortalità nel periodo 28 gennaio 2022-27 febbraio 2022, per i non vaccinati e' circa 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e circa quattordici volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster.

Stabile il tasso di ospedalizzazione dei malati di Covid in tutte le fasce d'eta' ad eccezione delle fascia sotto i 5 anni in cui risulta in aumento.

Dal 24 agosto 2021 al 23 marzo 2022 sono stati segnalati 282.654 casi di reinfezione, pari a 3% del totale dei casi notificati. Nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati è pari a 3,4%, stabile rispetto alla settimana precedente. Il rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (inizio della diffusione della variante Omicron), segna l'aumento del rischio di reinfezione in chi non ha il vaccino, in chi aveva avuto una prima diagnosi da oltre 210 giorni, in chi ha avuto almeno una dose da oltre 120 giorni, nelle donne

Il rischio di reinfezione piu' alto per le donne viene legato verosimilmente per la maggior presenza di donne in ambito scolastico dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di factotum in famiglia.

Un rischio piu' alto riguarda anche le fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni per comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d'età over 60 e negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2022/03/26/covid-iss-aumenta-incidenza-tasso-massimo-fra-10-e-19-anni_fbdd8adc-59cc-4c7f-86b2-92a765c99578.html

lunedì 19 luglio 2021

Gli Stati Uniti ora temono «la pandemia dei non vaccinati». - Luca Salvioli

 

Tornano a salire i casi e i ricoveri oltreoceano, ma a essere sotto pressione sono gli stati con la più scarsa adesione alla campagna vaccinale.

L’epidemia ha ripreso a correre anche negli Stati Uniti. Dopo il picco dell’8 gennaio, con oltre 300mila casi in un giorno, le infezioni avevano iniziato a calare e contemporanemente la campagna vaccinale aveva iniziato a correre, prima e più velocemente rispetto all’Europa. Poi una breve risalita di infezioni in aprile per arrivare ai valori più bassi da inizio pandemia. Da due settimane la curva ha ripreso a salire, ma con diverse velocità tra gli stati.

«Questa sta diventando la pandemia dei non vaccinati - ha avvertito la direttrice della Cdc, Rochelle Walensky - stiamo vedendo una forte crescita dei casi in parti del paese che hanno una bassa copertura vaccinale, perché le persone non vaccinate sono a rischio». Stanno tornando alcune restrizioni. Chicago ha imposto dei limiti ai viaggiatori provenienti dal Missouri e l’Arkansas, considerati bacini per la variante Delta. A Los Angeles sono nuovamente obbligatorie le mascherine al chiuso anche per i vaccinati.

Gli indecisi nei confronti del vaccino.

Il messaggio delle autorità sanitarie cerca di spingere la popolazione verso una maggiore adesione alla campagna vaccinale. Gli Stati Uniti hanno raggiunto il loro picco di vaccinazioni giornaliere il 13 aprile, con 1.012 dosi per 100mila abitanti, per poi scendere fino alle 200-250 delle ultime settimane. Per fare un paragone, l’Italia è partita peggio ma ora viaggia stabilmente sopra le 900 dosi giornalieri per 100mila abitanti da inizio giugno.

Negli Stati Uniti ha ricevuto almeno una dose il 56% della popolazione, mentre il 48% ha completato il ciclo vaccinale. In Italia - in linea con i principali paesi europei - il 61,5% ha ricevuto almeno una dose, e il 45,2% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. La copertura è dunque simile.

Torna l’emergenza negli stati con meno vaccinati

Gli Stati Uniti vedono però una linea di demarcazione tra gli stati con una scarsa percentuale di vaccinati, che vivono una nuova ondata di ricoveri, e quelli con una maggiore protezione. A Mountain Home, Arkansas, dove ha fatto due dosi meno di un terzo della popolazione, gli ospedali soffrono nuovamente, racconta il New York Times.

«Sappiamo che il 99,5% delle persone che ora sono in ospedale non sono vaccinate e le persone che stanno morendo di Covid non sono vaccinate», ha detto Jen Psaki, la portavoce della Casa Bianca.

Guerra alla disinformazione.

L’amministrazione Biden è in polemica con Facebook per il ruolo del social nella diffusione di disinformazione capace di alimentare la propaganda contro il vaccino («Stanno uccidendo persone», ha detto il presidente americano).

L’immunologo Anthony Fauci alla Cnn ha detto: «Se al tempo avessimo avuto la copertura negativa che stanno avendo i vaccini su alcuni media, probabilmente avremmo ancora il vaiolo. E probabilmente avremmo ancora la polio in questo paese, se avessimo avuto il tipo di informazioni false che vengono diffuse ora».

IlSole24Ore

mercoledì 21 ottobre 2020

Coronavirus, 10.874 nuovi casi con 144.737 tamponi. Quasi 800 ricoveri in 24 ore e altri 73 malati in terapia intensiva. (20 .10.2020)

 

Le tre regioni con i maggiori incrementi sono Lombardia (2.023), Piemonte (1.396) e Campania (1.312). Male anche Lazio e Liguria. I morti sono 89. Forte incremento di ospedalizzazioni con +778 in reparti Covid e +73 in terapia intensiva: si tratta, rispettivamente, dei peggiori dati dal 27 marzo (+1.276) e dal 30 marzo (+75).

Nelle ultime 24 ore sono 10.874 i nuovi casi di coronavirus accertati in Italia su 144.737 tamponi processati (87.680 i casi testati) e un rapporto del 7,5% in calo rispetto agli ultimi due giorni. Forte incremento di ospedalizzazioni con +778 in reparti Covid e +73 in terapia intensiva: si tratta, rispettivamente, dei peggiori dati dal 27 marzo (+1.276) e dal 30 marzo (+75). I morti sono 89. Le tre regioni con i maggiori incrementi sono Lombardia (2.023, di cui 1.054 in provincia di Milano e 515 in città), Piemonte (1.396) e Campania (1.312), seguite dal Lazio (1.224). Male anche la Liguria, con il nuovo record di positività in ventiquattr’ore: sono state 907. Solo due regioni hanno meno di 75 casi: Molise e Basilicata, rispettivamente con 26 e 17 contagi.

Prosegue quindi l’incremento prossimo al 100% sullo stesso giorno della settimana precedente: martedì 13 furono 5.901 i casi accertati con 112.544 tamponi. Tra lunedì e martedì di questa settimana sono 20.212 i nuovi infetti rintracciati, il 12 e 13 ottobre furono 10.520. Sette giorni fa i ricoverati con sintomi erano 5.076 e le persone in terapia intensiva 514, oggi sono 8.454 e 870. Il saldo tra ingressi-uscite fa segnare quindi un incremento di posti letto occupati negli ospedali di 3.378 unità e 356 in rianimazione.

Dall’inizio della pandemia sono 434.449 i contagiati accertati. Di questi 255.005 sono clinicamente guariti o sono stati dimessi, mentre 36.075 sono deceduti. Gli attualmente positivi sono 142.739, di cui 133.415 sono in isolamento domiciliare, mentre quasi 10mila, come detto, necessitano di assistenza in strutture sanitarie. Le regioni che fanno segnare i peggiori trend di crescita nelle ospedalizzazioni sono Lombardia (+132 in reparto e +10 in terapia intensiva), Piemonte (+154 e +1), il Lazio (66 e 12), il Veneto (63 e 7) e la Liguria con 69 persone in più ricoverate con sintomi ma due posti letto in meno occupati in terapia intensiva.

I dati regione per regione

Lombardia 2.023 – ieri 1.687
Piemonte 1.396 – 933
Emilia-Romagna 507 – 552
Veneto 490 – 402
Lazio 1.224 – 939
Campania 1.312 – 1.593
Toscana 812 – 986
Liguria 907 – 323
Puglia 295 – 321
Sicilia 574 – 362
Marche 89 – 98
Trento 94 – 79
Friuli Venezia Giulia 131 -159
Abruzzo 184 – 159
Sardegna 221 – 159
Bolzano 209 – 85
Umbria 194 – 167
Calabria 94 – 108
Valle d’Aosta 75 – 135
Basilicata 17 – 22
Molise 26 – 38

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/20/coronavirus-10-874-nuovi-casi-con-144-737-tamponi-quasi-800-ricoveri-in-24-ore-e-altri-73-malati-in-terapia-intensiva/5973305/