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venerdì 13 novembre 2020

Arcuri esclude le Regioni “Al vaccino ci penso io” - Giampiero Calapà

 

La pandemia. In Usa si allungano i tempi per l’ok.

“Si conferma il rallentamento della crescita. Per capire la curva dei casi non si deve guardare mai solo il dato giornaliero, ieri peggiore rispetto a mercoledì, ma occorre soffermarsi sul rallentamento dei nuovi casi e dei ricoveri. Ricordo che solo pochi giorni fa abbiamo sfiorato 40 mila contagiati. Per questo a mio parere un lockdown generale ora non serve, si deve continuare a ragionare regione per regione con le zone rosse, gialle e arancioni e a livello locale”. Questo è il parere del fisico Giorgio Sestili, la cui pagina Facebook “Coronavirus, dati e analisi scientifiche” è seguita da quasi centomila persone. Ieri i nuovi casi registrati dal bollettino della Protezione civile sono stati 37.978 (+5.017 rispetto a mercoledì) a fronte di 234.672 tamponi (+9.032). Ancora un numero spaventoso di morti: 636.

“I report dell’Istituto superiore di sanità ci dicono che in media tra la comparsa dei sintomi – spiega Sestili – e il decesso passano dodici giorni. Ma è chiaro, e l’abbiamo visto, ci sono molti ritardi nella comunicazione delle informazioni, arrivano notifiche anche molti giorni dopo”. In terapia intensiva ci sono 3.170 persone (la variazione è di +89 malati rispetto a mercoledì), siamo ormai vicini al picco massimo del 3 aprile: 4.068. In reparto ordinario ci sono 29.873 pazienti (+429): già superato il picco massimo del 4 aprile quando erano 29.010. Però Sestili vede il bicchiere mezzo pieno: “Se mercoledì registravamo diverse note positive con una curva dei casi che non saliva pur con molti tamponi fatti, ieri i contagi aumentano rispetto agli ultimi sei giorni (va anche sottolineato che c’è un record di tamponi). Non dobbiamo scoraggiarci, però, perché ci sono altre note positive: il numero dei nuovi ricoveri in terapia intensiva che è la metà rispetto a 24 ore prima e anche il dato dei posti letto occupati che non sale in maniera decisa. In entrambi i casi siamo fuori da una crescita esponenziale: possiamo dire che si cominciano a osservate gli effetti del Dpcm del 25 ottobre e fra qualche giorno potremmo cominciare a vedere gli effetti del Dpcm del 4 novembre e dei provvedimenti successivamente adottati dalle Regioni”.

È sempre la Lombardia a registrare il maggiore incremento nel numero dei contagi (+9.291), poi Piemonte (+4.787), Campania (+4.065) e Veneto (+3.564).

Ottimismo anche dal commissario straordinario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri: “La curva dei contagi finalmente inizia a raffreddarsi”, sostiene fissando alcuni obiettivi: “Bisogna diminuire la pressione sui pronto soccorso”, e anche esprimendo qualche critica alla gestione sanitaria: “Il 50% dei ricoverati in terapia intensiva non è intubato e, quindi, dovrebbe stare altrove”. Arcuri ha anche rotto gli indugi su quella che sarà la gestione dell’atteso vaccino: “Lo somministreremo ai primi italiani a fine gennaio, personale sanitario e anziani, anche se non ci sarà subito per tutti: il ministero ci fornirà un target delle prime persone da vaccinare”. Detto questo non saranno i governatori delle Regioni ad occuparsene: “Il governo ha deciso che ci sia una centralizzazione del meccanismo”. Intanto dagli Stati Uniti slittano già di una ventina di giorni i tempi per l’approvazione definitiva del vaccino Pfizer da parte dell’agenzia del farmaco americana, la Fda: secondo l’esperto governativo Larry Corey, direttore del “Covid-19 Prevention Network” dell’Istituto nazionale delle malattie infettive guidato da Anthony Fauci, la decisione arriverà a Natale o poco prima ma non a fine novembre: “Voglio chiarire le aspettative sui tempi. Si tratta di una grossa decisione, ci sono moltissimi dati da analizzare e valutare”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/13/arcuri-esclude-le-regioni-al-vaccino-ci-penso-io/6001960/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=oggi-in-edicola&utm_term=2020-11-13

Covid, quasi 38mila nuovi contagi. Arcuri: 'I vaccini in Italia a fine gennaio'. -

 

Record di tamponi a 234mila, incidenza positivi risale al 16%.

I primi vaccini in Italia tra due mesi, prima agli operatori sanitari e agli anziani, distribuiti attraverso un piano del ministero della Salute: un "meccanismo centralizzato" e non su base regionale. Il countdown per l'arrivo della cura anti-Covid nel Paese è cominciato inseguendo una data ufficiale: "Confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio", annuncia il Commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri. A ricevere subito le dosi saranno un milione e 700mila cittadini, che saranno scelti in base ad una serie di categorie individuate in funzione della loro "fragilità e potenziale esposizione al virus". Dunque davanti alla fila ci saranno, com'era prevedibile, le persone che negli ospedali lavorano in prima linea sul fronte della lotta al virus, ma anche gli anziani e i fragili. In coda i più giovani.

Parole di speranza arrivano dallo stesso premier Giuseppe Conte, per il quale la distribuzione, in tutto il mondo, dovrà essere "equa" e sarà "una sfida enorme che richiede una pianificazione molto accurata". In queste settimane di attesa sarà messo a punto un piano del ministero della Salute che prevederà un determinato target di persone.

La cura non avverrà quindi "da domani né da subito per tutti" e la distribuzione non sarà su base regionale, ma "il governo ha deciso per una centralizzazione del meccanismo", individuando le categorie dei primi cittadini per i quali la somministrazione - da parte di medici e di chiunque sia già deputato farlo - sarà necessaria, spiega il commissario Arcuri, investito in queste ore dal Governo anche come responsabile del piano operativo per la distribuzione delle dosi in Italia. "Non serve avere il vaccino in un luogo A piuttosto che in un luogo B", sottolinea il Commissario, frenando le parole di chi, come l'assessore alla Sanità della Sardegna, Mario Nieddu, si diceva già sicuro che "entro gennaio" sarebbe arrivato nella propria regione.

"Da ieri in Italia il Covid ha contagiato più di un milione di concittadini, un italiano su 60 è stato colpito. Ma la curva finalmente sembra iniziare a raffreddarsi: ci sono Regioni dove si avvertono i primi segni di raffreddamento dell'epidemia e altre dove la situazione resta critica e bisogna intervenire ancora per contribuire a raffreddare la crescita dei focolai. Credo che il sistema stia progressivamente dando i risultati che ci aspettavamo" ha aggiunto Arcuri, il quale ha sottolineato che "i contagi crescono dieci volte meno rispetto a un mese fa".

La Difesa è al tavolo per la pianificazione della distribuzione del vaccino. A quanto si apprende, come avvenuto per distribuzione dei dispositivi sanitari a marzo, saranno messe a disposizione le capacità del personale dell'esercito italiano. Per la distribuzione dei vaccini dovrebbe essere prevista una logistica 'ad hoc' da parte della Difesa, già impegnata in missioni per sostegni logistici a lungo raggio come le operazioni internazionali. Non si esclude al momento, così come già avviene a Milano per il vaccino influenzale, l'ipotesi che i militari possano essere adoperati anche per la somministrazione delle dosi.

Intanto sono 37.978 i nuovi contagi da coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 636.  Il totale dei casi individuati da inizio epidemia sale così a 1.066.401, mentre i morti sono ora 43.589. In un singolo giorno non si registrava un numero così alto di vittime dal 6 aprile scorso, anche in quel caso furono 636.

E' ancora record sui tamponi in Italia: sono 234.672 quelli effettuati nell'ultimo giorno, circa novemila più di ieri. Il rapporto tra positivi e test risale al 16,18%, quasi il 2% in più rispetto a ieri. Aumentano di 89 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia.  Le persone in rianimazione sono ora 3.170.

I ricoverati con sintomi in reparti ordinari per Covid sono aumentati di 429 unità e sono ora 29.873. In isolamento domiciliare ci sono 602.011 persone (+21.178). Gli attualmente positivi sono 635.054 (+21.696), i guariti e dimessi sono 387.758 (+15.645).

Resta la Lombardia la regione con il maggiore aumento di nuovi casi  nelle ultime 24 ore che, secondo l'ultimo bollettino, sono 9.291. Seguono il Piemonte (4.787), la Campania (4.065), il Veneto (3.564), il Lazio (2.686), l'Emilia Romagna (2.402) e la Toscana (1.932). Sul totale di 636 vittime nelle ultime 24 ore, 187 sono state registrate nella sola Lombardia.

(foto: Affissioni a Genova per sensibilizzare la popolazione sui giusti comportamenti anti-contagio - ANSA)

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2020/11/12/covid-37.978-nuovi-contagi-636-morti-_3b7248f0-5b21-42eb-902b-859b5c24700d.html