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sabato 18 ottobre 2014

La "graviola"



Il sapore non riesco a paragonarlo a nessun altra frutta, così come tutta la frutta tropicale ha il suo sapore unico. 
Certa frutta è talmente dolce che risulta disgustosa, altra invece dolce al punto giusto. 
Per me ogni volta che la mangio per la prima volta, è sempre una sorpresa ( positiva) , in quanto in linea generale è tutta buona, ricca di fibre e succosa. 
La graviola in particolare è dolce al punto giusto, molto succosa e leggermente acida, non disgusta. 
Qui si consuma in diversi modi: a fette nel piatto con un po di zucchero sopra (come ho fatto io prima), oppure dopo aver tolto i semi (duri come quelli dei cachi) si fa un frullato con acqua e zucchero o con latte e zucchero e si serve con ghiaccio (ottimo, davvero rinfrescante e dissetante). 
Poi si fanno i gelati e gli yogurt. 
Sulle proprietà benefiche non dico nulla, perchè mi pare di aver capito che già sai tutto e sei informata.

Paolo Furia.

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Inoltre: 


Le numerose virtù della graviola, la pianta tropicale dai frutti a forma di cuore.

La graviola (Annona muricata) è un piccolo albero sempreverde, di cui molti ignorano l’esistenza, alto 5-6 metri, appartenente alla famiglia delle Annonaceae, con grandi foglie lucide verde scuro, che cresce in Amazzonia, nelle foreste pluviali del sud-America, producendo un grande frutto commestibile, a forma di cuore, di 15-20 cm di diametro, di color giallo-verde, con polpa bianca, leggermente aspro-acida al suo interno; venduto nei mercati locali tropicali , dove è chiamato guanábana nei paesi di lingua spagnola e graviola in Brasile. GRAVIOLA 2La medicina naturale ai Tropici utilizza tutte le parti della graviola, compresa corteccia, foglie, radici e semi, attribuendo ad essi proprietà ed usi differenti. In generale, il frutto e il succo del frutto vengono utilizzati per combattere vermi e parassiti, abbassare la febbre, come astringente in caso di diarrea e dissenteria; i semi triturati contro i parassiti interni ed esterni, i pidocchi e i vermi; la scorza, le foglie e le radici, prese sotto forma di tè, come sedativi, antispastici, ipotensivi e nervini. Per uso esterno invece, l’olio del frutto non maturo veniva mescolato ad altri oli per unguenti contro nevralgie, dolori reumatici e artrite.
GRAVIOLA COPLa graviola, impiegata dagli Indigeni fin dai tempi più remoti, è stata oggetto di numerosi studi sin dal 1940 e l’attenzione di molte ricerche si è focalizzata su un nuovo insieme di sostanze chimiche presenti al suo interno: le acetogenine annonacee, che avrebbero significative proprietà antitumorali (contro alcuni tipi di cancro, ad es. al colon, al seno e alla prostata) e tossiche selettive contro vari tipi di cellule cancerogene, senza danneggiare quelle sane. La speranza è che gli studi scientifici possano proseguire, fino all’individuazione di una corretta modalità di utilizzo fitoterapico della graviola al fine di contrastare i tumori. La graviola conta solo 75 kcal ogni 100 gr. di prodotto, per cui è un frutto ideale per un regime alimentare ipocalorico; è ricca di sali minerali (ferro, magnesio, potassio), vitamine del gruppo B e soprattutto vitamina C, indispensabile per prevenire l’influenza e il raffreddore, per potenziare il sistema immunitario e per proteggere la pelle e i tessuti dall’invecchiamento.
GRAVIOLA COP 1Inoltre, contiene GABA (acido ammino-butirrico) che calma l’ansia, fitosteroli, che riducono i livelli ematici di colesterolo cattivo; acido ellagico, che rinnova derma ed epidermide; reticolina, che combatte il dolore; cumarine, ad azione antibatterica e antivirale, la stepharine, con attività anti-ipertensiva e tannini, cui si devono le proprietà anti-diarroiche e astringenti del frutto. Avendo mostrato un’attività di stimolazione uterina in uno studio condotto sui ratti, non va assolutamente usata in gravidanza.

giovedì 11 aprile 2013

Graviola: rimedio naturale contro il cancro?




Graviola è il nome con cui le popolazioni di lingua portoghese indicano l'albero Annona muricata, fruttifero sempreverde appartenente alla famiglia delle Annonaceae, tipico delle foreste tropicali. I suoi frutti deliziosi, morbidi e succosi, riconoscono svariati impieghi alimentari, e possono essere consumati interi o come base per la produzione di frullati, succhi, cocktail, sorbetti e gelatine. E' tuttavia nella corteccia, nelle foglie, nelle radici, nei semi e nei ramoscelli, che la graviola racchiude molecole dalle possibili applicazioni nella cura contro il cancro. Alcune di queste sostanze sono state ribatezzate acetogenine annonacee, e sono tuttora ritenute responsabili dei sorprendenti effetti antitumorali ed antivirali ampiamente dimostrati in vitro. GraviolaUna di queste sostanze, la cis-annonacina, ha dimostrato un effetto citotossico (capacità di danneggiare le cellule, in questo caso tumorali) nei confronti di linee cellulari dell'adenocarcinoma del colon, 10.000 volte superiore a quello dell'Adriamicina ® (Doxorubicin), chemioterapico usato nel trattamento di una vasta famiglia di forme tumorali.
Gli estratti etanolici della graviola si sono dimostrati efficaci contro il virus Herpes symplex, il protozoo responsabile della leishmaniosi ed il mollusco di acqua dolce Biomphalaria glabrata, ospite del verme parassita Schistosoma mansoni.
In vitro, le acetogenine estratte dalla graviola hanno dimostrato importanti effetti citotossici contro cellule cancerose del fegato (epatoma), del seno (MCF-7), della prostata (PC-3), del pancreas (PACA-2), del polmone (A-549) e del colon (HT-29). Purtroppo non esistono a tutt'oggi studi su larga scala che confermino le proprietà antitumorali della graviola sulla specie umana, come del resto dimostra la mole piuttosto esigua di studi reperibili su pubmed. In molti siti internet, per contro, si narrano aneddoti su un tentativo fallito di brevettare alcune acetogenine da parte di un'importante industria farmaceutica, che dopo 7 anni di studi abbandonò il progetto per l'incapacità di sintetizzare molecole specifiche e brevettarle. Allo stesso tempo si decantano le notevoli proprietà antitumorali della graviola e la mancanza degli effetti collaterali tipici dei farmaci chemioterapici (affermazione non del tutto esatta). Aldilà delle considerazioni più maliziose e dei piani marketing, non dobbiamo dimenticare: a) l'assenza di studi clinici significativi sull'uomo; b) la possibile interferenza con concomitanti terapie chemioterapiche; c) le difficoltà di standardizzazione dei principi attivi, legate agli innumerevoli fattori che influenzano la resa della pianta, ma anche a possibili sofisticazioni. Oltretutto, la graviola produce effetti collaterali non trascurabili, come quelli ipotensivi, vasodilatatori e cardiodepressivi (diminuisce l'eccitabilità miocardica); tra gli altri possibili effetti collaterali si sottolineano la nausea ed il vomito (ad alte dosi) ed i disordini del movimento, con mieloneuropatia e sintomi simili a quelli della malattia di Parkinson. In caso di utilizzo prolungato, l'effetto antibatterico potrebbe alterare la normale flora batterica intestinale. L'utilizzo di graviola è sconsigliato in soggetti ipotesi o cardiopatici; prudenza nei pazienti in trattamento con farmaci ipotensivi. Non usare durante la gravidanza e l'allattamento.
Per quanto esposto nell'articolo, è a dir poco essenziale che ogni eventualità d'utilizzo venga preventivamente discussa con personale sanitario esperto ed informato sulle modalità d'uso, sui potenziali effetti collaterali e sulle interazioni farmacologiche della graviola.