In nome di Giovanni Guarascio, l’imprenditore vittoriese che si diede fuoco, e non solo. La Sicilia degli amministratori locali, con il sostegno del governo regionale, è in prima fila. Una missione impossibile: ottenere l’impignorabilità della prima casa e dei beni strumentali anche per le banche. Impossibile e tuttavia, in corso.
Piero Gurrieri, assessore alla trasparenza a Vittoria e coordinatore del movimento dei sindaci italiani che si battono contro le “aste” senza se e senza ma. La tragedia nella sua città, certo, ma c’è dell’altro. Le Procure cominciano a dare uno sguardo, finalmente attento, a tutto ciò che gira attorno alle aste, brutti ceffi e malandrini, insieme a comitati d’affari che speculano sulle sventure altrui. Falchi in attesa della preda, grazie a una normativa che sembra stare tutta dalla loro parte.
I municipi sono chiusi ai pregiudicati ed a malavitosi, ma le aule del tribunali sono aperte. Chiunque può partecipare ad un’asta, la fedina penale non conta nulla. La Procura di Ragusa ha ordinato le manette per un avvocato, l’inchiesta è in corso e promette importanti risultati. Ci sono 800 aste in attesa di essere espletate nel ragusano. La provincia più ricca dell’Isola. Immaginate quel che succede altrove. Un mondo opaco, spesso privo di scrupoli. Off shore amministrato dallo Stato.
Per avvantaggiare il creditore? No, nemmeno questo. Le procedure che vengono seguite – in specie le banche: il 95 per cento delle aste sono originate da loro istanze – danneggiano il più delle volte proprio i creditori, perché quel che si “arraffa” nelle aste è niente rispetto al valore dell’immobile. Il debitore viene rovinato – perché gli si toglie tutto e non può onorare il suo debito – il creditore incassa una percentuale irrisoria della sorte capitale del credito, la pubblica amministrazione perde il gettito d’imposta di un cittadino che, sostenuto, può ancora produrre reddito per sé e per lo Stato.
C’è di più: per alleggerire il lavoro dei tribunali fallimentari, si delegano le aste ai professionisti, che svolgono il loro lavoro negli studi professionali. Controlli modesti, quasi inesistenti.
Il decreto del fare ha affrontato la questione dell’impignorabilità delle case d’abitazione e dei beni strumentali, se unici, ma solo sul versante dell’ente di riscossione. Le banche sono state lasciate fuori, come al solito. La legislazione tende a tutelare le posizioni dominanti, non è una novità.
Giovanni Gurrieri e Dario Cartabellotta, il movimentio dei sindaci e l’assessore alle Risorse agricole, in rappresentanza del governo della Regione Siciliana, hanno spiegato ai giornalisti, nel corso di una conferenza stampa, che i provvedimenti emanati dal governo potrebbero essere migliorati. “Chiederemo una sospensione di sei mesi delle procedure, stop alle aste, in attesa dell’approvazione di una nuova legge, al fine di evitare che nel cinque-sei mesi previsti per il suo esame e l’approvazione della legge, vengano rovinate altre imprese”.
Svolta nella legislazione e nell’amministrazione della giustizia, dunque. Dalla parte del debitore “onesto”, dell’imprenditore inguaiato dalla crisi, di chi non paga perché non può e vuole essere aiutato a rispettare i patti e ricominciare da capo. Finora si è stretta la mano agli speculatori, avvantaggiato la nascita, crescita ed arricchimento dei comitati d’affari, gli usurai ed i “cartelli” della speculazione. Il governo regionale ha proposto una legge voto – la materia non è di competenza regionale – i sindaci hanno mobilitato i parlamentari – di maggioranza e di opposizione (M5Stelle) – credono di potercela fare. Giovanni Guarascio non sarebbe morto invano. Il miracolo gli appartiene.