La lettera - L’inchiesta sulla corruzione al Careggi parte da una soffiata: “Si vive in un silenzio omertoso”. I pm hanno riscontrato le sue parole.
“Oggetto: delazione anonima”. È il 23 ottobre 2019 quando il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, invia al suo capo Giuseppe Creazzo, il testo di una lettera che è appena giunta sulla sua scrivania: “Mi pregio trasmettere per le relative determinazioni l’allegata delazione anonima proveniente da un asserito ‘accademico di Medicina di Careggi’”. Nel linguaggio tra togati, le “relative determinazioni”, altro non sono che l’avvio di un’indagine. L’asserito “accademico di Medicina di Careggi” chiude la sua missiva con queste parole: “So che l’anonimato non rappresenta il massimo, ma non tutti hanno la forza e la possibilità di seguire strade giudiziarie. Spero che possiate interrompere questa vergogna!”. Eppure due anni prima, era il 2017, un ricercatore universitario ebbe la forza di denunciare: il suo nome è Philip Laroma Jezzi – oggi è professore associato a Firenze – e grazie al suo esposto e alle prove prodotte fu avviata l’indagine che disvelò il baronaggio operato in tutta Italia nel diritto tributario. Fu il primo grande terremoto nell’ateneo fiorentino. E non fu l’ultimo. L’anno successivo un’altra inchiesta travolse la facoltà di Medicina e, in questi giorni, siamo di fronte alla terza ondata causata dalla nuova indagine condotta da Tescaroli e dal pm Antonino Nastasi.
Pur non avendo il coraggio di Laroma – che ha sempre sostenuto di non essere un “eroe” ma di aver fatto solo il suo dovere: denunciare – l’anonimo “accademico di Medicina di Careggi” ha comunque dato un notevole impulso all’indagine. Ha infatti allegato alla sua lettera 11 nominativi per altrettanti concorsi. “Per dimostrarLe che non mi sbaglio – scrive l’anonimo a Tescaroli – Le indicherò i vincitori dei concorsi accademici in atto prima ancora che molte commissioni presiedute dai baroni di Careggi si siano ancora insediate”. Circa 18 mesi dopo bisogna ammettere che in 7 casi su 11 l’anonimo l’ha azzeccata in pieno. Il primo dei nominativi vince il 14 ottobre 2019, quindi prima che la lettera giunga in procura, mentre il secondo risultato lo azzecca 24 ore dopo che Tescaroli ha trasmesso la missiva a Creazzo. E il lato più incredibile sta nel fatto che il vincitore indicato – come sottolineerà qualche mese dopo la Guardia di Finanza – è anche l’unico candidato. Il terzo vaticinio è datato 31 dicembre 2019: l’anonimo ha individua 3 nuovi professori ordinari su 3. Trattandosi di un anonimo, e non sapendo se i professori indicati siano indagati per i concorsi in questione, in questa sede decidiamo di non menzionarli. Se decidiamo di pubblicare le parole dell’anonimo è perché il suo scritto non soltanto è un atto depositato nell’indagine, ma è anche uno degli inneschi principali che hanno portato Tescaroli e Nastasi ad avviare l’indagine che oggi conta una trentina di professori indagati – molti per corruzione – tra i quali il rettore Luigi Dei. Nessuno scambio di denaro poiché il do ut des riguarda la spartizione delle nomine nei concorsi.
Prima di tornare al nostro anonimo segnaliamo che Tescaroli allega, alla comunicazione inviata a Creazzo, anche una nota, pubblicata dall’associazione Trasparenza e Merito, con la quale l’Osservatorio indipendente sui concorsi universitari aveva segnalato – proprio al Rettore, oltre che all’Anac e al Miur – probabili criticità su alcuni dei concorsi mezionati dall’anonimo. Un dettaglio che getta sulla vicenda una luce ancora più incredibile.
“Gentilissimo”, scrive l’anonimo a Tescaroli, “sono un accademico di Medicina di Careggi, penalizzato ed escluso dalla mafia dei baroni che da anni decide vita e morte di una classe di medici che, salvo rarissime eccezioni, in un silenzio omertoso, accetta di buon grado ogni decisione, qualunque essa sia, sperando un giorno di coronare il suo sogno di mediocre universitario: avere la cattedra! Bene, dopo i recenti scandali, nulla è cambiato (…). Ho letto con entusiasmo che la vicenda cattedropoli le è stata affidata e confido nella sua integerrima capacità di perseguire l’attività illecita, già dimostrata in veste di pm in processi chiave del nostro paese. Sappia che non uno dei concorsi che si stanno svolgendo è regolare. Praticamente tutti sono caratterizzato da bandi profilati atti a facilitare un vincitore, che nel 90% dei casi è un interno, spesso unico candidato presente! È una vergogna!”.
Non sappiamo se davvero il 90% dei concorsi è truccato – e ci auguriamo che non sia così – e ovviamente la “mafia dei baroni”, espressione molto dura, non ha nulla a che vedere con la mafia, che Tescaroli conosce molto bene per averla combattuta sin da giovanissimo pm in Sicilia. Però l’anonimo aveva visto giusto: nonostante le indagini in corso da anni, secondo l’accusa, le spartizioni e le corruzioni continuavano. Nonostante le segnalazioni delle associazioni, ancora una volta, si è dovuto attendere l’azione della magistratura.
ilFQ - 17.3.2021