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domenica 14 luglio 2024

Masuda Iwafune. Giappone.

 

La Masuda Iwafune è una grande e misteriosa struttura in pietra situata ad Asuka, Giappone. Questo monumento megalitico, conosciuto anche come "Nave Roccia Masuda", è ricavato da un singolo pezzo di granito ed è notevole per la sua forma insolita, che assomiglia a una barca o a una nave.
La pietra misura circa 11 metri di lunghezza, 8 metri di larghezza e 4,7 metri di altezza, pesa circa 800 tonnellate. Nonostante un approfondito studio, la data esatta della sua costruzione, lo scopo e i metodi utilizzati per intagliare la pietra sono ancora sconosciuti

giovedì 1 agosto 2019

La misteriosa nave naufragata 500 anni fa: ripresa per la prima volta negli abissi. - Francesco Milo Cordeschi



Ha atteso circa cinquecento anni prima di venire allo scoperto. Denominata "Okänt Skepp", o "Nave sconosciuta", dall'equipe di ricerca che ha guidato l'indagine archeologica, l'imbarcazione risalirebbe alla fine del XV e l'inizio del XVI secolo. Grazie al contributo degli studenti di dottorato dell'Università di Southmpton e del Royal Institute of Technology di Stoccolma, sono state consegnate le esclusive immagini del relitto. Qualcosa di "incredibile" ha commentato Rodrigo Pacheco-Ruiz, archeologo marittimo a guida del team MMT: "Siamo al settimo cielo". Secondo gli esperti l'imbarcazione sarebbe precedente alla storica "Swedish warship Mars", la più grande nave da guerra dell'epoca, oltre che alla Guerra del nord dei sette anni (1563-1570), la battaglia che coinvolse le navi più imponenti della Scandinavia moderna. Ad oggi la "Okänt Skepp" è il relitto nel miglior stato di conservazione del tempo. "Crediamo sia il naufragio più antico del Baltico" - precisa Pacheco-Ruiz - "cambierà per sempre le nostre conoscenze".

martedì 23 aprile 2019

Ora che Berlusconi affonda, i topi fuggono. - Massimo Fini

topiPDL

Sul Fatto del 15.4 Antonello Caporale fa un divertente elenco dei transfughi di Forza Italia che lasciano ‘in articulo mortis’ Silvio Berlusconi cercando un approdo più o meno sicuro nella Lega o dalla Meloni. Fra i più noti ci sono Elisabetta Gardini, Denis Verdini, Vittorio Sgarbi, Paolo Bonaiuti, seguiti da una serqua di consiglieri regionali, comunali e altri che hanno incarichi di rilievo in quel partito. Caporale nota che fra coloro che hanno disertato e che si vergognano un po’ di questo voltafaccia, l’ipocrita formula di rito è: “Lascio Forza Italia dopo una lunga e dolorosa riflessione”.
Una menzione speciale fra questi voltagabbana meritano Bonaiuti e Sgarbi. Quando lavoravo al Giorno negli anni 80, e Silvio Berlusconi non era ancora apparso sulla scena politica, il collega Bonaiuti era più a sinistra di Satanasso e io, per lui, naturalmente un “fascista”. Sotto le elezioni del 1996 la direttrice di Annabella mi chiese di fare un’intervista al Cavaliere. Gli accordi erano che avrei mandato delle domande scritte all’Ufficio stampa di Roma e poi mi sarei incontrato ad Arcore con Berlusconi. “Telefona al capo dell’Ufficio stampa”. Telefonai. Dall’altro capo del filo mi rispose proprio Paolo Bonaiuti. Ne rimasi un po’ stupito. “Ah, sei tu?” dissi un po’ sorpreso non avendo ancora percepito –siamo ancora all’inizio dell’esperienza berlusconiana- la slavina di trasformisti, di sinistra e di estrema sinistra, che in seguito sarebbe diventata una vera e propria valanga, che si stava attaccando alla giacca del Cavaliere. L’intervista poi non si fece perché Bonaiuti farfugliò su alcune domande che potevano mettere in imbarazzo il Cavaliere. Ma non fu questo che mi colpì, mi colpì l’assoluta disinvoltura di Bonaiuti che nemmeno con me, che conoscevo i suoi precedenti, si vergognava un po’.
Comico è il pretesto preso da Vittorio Sgarbi per filarsela. Del resto in anni lontani Patrizia Brenner allora sua fidanzata e che lo conosceva bene mi aveva preavvertito: “Guarda che se Berlusconi dovesse vacillare di Vittorio si vedrà solo la polvere della sua fuga”. Qual è il pretesto preso da Sgarbi? Lo “schiaffo di Sutri” (parafrasando lo storico “schiaffo di Anagni”, noblesse oblige): aver disertato “per ben due volte” la cerimonia di intitolazione di un giardino alla madre dello stesso Berlusconi. Di Sutri Sgarbi, che come politico non ha mai combinato assolutamente nulla, è sindaco per meriti berlusconiani: l’aver attaccato per vent’anni, dalle tv del Biscione, nei modi più violenti e giuridicamente sgrammaticati, per star bassi, la Magistratura. Sutri è una cittadina di 6.000 abitanti. Come si può pretendere che un uomo di 83 anni, malato, che entra ed esce dagli ospedali, che ha ancora importanti impegni politici si sobbarchi un viaggio a Sutri per non offendere la ‘delicatezza’ di Sgarbi?
I transfughi di oggi devono tutto a Silvio Berlusconi, onori, improbabili carriere, quattrini. A me fanno più ribrezzo di Berlusconi che nella sua più che ventennale avventura politica ha messo la propria enorme energia, gli altri sono solo dei parassiti che gli hanno succhiato il sangue.
Sia chiaro che io non cambio una virgola di ciò che penso di Berlusconi, che proprio in questi giorni mi ha querelato per una dozzina di articoli che ho scritto su di lui, querela che se dovesse andare a buon fine mi ridurrebbe sul lastrico e forse al gabbio. Cosa, quest’ultima, che non mi dispiacerebbe poi tanto perché in un Paese dove Berlusconi è a piede libero il solo posto decente per una persona normalmente perbene è la galera. Ma i topi che lasciano la nave che affonda mi danno ancora più disgusto. Sto dalla parte di Alessandro Sallusti che da direttore del Giornale difende l’ultima ridotta berlusconiana, come i guerriglieri dell’Isis si sono difesi a Baghuz. Coraggio Alessandro, se si deve cadere, è molto più nobile e coraggioso cadere in piedi.
Massimo Fini

giovedì 9 agosto 2018

Sequestrata nave con 20 tonnellate di hashish.

Sequestrata nave con 20 tonnellate hashish, 11 arresti © ANSA

Operazione della Guardia di finanza a Palermo.


I finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, con il supporto operativo del gruppo aeronavale di Messina e la collaborazione del servizio centrale investigazione criminalità organizzata hanno sequestrato oltre 20 tonnellate di hashish, 400 mila litri di gasolio e la nave che li trasportava, 'Remus', battente bandiera panamense. La Gdf ha arrestato i componenti dell'equipaggio: 11 persone del Montenegro. L'operazione si è svolta col coordinamento e la direzione della Dda di Palermo. La nave, abbordata in acque internazionali, è stata scortata nel porto di Palermo per l'ispezione.
Dopo essere partita da Las Palmas in Gran Canaria, la nave aveva dichiarato di essere diretta verso Tuzla (Turchia), via Alessandria (Egitto). Seguita nel tragitto con aeromobili e pattugliatori della Gdf, durante la navigazione davanti alle coste nord africane la nave ha spento più volte il trasmettitore per nascondere la posizione.
La Gdf, dopo aver raccolto elementi che indicavano un possibile traffico internazionale di droga, ha richiesto - attraverso la Direzione centrale dei servizi antidroga del ministero dell'Interno - l'autorizzazione all'abbordaggio, in acque internazionali, alle autorità panamensi.
Successivamente, la nave è stata scortata nel porto di Palermo per l'ispezione e, dopo lo svuotamento di due serbatoi di prua, contenenti 20 mila litri di gasolio, sono stati trovati oltre 650 sacchi di iuta con 20 tonnellate di hashish di 13 diverse qualità, per un valore tra i 150 e i 200 milioni di euro.

lunedì 7 marzo 2016

La Grecia intercetta una nave turca carica di armi e munizioni per i jihadisti dell’SIS in Libano.

Nave turca intercettata

I guardia coste greci hanno intercettato ieri una nave turca al largo dell’isola di Creta ed hanno proceduto al sequestro di un carico di armi, munizioni ed esplosivo contenuto in sei containers che erano destinati in Libano. Sono stati arrestati tutti i componenti dell’equipaggio: 6 siriani, 4 indiani ed un libanese.
La nave proveniva dalla Turchia ed in particolare era salpata dal porto di Izmir dove aveva imbarcato il carico. Secondo il portavoce della polizia greca la nave è stata costretta ad attraccare al porto greco di la Canea, nell’Ovest dell’Isola di Creta dove le autorità greche hanno effettuato un attento controllo del carico.
Un episodio apparentemente minore che in realtà dimostra fin dove si spinge la macchinazione turca in Medio Oriente.
Secondo il giornale Al Akhbar, l’operazione con cui è stato intercettata questa nave ricorda un altro antecedente, quello della nave Lutfullah 2, che fu intercettata dall’Esercito libanese nel 2012. Questa nave portava a bordo decine di tonnellate di armamenti provenienti dalla Libia con destinazione al porto di Tripoli, nel Nord del Libano. Questa regione libanese conta con parecchi seguaci dell’ISIS e del Fronte al Nusra.
L’invio di questa nave potrebbe essere opera dei servizi di intelligence turchi che stanno collaborando con i sauditi nell’obiettivo di destabilizzare il Libano.
I turchi ed i sauditi stanno operando sulla regione nord del Libano al fine di consolidare la posizione del partito islamista libanese Yamaat Islamiya. L’obiettivo sarebbe quello di svincolarlo dalla corrente Futuro, diretta da Saad Hariri e mettere questo partito in antagonismo con Hezbollah. Questo consentirebbe ai sauditi e turchi di assicurarsi un insediamento confessionale in Libano per attaccare e destabilizzare il paese sulla base di un conflitto confessionale contro sciiti, drusi e cristiani, visto che anche questi ultimi appoggiano Hezbollah, considerato l’unico difensore della sicurezza delle comunità cristiane e druse dagli attacchi degli integralisti.
Nota: La Turchia, in alleanza con l’Arabia Saudita, sta cercando di aprire un nuove fronte in Libano per colpire le forze di Hezbollah, alleate della Siria, che hanno il loro quartire generale a Beirut, nella zona sciita.Il piano turco saudita si basa sulla possibilità di effettuare attacchi terroristici mediante cellule dell’ISIS e di Al Nusra, fatte infiltrare in Libano e reclutate nei campi profughi presenti nel paese.
Un grosso attentato a Beirut era già avvenuto tre mesi fa ed aveva colpito il quartiere sciita di „ Bourj al-Barajne“ , nella periferia della capitale libanese, con un bilancio di 40 morti e 105 feriti. Il quartiere viene considerato una roccaforte del movimento Hezbollah ed era apparsa chiara l’intenzione del gruppo terrorista di assestare un colpo agli Hezbollah, che sono considerati i peggiori nemici dei miliziani salafiti.
Da allora si sono verificati altri fatti e vari tentativi di infiltrazione alla frontiera libanese siriana che sono stati però sempre bloccati dagli Hezbollah che vigilano attentamente sui passi montuosi che mettono in comunicazione il Libano con la vicina Siria.
Gli Hezbollah svolgono un ruolo chiave nella guerra siriana con il loro appoggio alle operazioni militari dell’Esercito siriano con cui operano fianco a fianco ed attualmente sono sotto le dipendenze del comando unificato Russo-siriano-Iraniano che coordina le operazioni militari in Siria.
Si calcola che in Siria vi siano almeno 5.000 combattenti di Hezbollah. L’ Iran sostiene militarmente e logisticamente il movimento sciita libanese ed ultimamente ha fornito una serie di armi avanzate fra cui i nuovi missili iraniani di tipo “Fateh”, con una gittata di 250-350 chilometri, capaci di trasportare testate da 500 kg. Oltre all’arsenale di razzi, Hezbollah avrebbe acquisito anche avanzati sistemi di difesa anti-aerea e anti-navale dalla e/o attraverso la Siria, e avrebbe accresciuto i suoi armamenti anti-carro e anti-blindati. Ilpotenziale di Hezbollah è risultato talmente fortificato da preoccupare notevolmente anche le autorità militari di Israele.
Risulta che ci sia un accordo segreto fra Israele, Arabia Saudita e Turchia per attaccare il Libano con lestesse tecniche di sobillazione utilizzate in Siria, attraverso azioni di sabotaggio e di terrorismo contro obiettivi civili ed istituzionali del paese per poi spacciare tale azioni (con la complicità dei media occidentali) come una “insurrezione popolare” ed avere quindi il pretesto di un intervento armato. Il ruolo chiave sarebbe esercitato (come in Siria) dai gruppi terroristi jihadisti e mercenari arruolati ed addestrati in Arabia Saudita e Turchia. Alla Turchia , per la sua vicinanza alle coste libanesi, sarebbe assegnato il compito di rifornire di armi ed esplosivi i gruppi terrroristi. Questo spiega l’interesse delle autorità turche di far entrare via mare nel paese carichi di armi ed esplosivi destinati alle cellule dei terroristi già presenti nel paese.
Non è escluso che il contraccolpi negativi subiti dalla Turchia in Siria, per causa dell’intervento russo e con la perdita delle postazioni ad Aleppo e Latakia, abbiano spinto Erdogan alla decisione di aprire un altro fronte ad Ovest della Siria per cercare di colpire alle spalle la coalizione Siria-Iran-Hezbollah.
Fonti: Al Manar Al Akhbar - Traduzione e nota: Luciano Lago
Aveva ragione Putin quando sosteneva che la Turchia appoggiava l'ISIS ....