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mercoledì 20 ottobre 2021

Salvini dimentica e batte la grancassa... autogol?



Sembra uno sfottò, ma è verissimo!

Salvini, da Ministro dell'Interno, nell'ottobre del 2018 decise di reintrodurre, nel "Decreto Sicurezza", (pubblicato in Gazzetta ufficiale il 4 ottobre del 2018)  la penalizzazione del reato di "blocco stradale", precedentemente depenalizzato nel 1999: 

"Per effetto della modifica dell'art. 1-bis del d.lgs. n. 66/1948, costituisce illecito amministrativo la condotta di chi impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo, punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.000 a euro 4.000. Si tratta di un comportamento punibile indifferentemente a titolo di dolo o di colpa che può consistere anche in una mera resistenza passiva della persona che, in piedi o seduta, si colloca sulla strada e ostruisce la libera circolazione.

Anche tale illecito, come già detto per il reato di blocco stradale, può essere commesso unicamente sulla strada come definita dall'art. 2 del C.d.S.; inoltre la violazione andrà contestata alla persona che impedisce la libera circolazione, secondo le regole procedurali della L. 689/81.

Resta ferma l'applicazione delle sanzioni per eventuali reati ipotizzabili quando, ad esempio, alla condotta passiva si associa la resistenza o la violenza contro chi tenta di far spostare la persona dalla strada (art. 336 e 337 c.p.), ovvero un'interruzione di pubblico servizio (art. 340 c.p.).

Quando il comportamento illecito sopraindicato si inserisce all'interno di una manifestazione organizzata o promossa da persone fisiche o giuridiche, la medesima sanzione prevista per l'autore materiale sopraindicato si applica anche ai promotori e agli organizzatori."

Si, è proprio un autogol...

cetta

mercoledì 30 settembre 2020

Piccole cronache di Covid e lavoro nella ex zona rossa. - Silvia Truzzi


 














Francesco lavora da 41 anni. Fa il salumiere in un supermercato, da 33 anni nello stesso negozio a Casalpusterlengo, 15mila anime nella bassa Lodigiana. Dietro il banco: prosciutti, formaggi, salami, roast beef. E Coronavirus. Anche lui, in marzo, si è ammalato: polmonite bilaterale interstiziale, ricovero in ospedale a Crema, febbre e paura. Poi la polmonite è passata, i guai no: la malattia che tiene in scacco il mondo da otto mesi gli ha lasciato in dono complicazioni cardiache di non poco conto, anche se lui è uno sportivo. Al Corriere che ieri ha raccontato la sua storia ha spiegato: “Ho resistito perché ho un cuore forte: lavoro in cella frigorifero, sono un appassionato cicloamatore e abituato ai grossi sforzi. Ho anche fatto il Mont Ventoux (tappa tra le più dure del Tour de France) su tutti i lati”. In ospedale ci è stato undici giorni, la carica virale si è esaurita in aprile con due tamponi negativi, ma i problemi sono continuati fino a luglio. Francesco ha cercato di tornare al lavoro, dietro il suo bancone in salumeria: non tutti i lavori si possono fare da remoto, con la formuletta magica dello smart working che piace tanto alle aziende perché le fa risparmiare. Soprattutto i lavori più umili si fanno in presenza. Francesco però non stava ancora bene e non era in condizioni di lavorare: l’holter cardiaco che gli avevano applicato ha segnalato un’anomalia nel tracciato. Così a fine luglio è tornato in ospedale per altre due settimane, gli hanno fatto esami approfonditi ed è saltata fuori una miocardite. Ancora oggi è costretto ad andare in giro con un defibrillatore portatile. Fine della storia? No, perché questa non è una storia di Covid, è una storia di lavoro. Francesco, a 17 mesi dalla pensione, è stato licenziato con una lettera da parte della sua azienda. Motivo? Aveva superato il massimo dei giorni di malattia di cui si può usufruire senza venire licenziati. A giugno l’Inail gli aveva trasformato la malattia in infortunio, posticipando il rientro al lavoro a metà ottobre, ma comunque il decreto Cura Italia esclude i giorni di ricovero e di isolamento per Covid dal conteggio dei periodi di comporto. Dunque, spiega un sindacalista lodigiano della Cgil, l’azienda ha fatto un errore e probabilmente il licenziamento verrà annullato. Chissà se Francesco farà in tempo a tornare dietro il suo bancone prima che scatti il giorno dell’agognata pensione: non è un bel modo di concludere la propria vita lavorativa.

C’è, dietro questa storia, la miseria di un’umanità travolta dalla burocrazia, dall’incapacità e dall’ingordigia del profitto (dopotutto un salumiere apprendista costa sicuramente meno di un salumerie con 33 anni di anzianità aziendale). Nelle cronache dalle zone rosse abbiamo sentito parlare per mesi di eroi, angeli e varie altre creature soprannaturali: applausi, lacrime, commozione svenduta a buon mercato per qualche clic. E del resto non ce ne frega niente: i meglio opinionisti parlano del lavoro come di una merce, ormai sempre più difficile da trovare, e nemmeno più se ne vergognano. Per non dire dei toni che ci tocca ascoltare nei dibattiti sul Reddito di cittadinanza: le storie che assurgono agli onori delle cronache – il criminale con il Reddito, il fancazzista sul divano che non vuole lavorare – servono solo per far venire la bava alla bocca a un’opinione pubblica sempre più anestetizzata e incattivita. Mai che ci raccontino di come i sussidi aiutano le persone in difficoltà. C’è una cosa che fa riflettere nella vicenda di Francesco: da morto lo avrebbero beatificato, da licenziato verrà ignorato. Come società facciamo abbastanza schifo, eppure non si sente parlare che di “solidarietà”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/30/piccole-cronache-di-covid-e-lavoro-nella-ex-zona-rossa/5948583/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-09-30

martedì 3 dicembre 2013

Dopo aver fatto decadere Berlusconi, la pressione del M5s obbliga il governo a varare un decreto Legge contro la terra dei fuochi. - Sergio Di Cori Modigliani



Due notizie, oggi, segnalano l'andamento della situazione attuale.
La prima è relativa all'ennesima figuraccia del governo. 
Mentre Saccomanni, il nostro ministro dell'economia, dal suo mondo parallelo nel quale vive insieme a Letta e Alfano, rilasciava a Bloomberg (la più importante emittente televisiva Usa specializzata in finanza&economia) una intervista nel corso della quale spiegava che la "recessione per fortuna appartiene ormai al passato" e raccontava come e perchè l'Italia si sia ripresa, i conti sono a posto, il governo sta facendo cose egregie trovando il plauso sia dell'Europa che del Fondo Monetario Internazionale, il commissario europeo Olli Rehn, da Bruxelles, in perfetta sincronia, comunicava il malumore e la ferma protesta della troika riguardo alle manovre assunte dal governo italiano che "si sta dimostrando debole per quanto riguarda la crescita, inefficace per ciò che concerne il problema del lavoro in Italia, ma soprattutto inadempiente per ciò che riguarda il debito pubblico, visto che non è stato fatto nulla per diminuirlo". 
Siamo sempre in pieno delirio. 
Olli Rehn, in pratica, ha scavalcato a sinistra Susanna Camusso, Giorgio Squinzi, Maurizio Landini e la compagnia cantante della finta opposizione. 
Il che è tutto dire. 
Se è per questo, abbiamo il nostro simpatico Renato Brunetta che ha ormai sostituito Nichi Vendola (il grande poeta del nulla) parlando come uno si aspetta che debba parlare uno di Sel, i cui esponenti tacciono per mancanza di pensiero e di argomenti. 
Subito dopo la dichiarazione fortemente critica di Olli Rehn, infatti, Brunetta ha chiesto le dimissioni del Ministro dell'Economia sostenendo una argomentazione elementare, suffragata da una sua ben ponderata logica: "considerando l'effetto disastroso delle sue manovre alle quali si aggiungono dichiarazioni alla stampa che vengono smentite dai fatti, le cose sono due: o Saccomanni mente agli italiani e quindi non va bene perchè il paese ha il diritto di sapere come stanno le cose oppure è un incompetente che non sa ciò che sta facendo; in entrambi i casi chiediamo le sue dimissioni". 
Siamo quindi immersi in un complesso e pericoloso paradosso basato sui seguenti assunti: a) il governo usa un linguaggio populista e applica argomentazioni caratteristiche dell'antipolitica, mutuate dalla fantascienza e dalla pubblicistica new age, ma accusa coloro che lo criticano tacciandoli di "populismo" perchè così è vissuta la cittadinanza nel mondo parallelo; b) il neo-partito di Alfano accusa Forza Italia di essere diventata una compagine di estrema destra mentre quelli -quando parlano- usano argomentazioni da moderati socialdemocratici perchè hanno tastato il polso della nazione e hanno annusato l'aria, quindi cercano di interpretare il malumore collettivo per cavalcarlo; c) il PD si conferma ormai come il grande partito della Vera Destra, che difende i privilegi e custodisce gli interessi delle oligarchie corrotte della nazione in funzione conservatrice, ma affronta le sue primarie presentandole all'opinione pubblica come se si trattasse di una competizione tra militanti della sinistra. 

Questo stato di confusione, abilmente alimentato dalla cupola mediatica, comporta un ulteriore sbandamento delle capacità di comprensione dell'opinione pubblica italiana, diciamo "normale" che sta spingendo molti (li giudico negativamente ma li capisco e li comprendo) a dire "io non ci capisco più niente, ma sai che ti dico? Vadano tutti al diavolo, non voto più". 
Riuscire a rimettersi in carreggiata avviandosi lungo i percorsi del Senso, dei dati oggettivi, dei fatti concreti comprovati e documentati, è un'impresa ardua ma è l'unica percorribile. Altrimenti non si possono cogliere i fattori veri dei sommovimenti politico-sociali oggettivi.

E così veniamo alla seconda notizia del giorno e a come andrebbe elaborata in un paese "normale" ma soprattutto "sensato".
Eccola: il governo, per evitare una rivolta sociale, anche violenta, con una insurrezione popolare (autentica) della cittadinanza meridionale, in seguito alla presa d'atto dell'esistenza della terra dei fuochi, ha introdotto oggi, in uno specifico decreto legge, una normativa che istituisce "la penalizzazione dell'accensione di roghi" in Campania. Tradotto vuol dire che viene riconosciuta e accettata l'esistenza della pratica della combustione clandestina di rifiuti tossici dannosi per la salute e da oggi viene sanzionato come "reato penale" l'esercizio di tale pratica. Con venticinque anni di ritardo, dovuto alla totale e criminale connivenza di tutti i partiti, di tutte le istituzioni, di tutte le amministrazioni locali, destra, centro e sinistra, complici riconosciute di aver messo a repentaglio la salute pubblica per chiudere un occhio venendo incontro agli interessi finanziari della criminalità organizzata, lo Stato prende una decisione. 
La notizia è ufficiale. Sono stati costretti a farlo.
Ciò che non dicono e non ricordano alla popolazione è che tale Legge è l'ennesimo successo della presenza del M5s in parlamento, e questo è un dato indiscutibile.
Nonostante fosse un segreto di Pulcinella, la notizia è esplosa alla luce grazie alla richiesta formale e alla fortissima pressione degli eletti M5s che hanno imposto -potendolo legalmente fare- la desecretazione di tutti gli atti relativi alle dichiarazioni fornite dal pentito di camorra Schiavone nei decenni precedenti. Tali dichiarazioni esplosive erano state blindate e non erano state rese pubbliche inserendole sotto la voce "segreto di Stato", "segreto militare", ecc. Grazie a una poderosa pressione esercitata da quei deputati, in seguito aiutati dalla campagna di stampa de "Il Fatto Quotidiano" e in seconda battuta del settimanale "L'Espresso" (con la sua celebre copertina di un mese fa bevi Napoli e poi muori) il governo è stato obbligato a fare qualcosa. Poco, è ovvio, ma si tratta di qualcosa di importante. E' un successo del processo di condivisione e diffusione in rete, sui social networks, sui siti on line, sui blog, di un fenomeno che il potere oligarchico garantito dai funzionari di partito ha cercato di nascondere e occultare per seguitare a lucrare sulla pelle della popolazione.
E' il risultato dell'applicazione del principio di chiarezza e trasparenza che lentamente, ma sempre più a solidi passi, comincia a manifestarsi nella consapevolezza collettiva della nazione. 
L'esistenza della terra dei fuochi, e la conseguente necessità di iniziare ad attaccare la manovalanza criminale è il risultato di una spinta dal basso che segnala la vittoria delle esigenze della cittadinanza su quella dei gestori e cultori del profitto.
Fa da pendant alla decadenza di Berlusconi, ottenuta grazie alla presenza di M5s.
Il loro lavoro in parlamento, infatti, invece di esaurirsi in riunioni lobbystiche e accordi segreti di cui nessuno avrebbe mai dovuto sapere niente, consiste nello smascherare i giochi degli oligarchi, le loro meschinerie, i loro inghippi, i loro traffici, i loro reati, in modo tale da fornire carne fresca informativa alla società civile che poi elabora e pensa a diffondere e condividere la documentazione proveniente da Palazzo.

Così la pensano anche in giro per l'Europa e in Sud America.
Ecco come, la settimana scorsa, un importante quotidiano on-line iberico, dava la notizia agli spagnoli sull'espulsione del senatore Berlusconi.


Berlusconi cae por el efecto de Grillo

La batalla del cómico por limpiar el Parlamento logra implantar principios jamás coseguidos de otro modo en Italia 

29.11.13 - 00:17 - 
 ÍÑIGO DOMÍNGUEZ CORRESPONSAL | ROMA.

Potete andarvi a leggere tutto l'articolo attraverso il seguente link:
http://www.hoy.es/v/20131129/internacional/berlusconi-efecto-grillo-

E' possibile, quindi, ottenere dei risultati reali pratici, effettivi, anche in Italia.
Leggendo i resoconti della stampa estera sull'Italia, dove interpretano la nostra realtà su basi reali e non su illusioni televisive -evitando tutti i santi giorni tutti i santi talk show- dovunque nel mondo la stampa ha spiegato che cosa sta accadendo in Italia in questi giorni e che cosa è accaduto negli ultimi mesi.

Nella palude attuale nella quale siamo andati a infangarci, disperatamente tentando di sottrarci al rigurgito delle sabbie mobili dell'oligarchia, queste sono belle notizie e così andrebbero incorporate per alimentare un sano ottimismo della volontà.

Quando questa mattina mi sono connesso con la rete, e ho cominciato a navigare, ho notato un rigurgito davvero eccessivo della consueta tiritera di frasi fatte, ad opera dei troll di regime e degli inconsapevoli robot umanoidi, che insisteva nel ricordare a tutti l'inutilità e l'insipienza della presenza parlamentare del M5s. Anche la tivvù ha partecipato, e il servizio pubblico -attraverso rainews24- ha dato il peggio di sè (da quando l'ottimo professionista Corradino Mineo se n'è andato, quella rete è degradata promuovendo se stessa a pura deformazione) facendo commentare i fatti del giorno a un certo Castelvecchi, professore di Comunicazione alla Luiss University, il quale ha impiegato 20 minuti per spiegare come e perchè la presenza in parlamento degli eletti nel M5s non ha prodotto alcun risultato e si "è rivelata soprattutto inutile e inefficace". Il fatto che il servizio pubblico nazionale informativo si avvalga del contributo di consulenti accademici in forza nelle università private, finanziate dai colossi della finanza, la dice tutta sul livello di deformazione e manipolazione della realtà, architettato, pianificato e sancito dai partiti che controllano la Rai.
Più tardi, dopo aver letto le notizie del giorno, ho capito perchè oggi fossero tutti così eccitati.
La mia prima reazione è stata istintiva e mi aveva portato ad archiviare i diversi interventi per poi denunciarli sottolineandoli. Poi, invece, mi sono accorto che si trattava di un errore.
E' molto più importante sottolineare delle autentiche piccole vittorie sostanziali.
Fa bene alla salute civica di noi tutti.
Anche perchè non è che l'inizio di una lunga lunga marcia.
Avanti così, dunque.
Questo post è la mia risposta alla Rai.


http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/12/dopo-aver-fatto-decadere-berlusconi-la.html