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martedì 5 maggio 2020

“Hanno appena scoperto che il Covid si può curare con il plasma dei guariti, ma nessuno ce lo dice perché preferiscono venderci il vaccino così fanno più soldi!”. - Lorenzo Tosa

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Analisi logica del testo.

1. Se nessuno ce lo dice, voi come fate a saperlo? Perché lo avete sentito in TV, su internet, alla radio, sui giornali. Quindi lo dicono tutti, non è vero che non ce lo dicono, altrimenti non lo sapreste neanche voi.

2. Il fatto che il plasma dei soggetti guariti contenga anticorpi e quindi possa curare la malattia è un segreto top secret che abbiamo scoperto ieri? No, sappiamo questa cosa da quando conosciamo il concetto di anticorpo, infatti è una cosa che vale per tutte le malattie virali conosciute. L’ipotesi di curare col plasma è al vaglio degli esperti sin dall’inizio dell’epidemia, stiamo riuscendo a valutarne gli effetti solo adesso per un motivo molto semplice: appena scoppiata l’epidemia i guariti non c’erano, quindi non potevamo prelevargli il plasma.

3. Avete una vaga idea di come funziona il prelievo di plasma? Per poterlo donare devi avere le analisi del sangue a posto, non avere determinate malattie, non fare uso di determinate sostanze; inoltre, non puoi donare più di una volta al mese. Quindi l’approvvigionamento di plasma è molto limitato rispetto al numero di malati da curare, non è che possiamo dissanguare centinaia di persone per curarne centinaia di migliaia.

4. Ma voi ce l’avete una vaga idea di quante sacche di plasma servono per curare un malato? Pensate che ne basti qualche millilitro? Voi avete idea di quanto costi un vaccino e quanto costi una cura col plasma? Pensate che il plasma sia gratis solo perché lo prelevano dal sangue delle persone? Pensate che non servano medici, strumenti, tecnologie, macchinari per poter condurre quel tipo di cura? Cosa pensate: che vi fanno bere un bicchiere di plasma altrui e “voilà”, siete guariti, come se fosse una pozione magica?

5. Cosa c’entra il plasma coi vaccini? Il plasma è una cura, il vaccino è una forma di prevenzione; quindi, in ogni caso una non esclude l’altra: è come dire che la cintura di sicurezza è un complotto perché in realtà esistono già gli ospedali che ti curano se fai un incidente. La cura col plasma inoltre non assicura immunità, perché gli anticorpi potrebbero scomparire dopo un tot di tempo che si è guariti, rendendoci nuovamente esposti al contagio. Il vaccino, invece, lo stiamo studiando proprio perché ci garantisca una immunità più duratura e ci eviti di prendere il Covid, così da debellare l’epidemia. Il plasma ha senso usarlo per curare chi è già malato, ma se non troviamo un modo per immunizzarci – come il vaccino – dovremmo continuare a prelevare plasma alla gente per sempre, perché continueranno ad ammalarsi persone.

Smettetela di diffondere fesserie, fate solo la figura dei fessi.

Paolo TuttoTroppo, debunker e divulgatore scientifico.

giovedì 9 aprile 2020

Fotografato uno dei fenomeni cosmici più potenti: un getto di plasma emesso da un buco nero.

Fotografato uno dei fenomeni cosmici più potenti: un getto di plasma emesso da un buco nero

L'immagine è stata pubblicata su Astronomy and Astrophysics. Gli autori sono gli stessi della prima foto di un buco nero.

Un getto di plasma emesso dal buco nero al centro di una galassia. È stato fotografato per la prima volta uno dei fenomeni cosmici più potenti e l’immagine è stata pubblicata su Astronomy and Astrophysics, realizzata da Event Horizon Telescope (Eht), il primo anche ad avere colto l’immagine di un buco nero un anno fa.
L’obiettivo dello studio è una galassia della costellazione della Vergine che gli scienziati classificano come quasar (cioè sorgente “quasi stellare”). Al suo interno infatti brilla un punto di luce ultra-luminoso e variabile quando enormi quantità di gas e stelle cadono all’interno del gigantesco buco nero che si trova al centro. Il buco nero, la cui massa è circa un miliardo di volte quella del Sole, “ingoia” le stelle e il gas che si avvicinano, per poi espellerle in due sottili getti di plasma a velocità vicine alla velocità della luce.
“Ogni volta che apriamo una nuova finestra sull’universo, questo ci regala nuove emozioni”, commenta Mariafelicia De Laurentis, ricercatrice all’INFN e professore all’Università Federico II di Napoli, membro della Collaborazione EHT. “Il risultato ottenuto ci permette ora di avere una maggiore comprensione della natura e dei processi fisici alla base di queste enormi sorgenti di energia – ha aggiunto De Laurentiis – siamo riusciti ad aggiungere un altro tassello al grande puzzle della storia dell’universo“.
Tra gli italiani a collaborare, anche Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).