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mercoledì 19 maggio 2021

Vitalizio: nuovo sì del Senato al pregiudicato Formigoni. - Ilaria Proietti

 

Parlamento - La Camera dice no ai ricorsi, Palazzo Madama fa il contrario.

Roberto Formigoni ha tanto pregato e alla fine ha vinto: riavrà il vitalizio e nessuno potrà più toglierlo. Perché l’organo di appello di Palazzo Madama ha confermato la decisione con cui la giunta presieduta da Giacomo Caliendo già aveva sostenuto che in fondo disciplina e onore non sono requisiti così indispensabili per aver diritto a incassare l’assegno che turba i sonni degli ex parlamentari condannati come lui.

Mica come alla Camera dove il sonno agitato degli ex è diventato incubo: l’ex ministro della Salute Francesco De Lorenzo e tutti gli altri che dal 2015 si sbracciano per riavere il malloppo hanno dovuto arrendersi. La partita è finita: non riavranno il becco di un quattrino a meno che non ottengano dalla giustizia la agognata riabilitazione. Al Senato, invece, nonostante la fedina penale non proprio immacolata, brinderanno a champagne. E magari festeggiaranno con un buon pranzo ai “due Ladroni” proprio come fece Sua Sanità De Lorenzo all’indomani della scarcerazione che i magistrati non gli avevano negato, sicché diceva di meditare il suicidio, ridotto a un osso per via della depressione. E invece eccolo là il giorno dopo al ristorante con buona pace di chi come il Comitato in difesa dei diritti dei detenuti che tanto si era speso per lui da non meritare quella beffa. Ma tant’è: non solo si era ripreso ma poi, passato qualche anno, ha cominciato a professare la propria innocenza alla solita maniera: ha sostenuto che “così facevan tutti” nei ruggenti anni 90 e che le tangenti dalla case farmaceutiche non le aveva certo prese per sé, ma per il bene del partito. E che pur di non dover vendere i pastori del presepe settecentesco per riparare al danno ed essere costretto a vivere alla francescana aveva fatto causa alla Camera che lo aveva privato del vitalizio a 4 mila euro al mese percepiti da oltre un ventennio nonostante i guai con la giustizia.

La Camera va detto è rimasta sorda ai suoi alti lai e pure a quelli dell’ex sindaco di Taranto Giancarlo Cito (che pregustava di rientrare in possesso dell’assegno da 2mila euro e spicci) e degli altri ex che rivolevano pure gli arretrati: niente da fare, dovranno aspettare la stessa sorte del mammasantissima del craxismo che fu Giulio Di Donato per il quale la riabilitazione vale 3.600 euro su cui aveva comunque battagliato lamentando il rischio di finire sotto i ponti.

Per chi come De Lorenzo non è ancora tornato puro come un giglio col casellario giudiziale invece non c’è trippa. Perché come sostiene anche il Collegio di Appello di Montecitorio presieduto da Andrea Colletti di Alternativa c’è, “bisogna assicurare che i trattamenti siano giustificati dalla garanzia di un elevatissimo rigore morale nei soggetti che ne sono beneficiati”. Ne va del prestigio stesso della Camera sì che la delibera che ha chiuso i rubinetti agli ex condannati ha un alto significato che al Senato proprio non vogliono capire: ossia che lo stop al vitalizio per i condannati “soddisfa l’interesse generale a una moralizzazione dell’attività politica al fine di sottrarre l’organo costituzionale a dubbi sull’onorabilità della sua attività e delle sue erogazioni”.

Al Senato tutt’altro spartito: pure di ridare il vitalizio a Roberto Formigoni (finito nelle pesti per aver asservito la propria funzione agli interessi della sanità privata lombarda) o all’altro ex di lusso già presidente di Regione pure lui Ottaviano Del Turco (reo di aver intascato mazzette), hanno usato la clava, cancellando addirittura la regola generale che prevede lo stop ai vitalizi per i condannati più gravi.

“È stato semplicemente applicato un basilare principio di diritto: la pensione serve a sopravvivere e non si può condannare nessuno a vivere di stenti”, commentano gli avvocati di Formigoni, Domenico Menorello e Andrea Scuttari. Oltre al Celeste, continueranno a percepire l’assegno non solo i tangentari, ma pure chi tra gli ex inquilini di Palazzo ha sul groppone una pena per mafia e terrorismo. La decisione ieri sera nell’organo di Appello del Senato: hanno votato a favore del vitalizio ai pregiudicati Lega e Forza Italia. Povera patria.

IlFQ