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venerdì 28 marzo 2014

Tra falsità e menzogne è partita la campagna elettorale delle grandi banche in Italia. - Sergio Di Cori Modigliani.




"Ogni mezza verità è una menzogna intera"   antico proverbio del Talmud
                                                
Si chiama il gioco delle tre carte.
Una carta è globale, l'altra è locale, la terza è mediatica.
Il trucco c'è ma non si vede.
Così, fino a ieri.
Il trucco c'è e invece si vede benissimo: da quando la cittadinanza planetaria si sta svegliando.
Non è una differenza da poco.

Post di geopolitica e di mestizie nostrane.

1). La carta locale. 
     Come funziona?
Siamo in campagna elettorale, quindi, fiato alle trombe e ciascuno esponga e proponga il proprio programma, progetto, proposta. 

Così, almeno, dovrebbe funzionare. 
Ma non in Italia.
Perchè da noi l'oligarchia dei partiti è in affanno nella consapevolezza di non avere un programma nè un progetto, nè tantomeno una proposta. 

Tanto è vero che Renzi il giorno prima di partire per la Germania, una decina di giorni fa, aveva dichiarato con enfasi: "vado dalla Merkel per sostenere e battermi per una Europa diversa" (il che faceva credere all'esistenza di un progetto e di un programma alternativo) e non appena sbarcato a Berlino, per tre volte nell'arco di 24 ore, dichiarava "rispetteremo tutti i trattati". 
Quindi, le risposte possono essere soltanto due: 

a) non aveva nessun programma e quindi non aveva nessuna proposta da fare; 
b) in Italia sostiene una ipotesi e quando va a trattare sostiene l'ipotesi opposta puntando sulla complicità suadente della cupola mediatica che non fa domande, non smaschera le contraddizioni. 
L'immagine che vedete in bacheca è molto chiara. Il gioco delle tre carte "locale" funziona così: ciò che conta è prendere voti, quindi bisogna far credere che....fino al giorno delle elezioni; una volta superato il responso delle urne vediamo di fare i conti. Il decreto sulle province di Del Rio non mi pare che le abolisca, semmai le occulta, le rende clandestine e aumenta le spese invece di diminuirle se i comuni saranno obbligati a indebitarsi fino al collo con 26.510 consiglieri in più e 5448 assessori in più con un aggravio di spesa complessiva superiore del 22% rispetto a oggi; ingigantirà l'apparato burocratico che getterà i comuni in uno stato di caos rendendoli ingovernabili; due eminenti membri della Corte Costituzionale hanno già fatto sapere che, al massimo entro la fine di ottobre, loro contesteranno il provvedimento che contiene almeno sei punti anti-costituzionali e quindi il Parlamento sarà costretto ad abrogarlo. 
Tutto ciò, alla classe politica dirigente italiana non interessa. Ciò che conta è dimostrare che Renzi fa, per consentire ai suoi consulenti della comunicazione di poter dire in campagna elettorale "ho abolito le province perchè io sono uno che le cose le fa". Il 10 maggio del 2009, Umberto Bossi aveva radunato i suoi e aveva detto: ve l'avevo promesso e ve l'ho dato, abbiamo portato a casa il federalismo fiscale che rivoluzionerà l'Italia, da oggi esiste la Padania, ecc.Ma la gente non ha memoria, quindi non ricorda e chi vota ancora per la Lega è malato di Alzheimer sociale. 
Si dirà che entro il 30 aprile diminuiranno le spese militari del 20% e che gli F35 non li compreremo più. Il 27 maggio, è probabile -nonchè realistico- che Cottarelli invierà una lettera allarmata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al comitato della difesa nazionale, che verrà presentata come una incresciosa e tragica novità che obbligherà il Presidente -in quanto custode della Costituzione- a far valere il principio normativo del rispetto dei trattati internazionali pena l'estromissione dal G20 dal G10 dal G8 dal G7 da tutte le G. Quindi saremo obbligati a rispettare i patti e compreremo tutte le armi che dobbiamo acquistare. Stessa cosa per i famigerati 80 euro in busta paga per maggio,  poi se a giugno non ci stanno i soldi, poco conta. Si rimanderà a settembre e poi a febbraio del 2015, l'importante è che non si vada a votare, qualche giornalista sottolineerà i ritardi e i rimandi ma saranno troppo pochi.
Finita la festa, gabbato lo santo......

2). La carta internazionale.
     Come funziona?
Pressappoco nello stesso modo. Con l'aggiunta di variopinte tonalità di folclore locale che aggiungono pepe e fanno fibrillare i popoli. Il cosiddetto conflitto russo-ucraino ben si inserisce nel gioco delle tre carte a livello internazionale. 

Barack Obama ha un suo problema in patria, esattamente lo stesso identico problema che ha Vladimir Putin a casa sua. 
Il presidente americano vuole lanciare un new deal. E' riuscito a imporre la Yellen -rooseveltiana di ferro- come presidente della Federal Reserve, proprio per dare un segnale forte ai repubblicani. Ma non ha la maggioranza al senato e il 4 novembre in Usa ci sono le elezioni politiche per il rinnovo delle camere. Ha bisogno di 49 voti. O vince le elezioni in autunno oppure si accorda con i repubblicani: sta seguendo le due strade. Ha iniziato le trattative a gennaio e Obama è un abilissimo negoziatore politico. 
Ne ha trovati 60 disposti a votare a dicembre la legge che gli consente di investire 3.000 miliardi di dollari in infrastrutture, a debito. 
Non sono voltagabbana come da noi, lì è diverso. 
Sono solidi repubblicani che (guarda caso) interpretano le esigenze delle lobby che loro rappresentano (ma da loro le lobby sono ufficiali e dichiarate): l'industria degli armamenti e gli alti ranghi dell'esercito. 
E così Obama ha bisogno di dar la guazza ai suoi generali per chiudere l'accordo economico in patria. E i suoi generali assomigliano a quelli descritti da Kubrick nel film "Il dottor Stranamore" 
Anche Putin ha un problema analogo in patria dovendo gestire una spaventosa crisi economica causata dalle sue politiche iper-liberiste, e i suoi generali hanno spinto con forza per aumentare del 40% l'investimento del budget militare aprendo circa 5.000 nuove fabbriche che darebbero lavoro complessivamente a circa 2 milioni di russi. Il fatto è che se non c'è una guerra, non c'è nessuno che ti minaccia, non hai paura di essere invaso e in realtà un vero nemico non esiste, come fai a giustificare la necessità di aumentare i costi della Difesa? 
Secondo me e prima che mi chiediate i link, preciso e specifico che si tratta di una mia personale interpretazione e analisi dell'attuale scenario internazionale, hanno raggiunto un accordo globale (mancano ancora gli arabo-sauditi ma Obama penso che stia andando lì, per l'appunto, per convincerli) in modo tale da lanciare un piano finanziario-economico di approvvigionamento militare planetario -con guadagni mostruosi per i colossi della finanza che ci scommettono sopra- spostando ingenti masse di denaro da potenziali settori di intervento (scuole, ospedali, strade, ricerca scientifica medica, ecc.) all'industria degli armamenti. Hanno messo in piedi il gioco delle tre carte globali e l'Ucraina -la nazione più debole d'Europa- è perfetta per il trucco. Con la scusa di un potenziale conflitto mondiale, Obama e Putin (in pieno accordo) danno la guazza ai propri generali, ma siccome non lo possono fare tanto in patria, scaricano i costi sulle colonie. 
Mentre Obama viene a visitare i suoi possedimenti più deferenti e servili (Belgio, Olanda e Italia) Putin, contemporaneamente, è andato in Bielorussia, Georgia, Kazakhistan, a fare lo stesso identico discorso che Obama ha fatto in Europa. 
Da una parte c'è il mostro Putin, dall'altra c'è il mostro Obama
Per me il segnale è molto chiaro. Lo era già un mese fa quando ho allucinato la seguente conversazione (frutto della mia fervida immaginazione) alla Casa Bianca. 
I consulenti di Obama sono preoccupati perchè devono imporre un piano di 500 miliardi di dollari di spese militari nel prossimo biennio agli europei (l'Italia in quota parte deve partecipare per circa 50 miliardi) ma ci sono gatte da pelare, soprattutto in Italia dove non c'è trippa per gatti. 
Ad un certo punto si alza un brillante analista e fa: "capo, ho avuto un'idea per convincere gli italiani e allo stesso tempo eccitare i nostri elettori democratici, così prendiamo due piccioni con una fava". 
Ha esposto il suo piano che è stato approvato. 
Ha funzionato. 
Perchè un mese fa è accaduta una cosa imprevista e anomala. 
Sul Wall Street Journal è apparsa la notizia che l'amministrazione Obama aveva piantato una controversia economica al più importante fondo d'investimento finanziario-speculativo del mondo (statunitense) che si chiama Black Rock. 
Multa: 27 miliardi di dollari. 
Tutti a parlarne in Usa, con soddisfazione della cittadinanza, per la serie "li hanno beccati: era ora che pagassero". 
Tre giorni dopo, fatto insolito, l'amministrazione accetta il patteggiamento e la notizia scompare. 
Nessuno ne parla più. 
Cinque giorni dopo, il management di Black Rock annuncia ufficialmente alla City di Londra di aver acquisito il pacchetto di maggioranza della banca Unicredit, il più importante istituto finanziario italiano. 
Fine della storia.

3). La carta mediatica
     Come funziona?
La cupola mediatica ha il compito di enfatizzare, sottolineare, dibattere e argomentare sulle prime due carte, quella locale e quella globale, muovendole a velocità impressionante, per occultare le notizie vere di cui nessuno parla. 

Pochissimi -per non dire quasi nessuno- oggi è al corrente del fatto che Unicredit è diventata una banca americo-catariota. 
I due più importanti azionisti sono, infatti, un fondo speculativo made in Usa e il nostro Luca di Montezemolo. 
Il fatto è che il nostro non partecipa in qualità di presidente della Ferrari (il che sarebbe comprensibile data la potenza dell'imaging brand del cavallino rosso) magari fosse così. 
Sta lì come presidente di una fondazione il cui principale azionista -possiede il 92% delle quote finanziarie- è l'emiro del Qatar in persona. 
Quindi di che cosa stiamo a parlare? Un fondo speculativo finanziario statunitense, ricattato dall'amministrazione del suo paese, controlla la più importante banca italiana che detiene la più alta quota di bpt nazionali, quindi dà ordini: o compriamo armi o ci affossano l'economia.
Prendere o lasciare.
A questo serve la stampa e la televisione.
A non parlare di tutto ciò. 

E andava fatto quando Black Rock aveva iniziato la manovra di aggiramento. 
In un paese che tiene alla propria sovranità e autonomia, i giornalisti economici si sarebbero scatenati a parlare della vicenda seguendola passo per passo, argomentando sulle implicazioni, sui potenziali contraccolpi, invitando, pressando Bankitalia a sorvegliare, controllare, farci sapere. 
Ne avrebbero parlato talmente tanto da spingerci al punto di dire "oh! Basta co'sta storia di Black Rock tutti i giorni, non se ne può più".
Però, in compenso, la cupola mediatica ha estratto dall'intervista di Grillo a Mentana i due minuti relativi all'introduzione del concetto di "debito odioso", quando il leader politico ha ventilato l'ipotesi di farlo valere anche in Italia, dispiegando sul campo comunicativo tutte le truppe scelte del giornalismo economico, degli opinionisti esperti, i quali hanno derubricato l'idea di protestare il nostro debito, sostenendo che forse poteva essere pensabile nel 2010 quando gran parte del nostro debito era nelle mani dei tedeschi, degli americani e dei francesi, ma siccome "notoriamente hanno venduto tutti i nostri bpt che adesso sono posseduti quasi al 90% dalle banche italiane" non ha alcun senso. 

Ciò che non dicono è che le più importanti banche italiane non sono più italiane: sono statunitensi, catariote, saudite, tedesche, francesi e di italiano c'è soltanto il nome. L'amministratore delegato di Intesa San Paolo è stato per 15 anni l'uomo di ferro del gruppo Allianz a Francoforte; i tre più importanti consiglieri di amministrazione della Banca Carige sono Jerome Bonnet, Philippe Garsualt e Philippe Wattecamps, finanzieri della Banca di Francia; la Cariparma e il Credito Agricolo sono andate in soccorso di Monte dei Paschi di Siena, ma sono del gruppo BNP Paribas e così via dicendo.
E adesso si fa credere agli italiani che le decine di miliardi di euro che si stanno rovesciando sulla borsa di Milano siano soldi di investitori internazionali che guardano con interesse il nostro paese. Lo credo che lo guardano con interesse, è roba loro!
Per il momento depositano -fino alle elezioni europee- soldi nelle finte banche italiane ricattando la classe politica che è al loro servizio. 

Domani, quando non ne avranno più bisogno, staccheranno la spina e andranno dove conviene di più.
A quel punto, ricominceremo il giochetto delle tre carte versione "speculazione internazionale che si sta abbattendo sul nostro paese" e quindi i media saranno chiamati a spiegare alla gente che anonimi malvagi investitori di nazioni molto distanti da noi ce l'hanno con l'Italia.

Così funziona il gioco delle tre carte.

Le elezioni europee sono una buona occasione, anzi, direi l'ultima, per andare a Strasburgo e chiarire a tutta la comunità europea "signori, il gioco non funziona più".

Dobbiamo disinnescare questo meccanismo perverso.
Buon week end a tutti.


http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/03/tra-falsita-e-menzogne-e-partita-la.html