Visualizzazione post con etichetta radici. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta radici. Mostra tutti i post

sabato 4 aprile 2015

Australia, per l’orchidea orientale che vive sottoterra al via il test sul DNA. - Gabriele Vallarino


Il mondo delle orchidee, lo sanno bene i botanici, è un mondo a sè. L’orchidea evoca, agli studiosi e appassionati, bellezza, specializzazioni, coevouzione coi più disparati insetti e animali. Ma l’orchidea in questione è un esemplare raro, forse unico. Vive nel continente grande come la luna, l’Australia, che, tuttavia, è come un’isola dispersa nel mondo: qui l’evoluzione ha lavorato con un ritmo tutto diverso regalando agli uomini non pochi gioielli.
In un angolo sud-orientale vive questa rara orchidea, senza foglie e radici, e con una preferenza per il sottosuolo.
Davvero criptica e insolita, per questo è stato deciso di sottoporla a test genetici accurati in Olanda, i quali ci diranno una volta per tutte se si tratta di una nuova specie da aggiungere all’album della biodiversità. L’orchidea sotterranea orientale (Rhizanthella slateri), così l’ha battezzata il mondo, se ne infischia del sole e perciò della fotosintesi. Sono i miceti, in simbiosi con essa, a garantirle il nutrimento necessario.
È una specie saprofita che spazia dal sud est del Queensland alla costa sud del New South Wales. Nel NSW attualmente sono note 10 localizzazioni, nelle quali si contano soltanto pochi individui. Tra le aree d’interesse spiccano: Watagan Mountains, Blue Mountains, Wisemans Ferry area, Agnes Banks e Nowra.
Rhizanthella slateri è difficile da rintracciare, per questo chissà quante altre localizzazioni devono essere scoperte. Le piante crescono nelle foreste di eucalipto, ma i botanici sono incerti anche sul tipo di habitat specifico che predilige quest’orchidea sotterranea. Se non fosse per i fiori che escono oltre il suolo, l’intera pianta non si scoverebbe per l’intero anno. I fiori devono uscire allo scoperto per permettere l’impollinazione che avviene grazie agli insetti.
È il professore Greg Steenbeeke, funzionario per le specie minacciate del Dipartimento dell’Ambiente, a studiare questa incredibile specie dai fiori violacei.
Il botanico attende fiducioso i risultati genetici per poter “leggere” nel DNA più informazioni possibili.
La sequenza genetica di questa orchidea orientale verrà inclusa in una banca dati globale chiamata Genbank, dove sarà messa a confronto con altre orchidee sotterranee. Tutto questo permetterà di evidenziare le particolari variazioni tra le singole specie, servirà per capire se si tratta di una specie nuova e aiuterà a individuare quali tracce genetiche siano da collegare al comportamento sotto il suolo.
Come si sono evolute nel mondo le orchidee sotterranee? Quali differenze strategiche ci sono tra le specie non fotosintetiche? Sono tutte domande che assillano i botanici e più si arricchisce la piattaforma Genbank più si potrà ottenere informazioni per provare a rispondere.
Per adesso sappiamo che l’orchidea sotterranea orientale fiorisce nella primavera australe da settembre a novembre, per poi nascondersi sotto il suolo assieme ai suoi misteri. Un piccolo miracolo di luce viola regalato all’umanità per qualche istante, d’altronde le cose belle durano sempre troppo poco.