“Solo la tecnologia umana sembra produrre segnali di questo tipo”, afferma Sheikh, “il nostro Wi-Fi, i nostri ripetitori, il nostro GPS, la nostra radio satellitare, questi segnali sono esattamente come quelli che stiamo cercando, il che rende molto difficile capire se qualcosa proviene dallo spazio o è frutto di tecnologia umana”.
Nel corso dei decenni, gli astronomi hanno captato numerosi segnali candidati. Alcuni si sono rivelati provenire da fonti astronomiche precedentemente sconosciute come pulsar, resti di stelle implose in rapida rotazione che irradiano il cosmo di onde radio. I primi rapidi impulsi radio conosciuti – brevi esplosioni di onde radio che restano ancora in qualche modo misteriose – inizialmente sembrava potessero essere segnali artificiali. Anche i segnali chiamati pèriti, impulsi di radio emissioni meno potenti, hanno destato l’attenzione, fino a che gli scienziati ne determinarono l’origine: un forno a microonde.
BLC-1 potrebbe provenire da un oggetto che non sta trasmettendo come previsto: un satellite non ancora identificato, un aereo in volo, un trasmettitore di terra vicino alla linea di vista del telescopio, o persino qualcosa di più banale, come dispositivi elettronici difettosi in un edificio vicino o in un’auto di passaggio.
“Tutti i nostri esperimenti SETI vengono condotti letteralmente in un mare di interferenze. Ci sono miriadi di segnali”, afferma Siemion “alla fine si tratta di riuscire a distinguere tra firme tecnologiche molto distanti e la nostra stessa tecnologia”.
E poi ci sono i segnali che gli astronomi non sono stati in grado di attribuire con certezza a una fonte naturale, come il famoso segnale “WOW!” captato nel 1977 dall’Ohio State University Radio Observatory, comunemente conosciuto come “Big Ear” (il grande orecchio, NdT). Questa raffica di onde radio estremamente luminose inizialmente sembrava un rilevamento SETI, ma nessuno è stato in grado di verificarlo o ritrovarlo.
Uno strano segnale.
Nel 2015, Breakthrough Listen ha dato il via a un progetto di ricerca decennale finanziato da Yuri Milner, investitore della Silicon Valley, e fino a oggi, il team non ha trovato niente di definitivo nella sua attività di scansione del cielo.
A partire da aprile 2019, Breakthrough ha orientato il telescopio di Parkes verso Proxima Centauri, non tanto in cerca di alieni, bensì per studiare meglio i giganteschi bagliori di luce che stelle nane rosse come Proxima emettono frequentemente. Durante l’elaborazione di queste osservazioni nel corso dell'estate 2020, Shane Smith, studente universitario dell’Hillsdale College nel Michigan che collabora con Breakthrough, ha individuato BLC-1, apparentemente proveniente da quella stella.
Nonostante il segnale debole, BLC-1 ha superato tutti i test che il team di Breakthrough utilizza per filtrare i milioni di segnali generati dall’uomo: aveva una ridotta larghezza di banda, sembrava avere una deriva di frequenza, ed è scomparso quando il telescopio è stato puntato verso un altro oggetto cosmico. Nei giorni successivi, sono apparsi quattro segnali simili, ma alcuni sono stati scartati in quanto interferenze radio.
“Il nostro algoritmo è molto ottimistico in merito a come possa essere la tecnologia aliena”, afferma Sheikh. “Ma questo è veramente entusiasmante perché non eravamo mai arrivati al punto in cui l’algoritmo trovasse qualcosa su cui valesse la pena continuare a investigare”.
Se BLC-1 fosse, contro ogni previsione, una “cartolina” dal sistema stellare vicino, allora statisticamente parlando, la Via Lattea dovrebbe essere incredibilmente piena di civiltà comunicanti, afferma Seth Shostak dell’istituto SETI. “In questo caso, ci sarebbero più di mezzo miliardo di società nella nostra stessa galassia, il che sembra un po’ eccessivo”.
La fase di verifica.
Dal momento del rilevamento, il team di ricerca si è messo nuovamente in osservazione di Proxima Centauri, senza trovare niente. Gli scienziati stanno lavorando sullo sviluppo di nuovi test che potrebbero localizzare con esattezza l’origine del segnale, tenendo il telescopio di Parkes puntato su Proxima.
“Per poter fare affermazioni di validità scientifica, è necessario essere in grado di riesaminare e replicare il fenomeno”, afferma Sheikh “è così che funziona il metodo scientifico”.
All’inizio di quest’anno, Jill Tarter dell’Istituto SETI mi ha detto che il processo di creazione di nuovi test e di conferma dell’origine dei segnali è normale prassi del programma SETI, da cui tutti possono imparare e trarre beneficio.
“Stiamo cercando qualcos’altro, qualcun altro, là fuori”, disse Tarter al tempo. “Rilevare improvvisamente un’interferenza, e pensare che potrebbe essere quello che stiamo cercando, e poi riflettere su cosa dobbiamo fare per essere in grado di confermarlo ed essere sicuri dei risultati a cui potremmo arrivare: questo è il processo giusto”.
Siemion afferma che la valutazione di BLC-1 ha già insegnato molto al team in merito all’analisi dei dati. Le osservazioni di verifica di Proxima Centauri saranno preziose per capire il comportamento di tali stelle, così come per realizzare una ricerca SETI completa di un sistema stellare vicino con pianeti noti, anche se non fosse abitato da alieni tecnologicamente avanzati.
“Alla fine, credo che riusciremo a convincerci che [BLC-1] è un’interferenza”, afferma Siemion. “Ma il risultato finale sarà sicuramente che questa esperienza renderà i nostri esperimenti futuri molto più efficaci”.
(FOTO DI A. CHERNEY, CSIRO)
https://www.nationalgeographic.it/spazio/2020/12/captato-un-misterioso-segnale-radio-da-una-vicina-stella?fbclid=IwAR1_YywqhSbRFJ7ZbnKuiCHLGc5CRd38DFV1xAsmdHejPidzakBwCaTAKzM