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giovedì 20 agosto 2015

Tasse sulla casa, il 2016 è l’anno della Local Tax: cosa cambierà?


Ultimi vagiti per le tasse sulla casa che negli ultimi due anni hanno dominato l’ambito mediatico italiano (e troppo spesso i sonni agitati degli italiani): alla fine di quest’anno IMU e TASI andranno in pensione lasciando spazio alla Local Tax, la quale accorperà in un unico tributo i vari balzelli che pesano sulle vessate tasche degli italiani.
Quale sarà la struttura della Local Tax?
Una volta terminate le vacanze di agosto il presidente del Consiglio Renzi procederà al vaglio delle proposte avanzate dai tecnici coordinati dal sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta e dal consigliere economico del premier Luigi Marattin. Da un lato la Local Tax assorbirà al proprio interno IMU e quel che rimarrà della TASI dopo la promessa abolizione dell’imposta sulla prima casa; dall’altro lato sopravviverà una seconda voce in cui verranno accorpate le altre imposte comunali, quelle che riguardano l’occupazione delle aree pubbliche e quelle su pubblicità e affissioni.
“Vogliamo soprattutto semplificare – spiega il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta – è necessario che i cittadini non paghino molte volte le tasse ma una sola volta ai Comuni. Quindi è necessario unificare i vari pezzi come la tassa sulla seconda casa, sui rifiuti e su l’energia elettrica comunale. Vogliamo rendere più semplici le tasse comunali dal punto di visto del pagamento del cittadino”.
 Tasse sulla casa e promesse del Governo
“Abolizione della tassa sulla prima casa, eliminazione delle tasse dai macchinari imbullonati e l’IMU agricola. Questi sono gli impegni e questi rispetteremo”. Baretta conferma inoltre le disposizioni programmatiche emesse da Renzi ad inizio estate. Per quanto riguarda l’eliminazione della tassa sulla prima casa (con specifico riferimento ai dettami di Bruxelles) Baretta non vede rischi: “Abbiamo una condizione di bilancio dal punto di vista del deficit molto favorevole, siamo in grado di discutere anche di flessibilità in collaborazione con l’Europa”.
Catasto, dove è finito il processo di riforma?
E la riforma del catasto che fine ha fatto? Il processo di revisione della materia catastale assume infatti grande importanza anche in riferimento alla rimodulazione delle rendite degli immobili (con evidenti contraccolpi sull’entità dei tributi sulla casa). Per il momento la riforma pare destinata a restare nel cassetto: dopo essere scaduta la delega, il governo aveva valutato l’ipotesi di ripresentare il testo a settembre con la legge di Stabilità, ma il premier continua ad esitare poiché teme che le modifiche possano essere percepita dagli italiani come un aumento indiscriminato delle tasse. Per approfondire leggi l’articolo Riforma del Catasto ai box: ora l’attenzione si sposta sulla Local Tax.