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martedì 12 novembre 2019

Andrea Scanzi: “Conte a Taranto: la sincerità è rivoluzionaria”. - Andrea Scanzi



Mi è capitato, ieri, di imbattermi in un post dell’attore Massimo Wertmüller. Faceva così: “Noi rimpiangeremo amaro, secondo me, lo rimpiangeremo tutti, pure quelli che oggi credono agli asini che volano, quelli che lo offendono o lo deridono, questo governo. (…) Rimpiangeremo questo premier che è andato non come istituzione, ma come uomo, ad affrontare le sacrosante ragioni degli operai dell’Ilva senza avere nemmeno responsabilità nella storia passata dello stabilimento”. Fatico a dargli torto.

Wertmüller ha poi parlato del Cazzaro Rosé: “Intanto Renzi si palesa oggi come uno che cerca consensi a destra, spostandosi a destra. E allora io vi chiedo, lo chiedo soprattutto a quelli, anche amici cari, che lo difendevano se non come un possibile ‘meglio’ certamente come un ‘meno peggio’, uno che ha SEMPRE avuto un DNA così, anche quando non fece, come invece ha fatto oggi, un partitino che opera all’interno di un governo di cui fa parte e contro di esso (!!!), cioè Viva Italia, o Italia Viva, non cambia, ma quando era lì a dirigere la sinistra, che disastri può aver fatto all’interno di essa? E ci si chiede ancora perché ci fu una emorragia di voti, perché tanti andarono via delusi da quella sinistra?”. E anche qui fatico proprio a dargli torto, anche se sparare su Renzi è tanto giusto quanto facile (oggi; ieri, quando era potente, se osavi non essere renziano ti facevano la guerra in ogni dove. Lo so io, lo sa questo giornale. Un tempo osceno e tremendo).

Torniamo però a Giuseppe Conte. Chi tra voi ha buona memoria, e già solo per questo appartiene a una minoranza vieppiù sparuta, ricorderà quante gliene dissero quando si affacciò alla politica. Non aveva neanche cominciato, e vai di mitraglia: millantatore e mitomane (per via del curriculum “gonfiato”). Burattino telecomandato (da Di Maio, Salvini e credo pure Stocazzo). Fascista sotto mentite spoglie poiché prono alla peggiore destra razzista squadrista nazista (e bla bla bla). Un fuoco di fila continuo che arrivava spesso (non sempre) dalla stessa gente che fino a ieri aveva celebrato proprio Renzi, ovvero il punto più basso nella storia della sinistra (ehm) italiana. Chi osava dire che il Salvimaio era bruttino parecchio, ma che in mezzo a quel mazzo moscio si stagliasse il miglior presidente del Consiglio (per distacco) dai tempi di Prodi, veniva macellato dalle solite firme stantie. Poi è successa una cosa che avrebbe dovuto rendere felici quei (non di rado a ragione) critici feroci: Conte ha demolito Salvini in un agosto dove il primo sembrava Maradona nell’86 e il secondo Nardella nei 3mila siepi con le Crocs verdi ai piedi. Solo che, invece di trovare a quel punto coraggio e decenza per dire “Ops, forse lo abbiamo sottovalutato!”, alle bombe di ieri si è sostituita la galleria dei musi lunghi e dei malmostosi a caso.

L’astio per Conte – nel frattempo nei sondaggi il politico più amato dagli italiani, a conferma di come certi “intellettuali” abbiano il polso del Paese di un criceto morto – e per i 5 Stelle ha continuato a guidarli. E dunque accecarli. Persino dopo la visita a Taranto di Conte, quasi rivoluzionaria per la sincerità esibita nel mettere a nudo la drammatica impotenza della politica di fronte a certi rovesci devastanti della Storia (e dell’uomo), nulla è cambiato. Opinionisti e opinioniste, va da sé senza lettori né idee, ma con posto fisso in tivù, continuano ad abbaiare alla Luna. Alimentando quella stessa destra che dicono di voler contrastare. Eccome se lo rimpiangeremo, e lo rimpiangeranno, questo presidente del Consiglio. Ma sarà troppo tardi.

https://infosannio.wordpress.com/2019/11/12/andrea-scanzi-conte-a-taranto-la-sincerita-e-rivoluzionaria/