Probabilmente avrete già sentito parlare del Soylent, un sostituto del cibo di cui anche greenMe.it si è occupato, ormai qualche mese fa. Nell'intento del suo creatore, Rob Rhinehart, un giovane ingegnere americano, il Soylent dovrebbe fornire all'organismo tutte le sostanze di cui ha bisogno per funzionare in modo corretto, in modo da eliminare la necessità di acquistare e preparare del cibo e determinando un notevole risparmio di tempo e denaro.
La formula del Soylent è stata rivista più volte, anche perché lo stesso Rhinehart ha fatto da cavia, testando su di sé gli eventuali effetti "collaterali" di diverse miscele, prima di giungere alla composizione attuale.
Il Soylent è una polvere che contiene amido, proteine del riso, olio di oliva e diversi nutrienti essenziali (sodio, potassio, magnesio, vitamine...). Viene ingerita dopo essere stata miscelata con acqua e da sola, senza la necessità di aggiungere altri alimenti,sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno giornaliero di sostanze e calorie di un essere umano adulto. Insomma, una caraffa di Soylent al giorno e addio cibo. E con una spesa minima, dato che una dieta a base di Soylent dovrebbe costare tra i 30 e i 40 dollari a settimana.
Secondo Rhinehart, che ha ricevuto diverse donazioni attraverso il crowdfunding per perfezionare e commercializzare il proprio prodotto, il Soylent potrà risolvere il problema della fame nel mondo: il nostro pianeta produce una quantità finita di risorse e, a lungo andare, complice la crescita della popolazione, il cibo finirà per scarseggiare, determinando carestie e denutrizione. Il Soylent potrà allora fornire i nutrienti essenziali a quanti rischiano di morire di fame.
[Se l'idea vi incuriosisce e volete approfondire il tema, ecco qui di seguito qualche link utile. Un volenteroso giornalista ha recentemente raccontato in un video e in un post la propria esperienza di cavia: per 30 giorni, accuratamente documentati, si è nutrito di solo Soylent. Tra l'altro, il progetto di commercializzazione della bevanda sembra essere in fase molto avanzata, visto che a gennaio 2014 dovrebbero partire i primi ordini.]
Per quanto mi riguarda, certo, nel 2050 il mondo sarà popolato più o meno da 9 miliardi di persone e il tema della scarsità delle risorse, in particolare di quelle alimentari, deve essere affrontato sin da ora con serietà e urgenza. Detto questo, l'idea di sostituire il cibo con una bevanda da assumere quotidianamente, eliminando l'esigenza di mangiare, mi lascia molto perplessa.
In primo luogo, il nome scelto da Rhinehart suona un po' sinistro. Il Soylent era il cibo di cui si nutriva l'umanità in un romanzo di fantascienza dal titolo Largo! Largo!, a cui si era poi vagamente ispirato il film del 1973 2022: i sopravvissuti, con Charlton Heston. Ebbene, nel film, in una Terra devastata da sovrappopolazione e inquinamento, si veniva a scoprire che il Soylent, le gallette colorate di cui ci si alimentava per sopravvivere, venivano fabbricato con resti umani. Insomma, conferire ad un nuovo prodotto un nome che rimanda neanche troppo velatamente al cannibalismo non mi sembra una grandissima scelta di marketing...
In secondo luogo, per quanto possa essere raffinata e studiata la formulazione di una bevanda nutritiva, temo che sia difficile pervenire ad una formula che riesca davvero a far fronte alle molteplici esigenze dell'organismo, tenendo anche conto del fatto che ogni persona ha caratteristiche proprie, per cui è impossibile che un unico prodotto possa andare bene per tutti.
Infine, è vero, mangiare comporta una spesa e una "perdita" di tempo: ma non riesco ad immaginare un mondo in cui, almeno una volta al giorno, non ci sieda intorno ad un tavolo per consumare un pasto. Il cibo non è solo una necessità per l'organismo, ma ha anche un valore sociale, conviviale e relazionale che non dovrebbe essere sottovalutato.
Queste sono le mie considerazioni da profana. E voi, cosa ne pensate? Trovate che l'idea di Rhinehart sia interessante, geniale o agghiacciante? O il tema vi lascia del tutto indifferenti?