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sabato 11 marzo 2017

La rivelazione più scioccante non è lo Scandalo dello Spionaggio della CIA… - Simon Black

E’ successo di nuovo – un altro scandalo di spionaggio nella terra della Libertà.
Ieri  Wikileaks ha rilasciato  8,761 documenti della CIA che rivelano in dettaglio l’atto di hackeraggio fatto dall’agenzia su telefoni intelligenti, router, computer e persino su televisori.
Questi file rivelano che la CIA può e ha violato dispositivi che dovevano essere sicuri – come iPhone, iPad e dispositivi Android.
I documenti rivelano inoltre che la CIA sta deliberatamente contaminando, con spyware, i personal computer, tra cui Windows, Mac OS / X, Solaris, Linux e altri sistemi operativi.
Stanno contaminando anche router WiFi per diffondere software che controlla le attività su Internet, ed è stato trovato anche come aggirare il software anti-virus in modo che il loro spyware non possa essere rilevato. Ma sono anche riusciti a far credere al resto del mondo,  che ci siano gli hacker russi, non la CIA,  dietro a tutto questo malware e spyware.
E’ una specie di ritorno alla vecchia Mission Impossible – “Se uno qualsiasi dei vostri agenti della Mission Impossible fosse  catturato o ucciso … daremo tutta la colpa alla Russia”.
La CIA è piuttosto senza vergogna nelle sue attività, tanto da dare nomi  – ai suoi vari programmi di hacking  come “Assassino”, “Medusa” e “Brutal Kangaroo”.
Una delle rivelazioni più inquietanti è che l’agenzia è in grado di entrare nei televisori connessi a Internet, come  il Samsung Smart TV, per mezzo di  un programma chiamato “Weeping Angel”.
Fondamentalmente la CIA può trasformare un televisore in un dispositivo di ascolto, registrando le conversazioni che avvengono nella sala e  trasmettendo l’audio a un server della CIA.
Anche se pensate che il televisore sia spento, il televisore non lo è mai.
Gli hacker della CIA sono riusciti a modificare il segnale dei tasti  ON-OFF  e ad impostare il televisore in modalità di “falso off”.
Quindi : nessun dispositivo collegato con il mondo esterno è veramente al sicuro.
E prossime pubblicazioni di Wikileaks possono dimostrare che la comunità dell’Intelligence sta hackerando gli apparecchi automatici della casa e delle automobili collegati a Internet (compreso il pilota-automatico), e le intelligenze artificiali come Alexa di Amazon.
E’ difficile stupirsi quindi se il governo sta spiando anche gli alleati e i suoi propri cittadini.
Questi sono solo gli ultimi esempi dei modelli di sorveglianza e delle violazioni costituzionali in cui è stata colta in flagranza la Comunità di Intelligence degli Stati Uniti.
Ma quello che mi sembra assolutamente più preoccupante  è la mancanza di preoccupazione della gente per la pubblicazione di questi nuovi documenti della CIA.
Ora la gente ha una aspettativa tanto bassa dal governo ed è diventata tanto abituata alle sistematiche violazioni delle loro libertà civili da parte del governo stesso , che questi scandali di spionaggio non sollevano quasi più l’ indignazione di nessuno.
Ancora più importante è  il significato che dobbiamo dare a questa mancanza di preoccupazione  sul valore della “Libertà” nella Land of the Free.  La Terra delle Libertà
Eccone un esempio-
I giovani sono tradizionalmente gli attivisti politicamente più impegnati del paese.
Ma dove sono le proteste dei tanti campus universitari che chiedono libertà e privacy?
Non sta succedendo niente.
Questo perché gli studenti universitari sono troppo occupati a protestare contro le idee di cui non vogliono nemmeno sentir parlare.
Al Middlebury College, la scorsa settimana, una piccola scuola d’arte nel Vermont, un gruppo di studenti che protestavano ha aggredito fisicamente un lettore conservatore perché si sentiva offeso dalle sue idee.
Avrebbero potuto semplicemente saltare la lezione e lasciar partecipare solo gli studenti interessati . No, hanno dovuto mostrare la loro violenta censura, sopraffacendo qualsiasi idea non conforme al loro rigido pensiero.
L’unica cosa che vogliono sentire  questi cry-bullies  sono degli apologetici uomini bianchi che si umiliano per il loro privilegio di essere bianchi.
Questa è la nuova realtà nella Terra della Libertà: la libertà si è deteriorata in qualche fantasia socialista di qualche professore che studia il gender.
Le libertà costituzionalmente garantite sono diventate irrilevanti.
Dimenticatevi della “libertà di parola”.
Ogni dissenso intellettuale che non è d’accordo con un unico intollerante punto di vista della giustizia sociale è ormai considerato  “libertà di odio”.
E il Quarto Emendamento, quello che stabilisce “il diritto del popolo ad essere sicuro nella propria persona, in casa, nei suoi documenti, negli effetti personali contro perquisizioni e sequestri ingiustificati” è diventato un lontano ricordo.
Io immagino che se un bambino, cresciuto negli anni ’80, al culmine della guerra fredda, si fosse trovato in mezzo ad uno scandalo simile, avrebbe provato un gran disgusto .
Spiare i propri cittadini e gli alleati? Questo è quello che si faceva  in Unione Sovietica!
Ma oggi, qualsiasi altra cosa  è più importante.
Bagni transgender. Mettere a tacere i discorsi di odio. Obbligare i bambini delle scuole elementari a sentirsi in colpa per il loro privilegio di essere bianchi. Il polically correct portato ai massimi limiti. #everyone-else-but-white-people’s-lives-matter (#per tutti, eccetto per i bianchi, la vita conta).
Questi sono gli argomenti che dominano la conversazione sociale, adesso nella terra della libertà.
La Privacy non è più un valore dell’Occidente.
Dopo tutto, la gente narcisisticamente mette in mostra tutta la sua vita sui social media (come se qualcuno avesse voglia di sapere quello che c’è per cena) così  Mark Zuckerberg può vendere all’asta i nostri dati al miglior offerente.
Ed è proprio questo declino dei valori che trovo più inquietante.
Tanta gente  ha la convinzione idiota che, “se non ho nulla da nascondere, non ho nulla da temere”. Questa la logica è pericolosa, per molte ragioni.
Anche l’uso della parola ‘nascondere’ è ridicolo … come se il fatto che io non carichi foto delle mie parti basse su Instagram significhi che sto “nascondendo” qualcosa.
Tutti noi abbiamo delle cose private. E’ per questo che indossiamo i vestiti, che non parliamo dei nostri soldi in una compagnia non intima e ci preoccupiamo quando il nostro numero di previdenza sociale viene rubato.
Ma ancora più importante: se non ci importa che la CIA stia monitorando i momenti più intimi delle persone, che cosa veramente deve importarci?
Continuano a camminare sul filo, e sondano sempre più a fondo nella nostra vita e stanno avvolgendo tutto il paese in uno stato di sorveglianza orwelliana.
E non si fermano … perché siamo proprio nel bel mezzo di un crollo assoluto di tutti i valori occidentali.
(autore della traduzione Bosque Primario)

lunedì 9 settembre 2013

CHI HA UTILIZZATO ARMI CHIMICHE IN SIRIA ? UNA POSSIBILE, INQUIETANTE “ALTRA VERITA’



Mentre il presidente americano Obama cerca di ottenere un voto dal Congresso che giustifichi politicamente dinanzi al popolo americano ed all'opinione pubblica mondiale l'azione militare contro la Siria, spunta un'ennesima "soffiata" in rete che, se confermata, aprirebbe scenari davvero singolari su chi potrebbe avere utilizzato armi chimiche lo scorso 21 agosto in Siria.
Tutto parte da una serie di e-mail che un hacker avrebbe intercettato e rese pubbliche on-line, secondo la nuova moda resa celebre da Wikileaks. Si tratta dello scambio di comunicazioni fra un ex-ufficiale americano, il col. Anthony J. MacDonald, da pochissime settimane ritiratosi dal servizio attivo, ed un funzionario civile del Ministero della Difesa statunitense. 

Proprio nelle ore immediatamente successive al tragico affaire che in Siria ha portato alla morte di molti civili innocenti, il funzionario Usa, Eugene Furst, il 22 agosto scorso si congratula con il colonnello del suo "più recente successo", allegando per l'appunto il link all'articolo del Washington Post del 21 agosto che dà notizia appunto del terribile episodio che rischia oggi di provocare una nuova guerra in Medio Oriente.
Un'altro scambio di e-mail, forse ancora più inquietante, è poi quello tra la moglie del colonnello Usa, Jennifer, ed un'amica, Mary Shapiro, alla cui preoccupazione per quanto accaduto in Siria, la sig.ra MacDonald risponde così:


"Ciao Mary,
ho visto e mi sono spaventata molto. Ma Tony mi ha rassicurato. Mi ha detto che i ragazzi non sono stati colpiti, è stato fatto per le telecamere. Quindi non ti preoccupare, mia cara".

Il colonnello MacDonald è un ufficiale americano con una vasta esperienza operativa nel settore dell'intelligence militare, come si ricava dai brani del suo curriculum militare pubblicati in rete, avendo operato fra l'altro in Iraq con compiti di human intelligence, lo spionaggio classico, anche presso la base di Abu Graib, relazionandosi anche con servizi stranieri e supportando, sempre per compiti di intelligence, come vice-comandante di brigata, il comando del V Corpo americano, operativo sia nella guerra contro Saddam Hussein del 2003 che nell'occupazione successiva del paese mediorientale, nonché nel conflitto afghano, dal 2012 fino allo scorso giugno 2013. Poche settimane dopo, lo scorso luglio, MacDonald si sarebbe dimesso, per essere poi assunto nel giro di pochi giorni dalla TechWise, una società di contractors, costituita nel 1994 da Shawnee Huckstep, dalla quale sarebbe stato reclutato con compiti di consulente per l'addestramento, specializzato ovviamente nel settore dell'intelligence, nell'ambito di un progetto di addestramento per un "cliente militare" collocato negli Emirati Arabi Uniti, progetto approvato dal governo americano nell'ambito della sua politica mediorientale: si tratta, con ogni probabilità, dell'addestramento che gli Usa stanno fornendo al Consiglio di Cooperazione del Golfo, una mini-Nato che riunisce i regimi conservatori arabi di orientamento sunnita del Golfo Persico, che gli Stati Uniti armano da anni in funzione anti-iraniana. Il Consiglio di Cooperazione del Golfo, infatti, viene indicato nel sito della TechWise come uno delle sue principali referenze, vale a dire come un primario cliente della società.
Tutto questo sarebbe quindi parte di un contesto che merita approfondire: vi è infatti nella e-mail di Eugene Furst al col. MacDonald un riferimento che difficilmente potrebbe essere stato fabbricato ad hoc. Il funzionario scrive:
 
"Dobbiamo lavorare sia con il teatro per le sue esigenze sia con l'organizzazione che detiene il contratto per garantire di non avere né troppo pochi né troppi contractors".
 
Seguono le indicazioni, apparentemente criptiche:

"CITP - Rock Island Contract
CIAT - DIA Contract".
 
Proviamo a cercare di capire di cosa stanno parlando qui i due personaggi, in modo da poter collocare nel suo contesto i "complimenti" per il "successo" che il col. MacDonald avrebbe ottenuto il 21 agosto scorso in Siria in una non meglio precisata operazione.
Come ormai è ben noto, gli Usa da decenni utilizzano contractors (vale a dire personale esterno a contratto) per svolgere una serie di attività militari che vanno dal supporto logistico fino all'impiego in combattimento, al punto che questo settore è da tempo divenuto un business molto redditivo per una serie di aziende, in genere fondate da ex-militari, che acquisiscono contratti milionari, reclutando personale sia di nazionalità americana che estera.
I dati forniti ad aprile 2013 dal solo U.S. Centcom, il comando operativo statunitense responsabile per il teatro mediorientale, indicano un totale di oltre 133.000 contractors, dei quali oltre 107.000 impiegati in Afghanistan, 7.900 in Iraq e oltre 17.000 in non meglio specificate "altre collocazioni": sul totale, ben 42.000 sono cittadini Usa.
Fatta questa premessa, si comprendono facilmente i riferimenti citati: infatti il Rock Island Contract è lo Army Contracting Command di Rock Island (ACC-RI), che, come spiega il suo sito web, dispone di 550 dipendenti che gestiscono oltre 80 miliardi di contratti della difesa Usa, pari all'11% dei compiti annuali dell'esercito americano. Fra le attività cui sono destinati questi veri e propri "mercenari" del governo Usa, troviamo: "Enterprise Contracting (Ammunition, Chemical Demilitarization, Installations, and Information Technology); Field Support Contracting (Logistics Civil Augmentation Program (LOGCAP), Army Prepositioned Stocks (APS), Global Reachback Contracting, the Enhanced Army Global Logistics Enterprise Program (EAGLE), and Sustainment) and Contract Operations (Business Operations, Contracting Support, and Contract Pricing)".
La sigla CITP sta poi per Counter Insurgency Targeting Programme: si tratta di una delle componenti fondamentali dei programmi di contro-insurrezione, come vengono chiamate da anni le operazioni che gli Usa e le altre forze internazionali svolgono in Afghanistan per contrastare la guerriglia di quelle forze irregolari islamiste genericamente conosciute in Occidente come "talebani". Così un'altra società di contractors spiega cosa fanno gli esperti di CITP: "gli analisti CITP conducono ricerche e analisi, raccolgono, valutano, addestrano e integrano ogni tipo di fonte di intelligence, concentrandosi su aree riferibili alle priorità nazionali e di teatro statunitensi: analisi e individuazione di reti di contro-insurrezione, individuazione di IED (ordigni esplosivi improvvisati) e attacchi alle reti (Attack the Network, AtN)". Infine, l'altra sigla, CIAT, sta per "Counter Insurgency/IED Analytical Team", vale a dire un'altra branca delle stesse attività di contro-insurrezione, messe a contratto in questo caso dal servizio di spionaggio militare Usa, appunto la Defense Intelligence Agency (DIA).
Sembra quindi del tutto plausibile che il funzionario del ministero della difesa Usa discuta con il col. MacDonald della situazione dei contractors assegnati allo US CentCom per le specifiche attività legate in particolare all'intelligence nell'ambito delle operazioni di contro-insurrezione: in entrambe i casi sono infatti attività del tutto coerenti con il curriculum militare del col. MacDonald, quale esperto di spionaggio militare, da parecchi anni operanti nel contesto mediorientale.
Si tratta ora di capire se, tra le attività che questo tipo di specialisti stanno svolgendo in Medio Oriente per conto del governo Usa, anche se formalmente con contratti presso agenzie private, non ci siano anche attività di destabilizzazione dei paesi considerati nemici, come nel caso della Siria. Un'ipotesi che abbiamo spesso avanzato nelle pagine di clarissa.it e che sarebbe ora davvero confermata nella maniera più drammatica, se queste e-mail si dimostrassero autentiche.
L'insolita durezza con cui il governo russo, questa volta, ha duramente stigmatizzato le informazioni fornite dal ministro della difesa Usa John Kerry ("mente sapendo di mentire") avrebbe dovuto far riflettere quei governi, tra cui quello italiano, che sono servilmente corsi a sottoscrivere un documento di sostegno agli Usa contro l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano.
Ancora una volta, come nel caso dell'11 settembre 2011 e dell'attacco all'Iraq è quindi del tutto legittimo il sospetto che la verità che viene raccontata all'opinione pubblica mondiale dai mass-media sia stata anche questa volta spregiudicatamente fabbricata e manipolata: basare su questa non-verità l'ennesimo impiego della forza in Medio Oriente contro un paese arabo come la Siria, laico multiconfessionale e multietnico, sarebbe veramente un ennesimo errore, di incalcolabile portata per l'Occidente.