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mercoledì 24 luglio 2024

I MONOLITI "IMPOSSIBILI. -

 

Quello che vedete in foto è probabilmente il più grande monolite artificiale sulla Terra. È lunga circa 19,60 metri e pesa 1.650 tonnellate. Si trova a Baalbek, Libano, ed esiste almeno fin dai tempi romani, se non molto prima (si parla persino di 5.000 anni fa, ma non ci sono date ferme). Le dimensioni e il peso di questo 'mostro' lasciano senza parole gli ingegneri del nostro tempo. E si chiedono come i loro "colleghi" di migliaia di anni fa siano riusciti a costruire e trasportare qualcosa di simile.
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La cosa ancora più sorprendente è che questo monolite non è unico nella zona. Nelle vicinanze c'è il cosiddetto 'Tempio di Giove'. La parte superiore del tempio è sicuramente romana, su questo non c'è dubbio. Ma il tempio romano si erge su una "base" costruita di pietre gigantesche. Ci sono 27 giganteschi blocchi di calcare alla base. Tre di loro, del peso di 1.000 tonnellate ciascuno, sono conosciuti come 'Triliton', e sono una specie di 'cintura' che racchiude tutti i blocchi. Questa costruzione ci dice che, per i costruttori, intagliare e traslocare blocchi di oltre 1.000 tonnellate non era affatto proibitivo. Evidentemente sapevano come fare, senza che crei grossi problemi.
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Le leggende di Baalbek, allegoricamente, ci raccontano che anche i popoli di un lontano passato sapevano che lì accadevano cose "non comuni". Ci sono molte leggende su Baalbek: secondo alcuni antichi manoscritti arabi, apparteneva a Nimrod, il leggendario re babilonese menzionato nella Bibbia, che ordinò la ricostruzione dopo l'alluvione, e la ricostruzione fu affidata ai Giganti. Altri testi antichi fanno risalire a Caino, che lo fondò 133 anni dopo la creazione dell'uomo, e anche qui vengono menzionati i Giganti che, secondo la tradizione, lo popolarono. Caino costruì Baalbek per trovare una via di fuga dall'ira di Yahewh.
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È probabile che gli antichi abitanti di quell'area usassero figure allegoriche come Caino, i Giganti, Yahweh, per descrivere cose che non riuscivano a capire. E anche noi oggi facciamo fatica a capire come sia possibile che semplici esseri umani abbiano usato "mostri" da 1650 tonnellate come "mattoni" (e non come obelischi, come facevano i Romani, ad esempio). Perché hanno dovuto fare una cosa del genere? Come hanno fatto a spostarli con una cera così facile? Come hanno fatto a scolpirli con tanta precisione?
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Molti credono che le antiche civiltà esistessero in varie parti della Terra, compreso il bacino mediterraneo, che probabilmente sono state spazzate via dal cambiamento climatico. La città di Nan Madol, la Grande Piramide, Gunung Padang, è probabilmente tra queste. E ci lasciano senza fiato. Anche i "monoliti colossali" di Baalbek appartengono a questa lista?
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L'articolo continua nel libro:
HOMO RELOADED - La storia nascosta degli ultimi 75.000 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10231668636889796&set=a.1113754654909

giovedì 21 marzo 2024

LE TESTE GIGANTI MISTERIOSE.

 

Alcune delle sculture che vedete nella foto, incluse altre simili, arrivano a pesare addirittura circa 50 tonnellate. Per fare un paragone, pesa come circa 4 cacciabombardieri Eurofighter armati e pronti al combattimento. La statua è stata trasportata ad almeno 150 km dalla cava in cui si trova la roccia di basalto con cui è stata realizzata. Il tutto è stato fatto almeno tra i 3.000 e i 4.000 anni fa. Ma non esistono date certe per queste teste giganti. Potrebbero anche essere molto più antiche.

Queste teste, ne sono trovate al momento 17, sono state ritrovate nella zona tropicale del Messico. Appartengono alla più antica civiltà conosciuta mesoamericana: gli Olmechi. Gli archeologi ancora oggi non sanno spiegare come sia possibile spostare in mezzo alla giungla, e quindi senza strade o sentieri, oggetti così pesanti, per un tragitto così lungo. Secondo l’attuale ricostruzione della storia del continente americano, queste popolazioni non dovevano conoscere né il ferro né la ruota. Ma allora come hanno estratto dalla cava le enormi rocce usate per costruire le statue? Come le hanno lavorate? E soprattutto, come le hanno trasportate?

Man mano che le scoperte archeologiche procedono risulta sempre più evidente che i popoli del lontano passato, in qualche modo, riuscivano a spostare blocchi dal peso enorme. In centro America gli Olmechi spostavano colossi da 50 tonnellate. Nell’Oceano Pacifico, nella città sommersa di Nan Madol, ci sono blocchi di 50 tonnellate alzati ad una decina di metri di altezza sul mare (!!). In Egitto ci sono blocchi di granito pesanti anche 80 tonnellate sollevati fino a 60 metri di altezza. Per non parlare dei monoliti “monstre” di 1.650 tonnellate della cava di pietra a Baalbek.

Evidentemente c’è ancora qualcosa che non sappiamo sul nostro passato.

L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

Puoi trovare una copia del libro a questo link
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mercoledì 18 ottobre 2023

CURIOSITÀ: come facevano gli egizi a trasportare grandi pesi?

 

Questo post è per dare una risposta e chiarire, a chi ancora avesse dei dubbi, sulle domande che spesso vengono fatte relative al trasporto.
Lasciando perdere le idee più fantasiose, che purtroppo ogni tanto si leggono su internet tipo:
1) levitazione con la forza del pensiero;
2) vibrazioni convogliate;
3) con l'aiuto degli exstraterrestri;
4) gli Atlantidei molto prima, ecc...
Potrei continuare, ma ovviamente andiamo sull'assurdo.
Molti scienziati si sono dedicati, in maniera seria, per cercare una risposta al problema dello spostamenti dei pesi enormi necessari per le grandi costruzioni dell'antico Egitto.
Infatti, uno dei principali problemi che i primi costruttori dovettero affrontare, era la necessità di spostare enormi quantità di roccia, sia per la costruzione delle piramidi che per le statue colossali che per gli obelischi, dove il peso era di molte tonnellate.
La tomba di Djehutihotep (risalente alla XII dinastia) contiene l'immagine di 172 uomini che trascinano una statua di alabastro di svariate tonnellate con una slitta.
Come si può ben vedere nella foto, i grandi pesi venivano trasportati quindi con slitte in legno lubrificate con acqua.
Voglio specificare che si tratta di operai e non di schiavi, dato che non esisteva la schiavitù, erano squadre dirette da supervisori esperti. Ne abbiamo le prove lasciate nel "villaggio degli operai" di Deir el-Medina, per esempio, dove troviamo le loro tombe con le iscrizioni delle varie mansioni.
Ci sono ancora molte cose da scoprire, ma le teorie devono essere provate da chi le afferma, cosa che succede di rado. Concludendo quindi nessun mistero, anche se più affascinante della realtà, ma solo duro lavoro dato dall'ingegno e dalla laboriosità di questo popolo meraviglioso.
Fonte: * A.Altenmüller, A. M. Moussa, Studien zur altägyptischen Kultur 18 (1991), p. 36; * Stocks, Denys A. Experiments in Egyptian Archaeology Routledge 2003. Foto web.

giovedì 22 febbraio 2018

Il Cern prepara il primo trasporto su strada dell'antimateria.

Una delle 'trappole' per l'antimateria realizzate al Cern (fonte: CERN) © Ansa
Una delle 'trappole' per l'antimateria realizzate al Cern (fonte: CERN)

Progettano per quantità record, i primi test nel 2022.

Sembra uscito dalla sceneggiatura del film 'Angeli e demoni', il nuovo progetto del Cern di Ginevra che punta a realizzare il primo trasporto su strada dell'antimateria. Nel 2022 partiranno i primi test sulle tecnologie che serviranno a 'intrappolare' una quantità record di antimateria e a caricarla in tutta sicurezza sul camion che dovrà spostarla di poche centinaia di metri: in questo modo sarà possibile portare l'antimateria a in un secondo laboratorio del Cern che studia nuclei atomici radioattivi molto rari, che decadono così in fretta da non poter essere trasportati altrove per fare esperimenti.
Grazie allo scontro con l'antimateria, sarà possibile capire le loro proprietà, le stesse che regolano anche il funzionamento delle stelle di neutroni, gli oggetti più densi dell'Universo che contengono una massa paragonabile a quella del Sole ma strizzata nel volume di una città. A raccontarlo sul sito di Nature è il coordinatore del progetto Puma (anti-Proton Unstable Matter Annihilation), il fisico Alexandre Obertelli dell'Università tecnica di Darmstadt, in Germania.
"L'antimateria di per sé è stata studiata a lungo, ma ora la padroneggiamo a sufficienza per iniziare a usarla come una sonda per studiare la materia", spiega il fisico Alexandre Obertelli che coordinerà il progetto 'Puma' (anti-Proton Unstable Matter Annihilation) al Cern di Ginevra.
Con il suo gruppo di ricerca Obertelli si propone di usare campi elettrici e magnetici per intrappolare la cifra record di un miliardo delle particelle-specchio dei protoni, gli antiprotoni, alla temperatura di quattro gradi sopra lo zero assoluto e in condizioni di vuoto paragonabili a quelle dello spazio intergalattico.
Questa gabbia dovrebbe poi essere caricata su un camion per essere trasportata a poche centinaia di metri di distanza in un secondo laboratorio del Cern dove, nell'ambito dell'esperimento Isolde, si producono nuclei atomici radioattivi molto rari, che decadono così in fretta da non poter essere trasportati altrove.
Facendoli interagire con l'antimateria, i ricercatori potrebbero capire come sono formati i loro nuclei ricchi di protoni, il cui comportamento è regolato da interazioni simili a quelle presenti nel cuore delle stelle di neutroni, che sono la chiave per comprendere come si formano gli elementi più pesanti dell'Universo.

http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/fisica_matematica/2018/02/21/il-cern-prepara-il-primo-trasporto-su-strada-dellantimateria-_fea0b8d6-241c-4b79-be88-0e914aa96e1d.html