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martedì 5 aprile 2022

Cina, la grande abbuffata di gas russo a basso costo. I colossi statali comprano carichi di Gnl di nascosto. Lo stesso accade con il petrolio. - Mauro Del Corno

 

Anche India e Pakistan hanno siglato accordi per aumentare le forniture di idrocarburi russi. Secondo operatori del settore, il Gnl russo viene venduto con uno sconto di oltre il 10% rispetto alle normali spedizioni dell'Asia settentrionale.  L'Ue ragiona su possibili nuove sanzioni. "Senza il gas russo dovremo tornare al carbone" ha detto poco fa il ministro dell'economia tedesco Robert Habeck.

Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg i principali importatori cinesi di gas stanno cercando, senza dare troppo nell’occhio, di acquistare spedizioni russe di Gnl che faticano a trovare sbocchi sui mercati occidentali e quindi vengono consegnati a prezzi particolarmente bassi. E’ solo l’ultima di una serie di notizie e dichiarazioni da cui si evince come Cina, India e Pakistan stiano approfittando della “svendita” di petrolio, gas e carbone russo. Società statali cinesi tra cui i colossi Sinopec e PetroChina si muovono per per acquistare carichi spot dalla Russia, spesso si tratta di navi già cariche che attendono la loro destinazione finale. Operazioni che verrebbero schermate da società fittizie russe per schivare sanzioni e la riprovazione internazionale. PetroChina ha rifiutato di commentare. Sinopec non ha risposto. Secondo operatori del settore, il Gnl russo viene venduto con uno sconto di oltre il 10% rispetto alle normali spedizioni dell’Asia settentrionale. Lo stesso stanno facendo diverse raffinerie cinesi ma con il petrolio russo, che stanno acquistando a buon mercato.

La Cina è un grandissimo consumatore di Gnl, prima che deflagrasse la crisi ucraina assorbiva la grandissima parte delle spedizioni. Poi, l’incremento dei prezzi spot (pronta consegna e non legati a contratti di lungo termine) sul mercato europeo di circa il 500% in un anno, hanno dirottato molti dei cariche verso i porti del vecchio continente. La Russia è collegata alla Cina dal gasdotto “Power of Siberia” e lavora con Pechino ad una nuova condotta. Al momento le dimensioni dell’infrastruttura non consentono a Mosca di dirottare il suo gas dall’Europa all’Asia. L’Unione europea sta ponderando nuove sanzioni verso la Russia, sinora il commercio di idrocarburi è rimasto sostanzialmente indenne da queste misure. Ogni giorno l’Europa paga in media circa un miliardo di euro alla Russia per le forniture di materie prime energetiche. “Senza il gas russo dovremo tornare al carbone” ha detto poco fa il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck.

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