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lunedì 1 ottobre 2012

GDF denuncia casa famiglia. La retta quotidiana era di 223 euro, beni sequestrati per 980.000 euro.




Questa vicenda di cronaca ci aiuta a capire meglio il pianeta case famiglia, dove spesso operatori senza scrupoli ricavano grossi guadagni sulla pelle di bambini a cui necessita un aiuto. Si è sempre parlato delle rette giornaliere che queste strutture lucrano su ogni bambino, ma lo spaccato fornito dal caso di Biella informa meglio di ogni immaginazione.
Il Nucleo di Polizia Tributaria di Biella, congiuntamente alla polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica, dopo indagini durate diversi mesi ha denunciato 6 persone che hanno commesso gravi irregolarità (riscontrate durante un controllo effettuato la scorsa estate) presso una Comunità Terapeutica per Minori affetti da gravi problemi neuro psichiatrici. I finanzieri hanno, inoltre, sottoposto a sequestro preventivo per equivalente più di 230.000 euro di crediti commerciali che la cooperativa vantava verso ASL e comuni delle Regioni Piemonte, Valle d'Aosta e Lombardia.
Le complesse indagini hanno permesso di provare che la comunità biellese, fin dal 2009 presentava gravi ed endemiche carenze organiche in quanto gli operatori non erano né numericamente, né professionalmente, sufficienti a garantire sicurezza ed adeguata vigilanza sui minori ricoverati nella struttura, così come previsto dalla rigorosa normativa di riferimento (DGR regione Piemonte n. 41/2004).
La comunità terapeutica per minore, che era gestita da una Cooperativa sociale, prestava, di fatto, cure ben lontane dagli standard contrattuali previsti, con una forte carenza di figure professionali quale quella dello psicologo, dello psicoterapeuta e del neuropsichiatra. Tutto ciò con la piena consapevolezza del Direttore Sanitario della struttura che, nonostante fosse a conoscenza della grave e cronica inadeguatezza numerica del personale operatore, richiedeva alle ASL competenti un aggravio della già elevata retta giornaliera pari a 223 euro più IVA per ospite, con la motivazione di "dover supervisionare più accuratamente" i minori.
Il Direttore Sanitario ed il Presidente della Cooperativa che gestiva la struttura, sono stati denunciati per i reati previsti dagli artt. 640 bis, 591 e 356 del C.P. per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abbandono di minori o incapaci e frode nelle pubbliche forniture.
Anche la posizione di due membri della Commissione di vigilanza delegata dall'ASL e di un direttore e di un ex direttore sanitario del distretto ASL è stata posta al vaglio della magistratura inquirente per omissione d'atti d'ufficio, in quanto in sede di visite ispettive le gravi carenze organiche/strutturali della comunità terapeutica non venivano rilevate, mentre quelle più lievi venivano in parte evidenziate, senza però far osservare le prescrizioni impartite, permettendo, così, la continuazione, da parte del gestore della struttura sanitaria, nel reato di truffa aggravata ai danni della sanità pubblica.
Il Pubblico Ministero, accogliendo la richiesta avanzata dalle Fiamme Gialle biellesi, ha avanzato al G.I.P., istanza di sequestro preventivo per equivalente di beni per un importo complessivo di 980.000 € che è stato reso esecutivo su 230.000 € di crediti commerciali della cooperativa.