Dopo 150 giorni in tv la candidatura con Emiliano.
È il noto principio di gravità. Chiunque venga esposto in televisione per un tempo superiore ai sette minuti per sette giorni consecutivi ha due strade davanti a sé: o Temptation Island (se giovane e inidoneo al lavoro) oppure – se attempato – la politica.
Dopo 150 giorni di virus la legge della fisica è stata rispettata e Pierluigi Lopalco, epidemiologo dall’aspetto filiforme, pignolo illustratore seriale dei nostri vizi posturali (la distanza, le mani lavate, la bocca cucita) sarà quasi certamente candidato al consiglio regionale della Puglia. Sosterrà, secondo le prime notizie accreditate, Michele Emiliano che è colui che l’ha voluto consulente per gli affari straordinari legati alla pandemia. “Centoventimila euro pubblici per farsi la campagna elettorale”, l’acido commento di Forza Italia che rivela il compenso di Lopalco per la consulenza pugliese e l’esito della stessa.
Intanto dobbiamo riferire che in Liguria Matteo Bassetti, primario del reparto di Malattie infettive del San Martino di Genova, e altro volto noto delle serate da lockdown, sembra invece negarsi questa possibilità. Bassetti, rispetto a Lopalco, non ha presenziato (e ottimamente) soltanto nei talk show, in genere più noiosetti, ma ha confortato anche Barbara D’Urso (wow!) nel suo live su Canale 5. Bassetti è poi passato per la cronaca nera di Quarto grado, che su Retequattro racconta il mondo degli scomparsi, e insomma si è fatto un bel book tv. A Genova si è perciò detto: si candiderà con Giovanni Toti, il presidente uscente. Bassetti ha però rifiutato con una dichiarazione già da gran politico: “Amo il mio lavoro e voglio continuare a farlo. La politica non mi interessa”.
Resta da dire che il capo del dream team, Roberto Burioni, il più noto e punta di diamante dei virologi polemisti, dei professori televisivi, collocato al centro del centro del fact cheking renziano, si è preso una vacanza dalla tv e attualmente scarseggia anche su Twitter il luogo di coltura del bacillo pop. Burioni, come si ricorderà, ha anche fatturato molto e giustamente: i suoi consigli (mani pulite, distanza, bocche cucite) sono stati infatti richiesti dalle maggiori aziende italiane.
Non dobbiamo farci illusioni. Da qui a fine agosto, quando le liste saranno formalizzate, altri virologi, infettivologi, immunologi saranno compulsati.
La televisione ha cooptato i migliori, coloro che con una battuta illustravano l’epidemia, con una parola la vita e la morte. I più efficaci, come il professor Massimo Galli, ancora stanno parcheggiati dietro le telecamere. In autunno l’atteso girone di ritorno in tv, se la pandemia dovessi farsi più grave e il virus tornare nelle forme più cruenti. Chi da politico, chi da candidato mancato e chi da grande promessa: tra un po’ si rinnova anche il Parlamento.
Se ognuno può fare il virologo, pur non essendolo, perchè un virologo non può scegliere di buttarsi in politica?
La politica, in effetti, è l'unico lavoro/non lavoro garantito a tutti gli effetti;
chi fa politica ha solo diritti, non ha doveri e gode di impunità.
La politica, in effetti, è l'unico lavoro/non lavoro garantito a tutti gli effetti;
chi fa politica ha solo diritti, non ha doveri e gode di impunità.
Viaggia gratis ed ha diritto anche ad un rimborso pur non avendo pagato nulla; inoltre, anche se retribuito profumatamente, ha diritto ad un gettone di presenza se si reca al lavoro, se non si reca al lavoro, stranamente, non paga nulla...
Oltretutto, e non è poco, non hanno l'obbligo come noi di dover maturare un certo numero di anni di lavoro per andare in pensione, gli basta aver fatto brevi apparizioni in Parlamento per maturarla, e, in caso di morte, la stessa viene devoluta ai parenti vicini e lontani fino a non si sa quale generazione...
Entrare a far parte del mondo della politica rappresenta un'ottima scelta, è come vincere alla lotteria, perchè non approfittarne?