lunedì 17 dicembre 2012

Tares, ecco la nuova tassa comunale. Arriva la mazzata di Capodanno. - Marco Palombi


Tares, ecco la nuova tassa comunale. Arriva la mazzata di Capodanno


Dopo l'Imposta immobiliare propria, a gennaio si pagherà ancora per l'abitazione. Un altro balzello, la "tariffa comunale sui rifiuti e i servizi", sarà calcolata in base alla grandezza dell'immobile. Sostituisce Tarsu e Tia. E sarà molto salata.

Avete appena pagato il saldo Imu o state per farlo (l’ultimo giorno utile è lunedì)? Nonostante l’incasso dovrebbe ammontare a quasi tre miliardi più del previsto, non vi potete rilassare: dal 1gennaio e per tutto il mese dovete pagare “la piccola Imu”, una nuova imposta comunale che debutta nel 2013, detta Tares, calcolata in base alla grandezza della casa (è solo la prima rata, le altre ad aprile, luglio e ottobre).
E’ la classica bomba ad orologeria: il governo Monti l’ha istituita con la manovra del dicembre 2011, ma entra in vigore con l’anno prossimo. Non c’è speranza di rinvii: alcune norme necessarie per la sua applicazione sono state inserite nella legge di stabilità. Si può già dare per certo che sarà l’ennesimo aumento di tasse, ma la faccenda va spiegata. La Tares (tariffa comunale sui rifiuti e i servizi) è una creatura bifida: da un lato sostituisce Tarsu e Tia, vale a dire le imposte sui rifiuti, dall’altro introduce un ulteriore balzello per pagare i “servizi indivisibili comunali” (illuminazione, anagrafe, verde pubblico, etc).
Partiamo dall’immondizia: per quei comuni che hanno istituito la Tia (la tariffa ambientale) gli aumenti dovrebbero essere pesanti, ma non enormi. Peccato che siano solo il 17% del totale: il resto (6.700 su circa 9.000) ha la vecchia Tarsu e per i cittadini saranno mazzate. E’ previsto, infatti, che la nuova Tares debba coprire l’intero costo del servizio. Facciamo un esempio. A Milano raccolta e smaltimento costano 271,5 milioni l’anno: nel 2011 il comune ha raccolto con la Tarsu 209 milioni, saliti a 257 con gli aumenti di quest’anno. Risultato: nel 2013 Pisapia dovrà alzare l’imposta per trovare altri 14 milioni. Nota bene: il resto dei comuni con la Tarsu sono messi mediamente assai peggio di Milano.
Finita? Macchè. Resta la parte sui servizi. Per quella si pagherà di sicuro 30 centesimi per ogni metro quadro calpestabile sull’80% di case, negozi e capannoni, ma potranno essere 40 se il comune riterrà che gli servono altri soldi. Sconti non ce ne saranno: quei soldi – un miliardo di euro il gettito previsto – il governo li ha già messi a bilancio e verranno automaticamente decurtati dai trasferimenti ai comuni per il 2013. In sostanza i sindaci stanno facendo da gabelliere per conto dello Stato. Nelle città, quasi tutte nel centronord, che hanno già fatto i conti, dicono che l’aumento medio per i comuni con la Tia sarà del 20% circa (a Firenze si parla di oltre 30 euro in più ad utente), per gli altri parecchio di più. Confcommercio ha calcolato che l’aggravio medio per gli esercizi commerciali sarà invece pari al 293%. Nei comuni, peraltro, ora è caos organizzativo: tra Imu, tagli e Tares, troppe sono le novità e le variabili per chiudere i bilanci di previsione entro fine mese e così – grazie ad un altro emendamento arrivato ieri – ai sindaci è stata concessa unaproroga fino a giugno. Una buona notizia? Per ora le rate saranno parametrate sulla vecchia tassa, la mazzata arriverà tra luglio e ottobre.
Se il servizio funzionasse, lo si pagherebbe, anche se a denti stretti, ma non funziona, allora, perchè aumentare la tassa esistente? Per battere cassa? E' da più di un anno che il governo batte cassa, ma miglioramenti non se ne vedono!

Evvai!



Questa foto arriva da Aprilia, credo che non abbia bisogno di commenti! Ci vediamo in parlamento!
Giancarlo Cancelleri Portavoce a 5 stelle.

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Eurocrisi, ora su Atene è pronta a intervenire Medici Senza Frontiere. - Francesco De Palo


Atene


L'associazione francese valuta interventi nella capitale ellenica e così la cura per la Grecia e l'Eurozona sta passando dalle mani della Troika a quelle delle grandi organizzazioni umanitarie.

Forte recessione, disoccupazione al 26%, seicentomila persone che non hanno accesso alle cure sanitarie. I numeri e le notizie che arrivano ogni giorno da Atene parlano chiaro: la spirale debiti-tagli-aiuti ha fatto della Grecia un territorio che, più che di Bruxelles, sta diventando sempre più di competenza delle grandi organizzazioni umanitarie internazionali. Quelle, cioè, che sono tradizionalmente attive nel cosiddetto “sud” del mondo, mentre nel “nord” operano prevalentemente a sostegno dei migranti o con campagne di sensibilizzazione e raccolta di fondi per poter operare.
E’ il caso di Medici Senza Frontiere (Msf),  la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo creata da medici e giornalisti in Francia nel 1971 che per missione “fornisce soccorso umanitario in più di 60 paesi a popolazioni la cui sopravvivenza è minacciata da violenze o catastrofi dovute principalmente a guerre, epidemie, malnutrizione, esclusione dall’assistenza sanitaria o catastrofi naturali”, come ricorda il sito italiano dell’associazione che sottolinea che “in tutti i paesi in cui Msf è operativa, sono in corso una o più crisi: guerre, epidemie, malnutrizione, esclusione dall’assistenza sanitaria o calamità naturali”.
Categorie che riguardano anche la Grecia, specialmente ora che il terzo memorandum siglato con i creditori internazionali rappresentati dalla Troika ha stabilito il taglio di risorse miliardarie nel comparto sanitario (meno 40%). Ma questo è solo l’ultimo dei mali di Atene. Prima dei creditori “istituzionali” sono arrivati i privati come le multinazionali del farmaco che hanno interrotto l’invio degli antitumorali al Paese in attesa del di 24 mesi di pagamenti. E ancora, sempre sul fronte sanitario, c’è il caso delle cento e più farmacie chiuse perché pignorate e dei farmaci per il malati di hiv che nella regione dell’Attica sono ormai introvabili. 
Una situazione arrivata a un punto tale che, accanto ai soccorsi ai migranti e ai rifugiati che entrano in Europa attraverso i confini greci, Medici Senza Frontiere sta ora “valutando altri interventi che rispondano a esigenze mediche ancora insoddisfatte all’interno dei gruppi vulnerabili di Atene”, come spiega Apostolos Veizis, il Responsabile Medico dell’Unità Operativa di Msf di supporto nella capitale ellenica. “Forte recessione economica, disoccupazione che ha raggiunto il 26%, seicentomila persone che non hanno accesso alle cure sanitarie”. Apostolos li conosce a memoria i numeri che hanno indotto l’organizzazione a intervenire, dopo aver risposto alla situazione di emergenza di persone senza fissa dimora con un intervento di emergenza in febbraio e aver avviato progetti di sostegno ai “migranti e rifugiati in vari punti di arrivo” con un progetto a sostegno delle autorità sanitarie greche che era stato lanciato nel marzo 2012 nel sud Peloponneso in risposta alla ripresa della malaria in Grecia, dopo quasi 40 anni in cui non se ne sentiva più parlare. 
Intanto, però, dove prima c’era la normalità, ora sono sempre più i soggetti emarginati e indifesi: senzatetto, tossicodipendenti, malati di mente, alcolisti. Inoltre povertà, disoccupazione e mancanza di sostegno sociale si sommano ai pesanti tagli di bilancio in tutti i settori. Il risultato è una “paralisi delle autorità sanitarie nell’affrontare gravi problemi di salute pubblica. Esempi sono l’epidemia di hiv tra i consumatori di droghe, ben il 1500% in più, la mancanza di screening per la tubercolosi attiva nella popolazione ad alto rischio, o la manipolazione politica dei problemi legati alla salute. Msf – aggiunge – ha ripetutamente sostenuto la necessità che il governo greco affronti i rischi per la salute pubblica sul serio”.
Ma le criticità non finiscono qui. Un numero crescente di persone in Grecia ha praticamente perso l‘accesso ai servizi sanitari, in tutto o in parte. Alcuni hanno perso il godimento di copertura sanitaria attraverso il debiti contratti o la disoccupazione. Altri cittadini, nonostante abbiano diritto a una copertura completa, si scontrano con le deficienze del Servizio sanitario nazionale. “Gli ospedali pubblici si trovano ad affrontare la crescente domanda con budget ridotti e personale stressato, le farmacie richiedono pagamenti anticipati per i farmaci. I fondi di previdenza sociale e lo Stato hanno sospeso i pagamenti per un lungo periodo”. Chi paga la crisi allora? “Anziani a basso reddito, giovani coppie, famiglie monoparentali, senza fissa dimora, le persone con problemi di salute mentale, tossicodipendenti, migranti e persone a loro carico, i disoccupati. Questi sono i più a rischio”.
Ma oltre alle criticità strettamente legate ai desiderata della Troika, ci sono anche quelle che Apostolos definisce “barriere”. Ovvero le difficoltà di accesso ai servizi sanitari, per cui molti cittadini non utilizzano i servizi per la salute, a meno che non ne abbiano urgente bisogno. L’introduzione di tariffe all’utenza è una prima barriera, si pensi al servizio telefonico per prenotare le visite specialistiche alla mutua che ha un costo di quasi due euro al minuto. “Un altro segno di declino del sistema sanitario del Paese – prosegue – è la rottura della catena di approvvigionamento farmaceutico. I tagli del governo hanno portato a carenze di molti farmaci in giro per Paese”.
Insomma, l’eurocrisi sta portando alla luce dati ed emergenze concrete che stanno modificando anche il quadro analitico da parte delle stesse ong, che stanno scegliendo di monitorare con attenzione non più solo le “classiche” aree critiche ma anche i paesi cosiddetti piigs. E alle provocazioni del partito neonazista e xenofobo di Alba dorata, Veizis replica che il lavoro di Msf si basa sui principi umanitari dell’etica medica e dell’imparzialità. “Forniamo un’assistenza medica di qualità alle persone in crisi a prescindere dalla razza, religione o appartenenza politica”.
Le associazioni umanitarie stanno dimostrando di saperci fare meglio dei governi di corrotti!

Aiuti al Monte dei Paschi, Ue: “Salvataggio necessario per stabilità sistema italiano”.


Monte dei Paschi di Siena


La Commissione dà il via libera con riserva al salvataggio pubblico della banca di Siena con una somma che equivale a quasi un quinto dell'incasso dell'Imu. L'approvazione definitiva di Bruxelles, però, arriverà solo a fronte della presentazione, entro sei mesi, di un piano di ristrutturazione dell'istituto, dove evidentemente quello appena elaborato dal direttore generale Fabrizio Viola non è ritenuto sufficiente.

Il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena “è necessario per preservare la stabilità del sistema finanziario italiano”. E’ quanto sostiene la Commissione europea che ha dato il via libera, con riserva, agli aiuti di Stato per la banca senese che sta scontando le operazioni dell’era di Giuseppe Mussari. A partire dall’acquisizione di banca Antonveneta del 2007 recentemente finita nel mirino della magistratura e per la quale i sindacati chiedono a gran voce un’azione di responsabilità per gli ex vertici.
L’approvazione definitiva di Bruxelles, però, arriverà solo a fronte della presentazione, entro sei mesi, di un piano di ristrutturazione della banca, dove evidentemente quello appena elaborato dal direttore generale Fabrizio Viola non è ritenuto sufficiente. Dopo di che Mps potrà ricevere i suoi 3,9 miliardi di euro, somma che, visto l’andamento dei conti del gruppo e le soluzioni elaborate dal governo e dalla politica in questi mesi di lunghe trattative con l’Ue, potrà salire fino a quota 4,45 miliardi di euro. Praticamente, dopo le ultime richieste della banca e la formula allunga-debito escogitata per il pagamento degli interessi, un miliardo in più della richiesta iniziale che era stata di 3,4 miliardi e poco meno di un quinto dell’incasso che, secondo le stime, il Tesoro riceverà dal pagamento dell’Imu.
Gli aiuti arriveranno attraverso i cosiddetti Monti bond, emissioni obbligazionarie della banca che verranno sottoscritte dal ministero del Tesoro e che sostituiranno, aggiungendovi 2 miliardi, i precedenti Tremonti bond, cioè gli aiuti ricevuti dal precedente ministro del Tesoro nel 2009, che Mps non è stata in grado di rimborsare. La misura consentirà alla banca di conformarsi alle raccomandazioni dell’Autorità bancaria europea (Eba) che prevede una riserva supplementare temporanea per contrastare l’esposizione al rischio sovrano. La Commissione ritiene che la ricapitalizzazione di Mps mediante strumenti ibridi di capitale sia necessaria per preservare la stabilità del sistema finanziario italiano, in linea con la comunicazione della Commissione sulle norme in materia di aiuti di Stato alle banche nel contesto della crisi finanziaria. 
L’aiuto di Stato, inoltre, come ricorda l’agenzia americana Bloomberg, consentirà al direttore generale Viola di “sostenere il bilancio della banca dopo che lui stesso non è riuscito a a trovare dei finanziatori privati“, sostegno che si affianca “alla vendita di asset e a riduzione di rischi e costi all’interno di un piano triennale per riportare liquidità nelle casse della banca” che ha chiuso i primi nove mesi del 2012 con un rosso di 1,664 miliardi. La sostanziale approvazione comunitaria, ha comunque dato slancio al titolo dell’istituto che a metà seduta guadagna il 5,65 per cento.
Continua lo scempio e lo sperpero del nostro denaro....adesso siamo preda anche della UE...come se non bastassero i nostri fottutissimi politici a renderci la vita impossibile!

domenica 16 dicembre 2012

Ingroia: “Caro Bersani, farete piazza pulita delle leggi ad personam?”



"Abrogare le leggi del privilegio. Introdurre il reato di ostruzione alla giustizia. Premiare l'economia della legalità. Confiscare i patrimoni illeciti. Solo così l'Italia potrà liberarsi da cricche, caste e mafie. Lo potrà e lo vorrà fare davvero la compagine governativa che vuole guidare, caro Bersani, al contrario di quanto non si sia fatto in passato?". Con una lettera aperta Antonio Ingroia chiede al candidato premier del centrosinistra di prendere posizione sui temi della giustizia.

di Antonio Ingroia

Caro Pierluigi Bersani, 

leggo su tutti i giornali, da mesi ormai, la Sua probabile vittoria come premier candidato dal centrosinistra alle prossime, ormai imminenti, elezioni politiche, e non posso sinceramente che augurarglielo ed augurarmelo, specie a fronte del profilarsi all'orizzonte dell'ennesima candidatura di una vecchia e nefasta conoscenza degli italiani, Silvio Berlusconi, artefice del disastro economico-finanziario, politico-istituzionale e etico-morale in cui è precipitato il Paese in questi ultimi anni. Un sisma che ha divorato dall'interno l'economia, ma anche l'anima del Paese. Un Paese che rischia di restare per sempre senza anima e senza futuro, futuro che pertanto potrebbe essere fra qualche mese nelle Sue mani. Cosa che, da una parte, mi rasserena per i rischi che pesano sull'altro piatto della bilancia, ma che, dall'altra parte, non mi tranquillizzano del tutto. 

E sa perché, pur avendo stima della Sua persona e pur essendo certo della Sua buona fede, non mi sento né tranquillo né tranquillizzato? Perché, al contrario, di molti italiani, ho esercitato in questi anni di rimozione, il vizio della memoria. Che non è solo un vizio, è anche un gusto. Il gusto della memoria, che ti consente di sentire la storia, di apprezzarla, di farne un'esperienza ed una ricchezza. Ebbene, esercitare il gusto della memoria mi consente di sentire anche il retrogusto amaro della delusione. La delusione delle tante occasioni mancate, le tante occasioni che altre coalizioni di governo di centrosinistra hanno perduto negli anni passati, appena giunte alla prova del fuoco. Quando si trattava di cambiare l'Italia, di imprimere una svolta ad un Paese, a volte stanco e sfiduciato, ma ugualmente pronto, generosamente, a credere nel cambiamento. Una fiducia nel cambiamento troppe volte frustrata anche dall'incapacità che, per ragioni che sarebbe inutile esaminare qui ed ora, il centrosinistra ha dimostrato in passato proprio su questo terreno cruciale, quello del suo dna quale forza di progresso.

Io sono un cittadino ed un magistrato. Non rappresento nessuno se non me stesso, ma ho la fortuna di portare con me, in Italia come in Guatemala, un bagaglio di valori, idee e principi, che ritengo di condividere con molti italiani, i tanti "partigiani della Costituzione" che per fortuna affollano ancora ogni angolo del nostro territorio nazionale. E che, sconsiderati o appassionati che siano, credono ancora nella possibilità di cambiare in meglio il nostro Paese. 

E quindi mi rivolgo a Lei, con l'umiltà ma anche con l'autorità che mi deriva da questo duplice ruolo di cittadino "partigiano della Costituzione" e di magistrato che discende da una generazione di uomini di Stato che hanno dato un contributo, anche di sangue, alla lotta contro i poteri criminali, per la giustizia e l'eguaglianza di tutti gli italiani, e quindi alla crescita della democrazia. E' solo in virtù di questo che mi permetto di porLe anche alcune questioni ed interrogativi a cui spero vorrà rispondere, non a me, ma agli italiani indecisi ancora se votarLa come futuro premier. 

Perché dico che l'Italia sta diventando un Paese senz'anima? Perché l'anima del Paese è la sua Costituzione, specie in un caso come il nostro, dove la carta dei principi fondamentali è densa di così tanti valori promotori di "diritti progressisti". E questa Carta dei Valori e dei Principi troppe volte è stata sfregiata, mortificata, umiliata. I cittadini sono più poveri di diritti, a partire dal principio dei principi, a fondamento di tutti gli altri in uno Stato democratico, il principio di eguaglianza, che necessita di essere ripristinato, formalmente e sostanzialmente. E per ripristinarlo occorrono alcuni provvedimenti urgenti, che dovrebbero essere i primi da approvare da una coalizione governativa che voglia davvero cambiare le cose. A cominciare dalle leggi ad personam, che a decine sono state approvate negli ultimi anni. Un'intollerabile legislazione di privilegio che ha creato praterie di impunità per i potenti, ma soprattutto ha mortificato il principio di eguaglianza dei cittadini. 

Le chiedo, la maggioranza da Lei guidata vorrà abrogare, tutte, senza esclusione alcuna, le leggi ad personam fino ad oggi approvate? Ed ancora, per parlare ancora del diritto penale, materia che mi è più congeniale per la mia passata esperienza, nel diritto anglosassone c’è un reato molto grave, l'ostruzione della giustizia, ampiamente praticata, e con successo, nel nostro Paese. Perché non introdurla anche in Italia, con pene altrettanto severe, così ampliando la figura attualmente vigente, ma inadeguata, dell'intralcio alla giustizia? 

E perché non punire, finalmente, il mercato dei voti fra candidati in campagna elettorale e mafie e lobby illegali di ogni tipo e genere? Cominciando col sanzionare seriamente lo scambio elettorale politico-mafioso, oggi solo apparentemente punito dall'attuale formulazione dell'art.416-ter del codice penale, che invece è garanzia di impunità? E perché ancora ignorare l'incriminazione dell'autoriciclaggio che consente ai colletti bianchi riciclatori di professione di farla franca? 

Ho fatto solo degli esempi minimi, ma c'è da affrontare il tema più importante del nostro Paese dentro una crisi profonda, etica ed economica. Due aspetti niente affatto indipendenti. Un Paese senza un'etica e senz'anima, come ho detto prima, un Paese senza passione, non può uscire dalla crisi dove si trova. Una crisi che perciò rischia di divenire un coma irreversibile, che non può essere curato da un medico dalle ottime cognizioni tecniche ma che, privo di passione per la giustizia e l'eguaglianza, può essere disposto, come l'attuale Premier Monti, a salvare una parte dell'organismo lasciando andare in cancrena gli organi ritenuti "meno nobili", i deboli ed i senza diritto che in Italia oggi sono sempre più poveri e meno tutelati. 

Bisogna cambiare pagina. E se si vuole la crescita dell'economia bisogna attaccare, alle radici e senza tregua, l'economia dell'illegalità, perché il "sistema Italia" è strangolato da mafie e corruzione, la vera palla al piede, la zavorra che impedisce alla nostra economia di crescere. Che respinge gli investitori esteri, che penalizza gli operatori economici puliti, che priva i lavoratori dei loro diritti. Solo se il prossimo Governo, caro Bersani, riuscirà davvero ad uscire dalla logica della convivenza col sistema politico-economico della illegalità, si potrà imprimere una spinta per la crescita. 

Premiare l'economia della legalità e confiscare i patrimoni illeciti, tutti ed in fretta. I patrimoni della mafia e dei colletti bianchi suoi complici. E le ricchezze dei corrotti. Restituire il maltolto all'Italia della legalità. Non attraverso belle dichiarazioni di principio, ma attraverso provvedimenti concreti che ripristinino ciò che è stato distrutto negli anni della rottamazione berlusconiana del diritto penale e che costruiscano un diritto propulsivo dei diritti e della crescita economica nella legalità. Anche e non solo attraverso aggiornati strumenti operativi e legislativi dentro nuovi testi unici normativi, antiriciclaggio e antimafia.

Insomma, c'è molto da fare e si può fare. Si può cambiare l'Italia. Si possono creare le premesse per un autentico rinnovo della classe dirigente, recidendone i legami col sistema criminale integrato delle mafie e della corruzione che ha schiavizzato e sfruttato il Paese. Occorre una nuova Liberazione. La liberazione dalle cricche, dalle caste e dalle mafie. Lo potrà e lo vorrà fare davvero la compagine governativa che vuole guidare, caro Bersani, al contrario di quanto non si sia fatto in passato? 


http://temi.repubblica.it/micromega-online/ingroia-caro-bersani-farete-piazza-pulita-delle-leggi-ad-personam/

Strage negli Usa, i bimbi colpiti più volte con proiettili di un fucile d'assalto.


Candele a Newtown (foto David Goldman - Ap)

Uccise 12 bimbe e 8 bimbi, tutti fra 6 e 7 anni. Il padre del killer: anche noi ci chiediamo perché.

ROMA - Dodici bimbe, otto bimbi, tutti di sei o sette anni. E poi sei adulti, del personale della scuola. Le autorità hanno reso noti inomi dei bambini uccisi venerdì nella strage di Newtown in Connecticut, negli Stati Uniti. I bimbi si chiamavano: Chase, Jesse, James, Grace, Emily, Jack, Noah, Caroline, Jessica, Avielle, Benjamin, Allison, Charlotte, Daniel, Olivia, Josephine, Ana, Dylan, Madeleine, Catherine.

Si è inoltre appreso che Adam Lanza, il killer, soffriva di disturbi mentali. Che aveva avuto un alterco con dei dipendenti della scuola. Che aveva imparato a sparare sin da piccolo dalla madre, a cui avrebbe rubato le armi che aveva in casa dopo averla uccisa con un colpo di pistola. Col passare delle ore, comincia a delinearsi con maggiore chiarezza il quadro di una delle peggiori tragedie della follia nella storia degli Stati Uniti, anche se le autorità giudiziarie continuano a diffondere informazioni con estrema cautela a un Paese che, sotto shock, vuole risposte e spiegazioni, seppure spiegazioni per un eccidio di bambini non possono esserci.

Ai giornalisti che assediano la cittadina di Newtown, il portavoce della polizia del Connecticut Paul Vance oggi ha detto che accanto al cadavere di Adam Lanza sono state trovate due pistole e un fucile d'assalto semiautomatico. Che i corpi delle vittime sono ora nell'obitorio a disposizione del coroner. E ha quindi chiesto il rispetto della privacy delle loro famiglie. Ha anche detto che sono state trovate «molte, ottime prove», per capire, ma non ha voluto al momento parlarne.

Il medico legale, Wayne Carver, ha dal canto suo detto che tutte le vittime sono state colpite più volte, in massima parte dai proiettili di un fucile d'assalto. I piccoli che ha visto, ha detto, indossavano «graziose cose da bambini». E alla domanda se hanno sofferto, il dottor Carver ha risposto: «Se sì non molto». 

La maggior parte degli elementi per ricostruire il puzzle della strage arrivano però dalla stampa. Nbc e Cnn, ad esempio, hanno fornito un elemento importante: Adam Lanza, hanno riferito funzionari del Connecticut e federali, aveva avuto il giorno prima una accesa discussione con quattro dipendenti della scuola Sandy Hook di Newtown; di cui era stato peraltro un alunno. Tre di quegli impiegati sono rimasti uccisi, mentre il quarto, che ieri non era al lavoro, viene ora interrogato dalla polizia. 

La madre di Adam Lanza, Nancy, 52 anni, trovata morta nell'abitazione che divideva con lui, non era una insegnate della scuola, come diverse fonti avevano detto all'inizio. Di certo però aveva la passione per le armi, le collezionava. È stata lei ad insegnare ad Adam a sparare. E Adam le ha sparato in faccia con una delle sue pistole. E con una delle sue pistole si è ucciso, dopo la strage. Nancy «Andava spesso al poligono con i suoi figli», ha raccontato un giardiniere, Dan Holmes, che spesso si recava a tagliare il prato nella loro casa. Questo, spiega peraltro l'agghiacciante, straordinaria efficienza di tiro del killer. Non è chiaro quanti colpi abbia sparato, ma di certo è riuscito ad uccidere tutte le persone su cui ha mirato. Una sola è sopravvissuta. Un solo ferito. Joshua Milas, che è stato a scuola con lui ma che non lo vedeva da anni, ricorda il killer come «un bravo ragazzo». Come «forse il più in gamba che abbia mai conosciuto. Probabilmente era un genio». 

Suo fratello Ryan invece ha affermato che Adam soffriva di disturbi della personalità, «di tipo autistico». Ma oltre ai tratti dell'assassino, in queste ore emergono anche elementi di eroismo da parte di alcuni dipendenti della scuola, che hanno protetto gli alunni come hanno potuto, anche facendo loro scudo con il corpo. Bambini terrorizzati. In preda ad una paura totale, paralizzante. Alcuni nei momenti più drammatici hanno vomitato, altri erano incapaci di muoversi.

Alcuni di loro però hanno reagito con coraggio. Robert Licata, padre di un alunno di prima elementare, ha raccontato che suo figlio ha visto entrare l'assassino nell'aula e sparare alla maestra. «A quel punto ha afferrato alcuni suoi amici ed è scappato dalla porta» Gli psicologi che hanno assistito la polizia ad evacuare la scuola subito dopo la strage hanno raccomandato di far uscire i bambini in fila indiana, tenendosi per mano e soprattutto con gli occhi chiusi, perch‚ non vedessero la scena attorno a loro. Ma alcuni di loro avevano i vestiti sporchi di sangue, e quindi, probabilmente, si sono drammaticamente trovati faccia a faccia con la morte. E nelle foto scattate in quei momenti avevano il terrore negli occhi.

«La nostra famiglia è in lutto accanto a quelle che sono state colpite da questa enorme tragedia», ha affermato Peter Lanza, padre del killer. «I nostri cuori sono vicini alle famiglie e agli amici che hanno perso i loro cari e a tutti coloro che sono rimasti feriti», ha affermato in un comunicato. «Non ci sono parole per esprimere quanto siamo affranti. Siamo in uno stato di incredulità, cercando di trovare qualsiasi risposta possibile. Anche noi ci chiediamo perché», ha affermato ancora, aggiungendo che la famiglia coopera «pienamente con gli inquirenti e continuerà a farlo. Come molti di voi, siamo addolorati, ma lottiamo per trovare un senso a quanto è successo».

Peter Lanza, ha divorziato nel 2009 dalla moglie Nancy, rimasta vittima del figlio Adam, e da poco si è risposato. Dopo la strage è stato interrogato dagli agenti dell'Fbi, così come l'altro figlio, Ryan. 

sabato 15 dicembre 2012

Finti 'Patch Adams', denunce vicino a Roma.


Fanpage.it - Cronaca


Grosso giro di affari grazie a contributi per bimbi malati.

ROMA - Si fingevano volontari di associazioni di 'clown therapy' per bambini malati di cancro, truffando le persone in centri commerciali, fiere e mercati. I carabinieri della stazione di Ariccia, vicino Roma, hanno denunciato, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, dieci persone che presentandosi come volontari di associazioni onlus chiedevano contributi economici per aiutare bambini malati e ricoverati nei reparti oncologici di varie strutture ospedaliere in tutta Italia.
Durante le indagini è stato appurato un giro d'affari paragonabile ad un'attività imprenditoriale con introiti economici nel corso degli anni di centinaia di migliaia di euro. Per rendere credibili i progetti benefici, i truffatori dicevano di avere collaborazioni con rinomate strutture ospedaliere a livello internazionale, come l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, poi costituitosi parte lesa presentando denuncia ai carabinieri.
Il massimo della vergogna!