giovedì 19 settembre 2013


1 kg di cosce di pollo e sottocosce

pepe nero quanto basta (facoltativo.. io non uso)

sale qb

1 tazza (tè) di olio

1 kg di quiabo lavati, asciugati e tagliati su asciugamani di carta a fettine sottili

il trucco perché non diventino pastosi, é spremere qualche goccia di limone dopo averli 

lavati e posti ad asciugare, é una reazione strana ma se sono maltrattati nel processo di

 pulitura oppure ancora umidi quando tagliati e aggiunti al soffritto o alla ricetta, rilasciano 

una sostanza tipo gommosa che non é bella visivamente.

6 spicchi d'aglio frullati in un frullatore
*
2 tazze (tè) di acqua

2 cucchiai (cucchiai) prezzemolo tritato

2 cucchiai (cucchiai) erba cipollina tritata

preparare

Pollo Condire con pepe e sale. Riserva. (io uso limone, rosmarino e sale)

In una pentola, portare l'olio per riscaldare

Friggere i pezzi di pollo fino a doratura (io aggiungo l'aglio porro tagliato a rotelle e poi a 

mezza luna, e un pochino di vino di preferenza rosso secco)

Togliere il pollo dalla padella e mettere da parte

Nella stessa padella del pollo fritto, ora soffriggere a fuoco vivo il quiabo tagliato al momento

a rotelle (essendo sicuri che sia ben asciutto, anche dalle gocce di limone) metre il fuoco é 

basso per circa 10 minuti.

Aggiungere il pollo al quiabo. Tenere la fiamma bassa e aggiungere gradualmente l'acqua 

quanto basta. Cuocere per circa 30 minuti.

Aggiungere il prezzemolo, l'erba cipollina.


Ricetta di Francesco De Agazio



Inciucio ventennale: ecco le carte segrete sull'ineleggibilità di B.

berlusconi-ineleggibile.jpg
Sono rimaste nascoste per vent 'anni negli archivi della Camera dei Deputati. E testimoniano l'osceno accordo grazie al quale la "sinistra" e Silvio Berlusconi hanno trescato sulla pelle degli italiani. Il problema dell'inadeguatezza dell'omino di Arcore a ricoprire cariche pubbliche non è stato scoperto dai primi di agosto, quando la Cassazione ha messo il bollo definitivo a uno dei suoi numerosi procedimenti penali. A partire dalla sua "discesa in campo" il suo nome è apparso negli elenchi sottoposti alla giunta per le elezioni che giudica l'incandidabilità di un parlamentare eletto.
Correva l'anno 1994 e Berlusconi era appena stato eletto. Sorgeva un problema: il deputato (e presidente del Consiglio) Silvio Berlusconi aveva nelle sue mani le tre principali reti televisive dell'emittenza privata italiana che godono di concessioni pubbliche - le frequenze Tv - pagando tra l'altro al fisco una cifra risibile. Quelle stesse tv che gli avevano spianato la strada per Palazzo Chigi potevano farlo cadere dalla poltrona visto che la legge dispone l'ineleggibilità di titolari di concessioni pubbliche. La Camera dei deputati avrebbe dovuto far rispettare la legge. E invece manco per sogno.
A sollevare il conflitto all'inizio non furono nemmeno i deputati dell'opposizione ma tre semplici cittadini. Furono presi per pazzi. Fu quella la prima volta che per Berlusconi la legge italiana (la 361 del '57)non valeva. Perché? Semplice, a giudizio della Giunta delle elezioni quella norma andava applicata "ad personam", termine che gli italiani impereranno a conoscere bene negli anni a seguire. E siccome sostiene che è ineleggibile colui che "in proprio" abbia "concessioni o autorizzazioni amministrative" ecco trovata la foglia di fico dietro la quale nascondere l'inciucio ventennale. La farsa veniva ripetuta all'indomani di ogni elezione. La giunta si riuniva e tutto finiva sempre nello stesso modo: destra e sinistra se ne fottevano della legge salvando l'impero Mediaset e la carriera politica del loro capo. E per non farsi scoprire occultavano ai cittadini le carte, con il logo della Camera dei Deputati, che attestavano l'accordo. Perché sono state secretate tutto questo tempo? Possibile che nessuno le abbia mai volute tirare fuori? Lo ha fatto il M5S: Eccole qui da scaricare. Tenetevi forte, è tutto vero.
Anno 1994, maggioranza di centrodestra. A coordinare i lavori del Comitato per l'ineleggibilità e le incompatibilità è Elio Vito, allora vicecapogruppo alla Camera, diventerà presidente del gruppo e ministro per i Rapporti col Parlamento, prima con Forza Italia poi col Pdl, per un totale di sei legislature. Illustra i ricorsi di tre cittadini "sottolineando che il Comitato medesimo all'unanimità ha convenuto sull'infondatezza dei ricorsi medesimi". Punto. La seduta termina alle 16, in tempo per fare merenda.
Anno 1996, maggioranza di centrosinistra. Viene richiamata la (mini) sessione della legislatura precedente. L'organo "ha convenuto a maggioranza sui principi richiamati ed ha quindi preso atto dell'insussistenza di ipotesi dell'ineleggibilità". Risultato? "Archiviazione per manifesta infondatezza dei reclami presentati l'eleggibilità dei deputati Berlusconi, Berruti, Dell'Utri, Martusciello, Previti e Sgarbi".
Anno 2002, maggioranza di centrodestra. Il presidente è Antonello
Soro, centrosinistra. . Sempre lo stesso film: "non sono consentite interpretazioni estensive e che l'espressione 'in proprio', di cui alla norma di legge, non si riferisce al fenomeno delle società e non può essere richiamato nei casi di partecipazioni azionarie indirette. Berlusconi salvo all'unanimità.
Anno 2006, maggioranza di centrosinistra. Lavori coordinati da Gianfranco Burchiellaro (Ulivo). Ancora una volta c'è un esposto contro Berlusconi. Sul verbale è inciso il copia-incolla dei precedenti. E quindi "il comitato ha pertanto convenuto sull'opportunità di ribadire il consolidato orientamento (...) proponendo alla Giunta di confermare il giudizio espresso sulla questione nelle tre precedenti legislature". Non sia mai. Concludendo con "l'eleggibilità del deputato Silvio Berlusconi, archiviando per infondatezza l'esposto presentato".

Il videomessaggio di Berlusconi. Pinuccio chiama e suggerisce.

I danni dell'avvento dell'euro.



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Casal di Principe, trovati rifiuti tossici in uno dei luoghi indicati dal pentito Schiavone.

trovati rifiuti a casal di principe

A Casal di Principe (Caserta) oggi si sono trovati rifiuti industriali sepolti nella zona di via Sondrio (parte da via Marsala e nella mappa è evidenziata dal cerchio a sinistra): sono lontanissimi dal campo sportivo (cerchio a destra), l’unico luogo luogo pubblicamente indicato in un’intervista da Carmine Schiavone, il pentito di camorra (ora tornato libero cittadino) che si è pentito di essersi pentito perchè, dice, nessuno ha dato seguito alle sue molteplici rivelazioni sui luoghi in cui sono state sepolte le schifezze di ogni sorta che in Campania e nel Basso Lazio avvelenano la terra e fanno morire la gente.
E’ stato un nuovo e non meglio identificato pentito ad indicare via Sondrio agli inquirenti, ma anche Schiavone – riportano le cronache – avrebbe indicato quel luogo. Cosa ci si aspetta di rinvenire lì sotto, lo si deduce indirettamente dalle tute di protezione integrale indossate dagli uomini che hanno partecipato all’operazione. Il video è dopo il “continua”, per un attimo compare anche un contatore Geiger.

A quanto riferisce Quotidiano Nazionale, oggi la ruspa ha scavato fino a sei metri circa di profondità senza incontrare radioattività. Ma il lavoro non è terminato: si conta di arrivare fino a 12 metri.
Per ora sono venuti fuori pezzi di ferro e liquidi compatibili, rispettivamente, con frammenti di bidoni e con scarti industriali. Il nuovo pentito di camorra che ora ha indicato agli inquirenti i rifiuti di via Sondrio – sempre a quanto scrive Quotidiano Nazionale – avrebbe detto di aver personalmente guidato la ruspa che ha sepolto lì il contenuto di venti autocarri, ma quello stesso terreno sarebbe stato indicato anche da Carmine Schiavone. Quotidiano Nazionale non riferisce quanto tempo fa questo sarebbe accaduto.
Quest’ultimo, nell’ormai famosa intervista a Sky Tg 24, afferma di aver rivelato con esattezza i luoghi in cui la malavita organizzata ha sepolto i rifiuti sia agli inquirenti sia, nel 1997, alla commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti. La sua audizione risulta segretata.
I deputati del Movimento Cinque Stelle hanno chiesto alla presidente della Camera, Laura Boldrini, di rimuovere il segreto. Boldrini ha dichiarato che è iniziata l’istruttoria per desecretare l’audizione di Schiavone ma che ci sono due esigenze: di dare risposte ai cittadini (ovviamente preoccupati) ma anche, afferma, di non interferire nel lavoro della magistratura.
Non posso fare a meno di aggiungere che il pentimento di Carmine Schiavone è datato 1993 e che la sua audizione davanti alla commissione parlamentare sui rifiuti avvenne nel 1997. Sedici anni fa.

'Dare è la migliore comunicazione'



'Dare è la migliore comunicazione' è il motto usato per lo spot pubblicitario dell'azienda thailandese di telecomunicazioni True Move H, un capolavoro di bellezza della durata di tre minuti.

mercoledì 18 settembre 2013

Dl cultura, M5S: “Spunta il regalo alla Melandri, 5 milioni di euro al Maxxi”.

Dl cultura, M5S: “Spunta il regalo alla Melandri, 5 milioni di euro al Maxxi”


La senatrice Lezzi denuncia il nuovo regalo alla Fondazione presieduta da Giovanna Melandri all'interno del decreto già approvato in commissione a Palazzo Madama e ora all'esame dell'Aula. L'emendamento in questione, tra l'altro, è stato presentato da Riccardo Villari del Pdl in commissione Bilancio. Altro punto contestato: la scelta di destinare 1 milione di euro all'anno per l'informatizzazione dell'archivio dei partiti.

Cinque milioni in più alla Fondazione Maxxi di Roma, presieduta dall’ex ministro (in quota Partito democratico) Giovanna Melandri. E’ quanto contenuto nell’emendamento al decreto cultura, provvedimento approvato nell’apposita commissione di Palazzo Madama e ora all’esame dell’Aula. La denuncia arriva direttamente dal Movimento 5 Stelle, e in particolare dalla senatrice Barbara Lezzi (insieme ai colleghi Elisa Bulgarelli e Ornella Bertorotta). Il Decreto legge dispone interventi urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei Beni e delle Attività Culturali. E tra le priorità, non si dimentica il sostentamento permanente della Fondazione Maxxi per cinque milioni di euro all’anno. Un ente, del resto, presieduto da una personalità politica: un dato di fatto che fa discutere e crea polemica. L’emendamento in questione, tra l’altro, è stato presentato da Riccardo Villari del Pdl in commissione Bilancio. 
Tante le polemiche anche per l’emendamento a firma Marcucci (Pd) che chiede di assegnare 1 milione di euro in più l’anno dal 2014 per la “conservazione e informatizzazione degli archivi dei partiti“. Un punto contrastato dal Movimento 5 Stelle: “E’ assurdo i partiti politici sono associazioni private” commentano Fabrizio Bocchino e Nicola Morra. “Per questo abbiamo deciso di proporre un subemendamento per di destinare quel 1 milione di euro in più a Musei, Biblioteche, Archivi di Stato e storici. “Finanziamenti alla vera cultura. Ora vedremo chi sta veramente dalla parte della cultura di tutti e chi vuole finanziare quella legata esclusivamente ai partiti”.
Il decreto, del resto, sarebbe dovuto arrivare in Aula ieri, ma nonostante il lungo iter svolto in Commissione Istruzione, il testo è rimasto bloccato nell’organismo parlamentare. Il motivo? La solita battaglia degli emendamenti, circa 330. Tra i più determinati oppositori c’era l’ex ministro Sandro Bondi. Il decreto, che era stato messo a punto dal cdm il 2 agosto, contiene disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo. Secondo Bondi, il provvedimento comporterebbe un aumento della spesa pubblica ricorrendo a nuove tasse. Il decreto prevede la istituzione della Unità Grande Pompei come elemento di coordinamento di progetti e stanziamenti anche internazionali per realizzare concretamente la messa in sicurezza dell’area archeologica. Sono anche previste nuove linee di governance e di gestione per i musei, per le fondazioni lirico-sinfoniche, per il cinema e per i teatri. Il decreto dovrà essere convertito in legge entro l’8 ottobre. Tra i problemi emersi in commissione, anche quello, avanzato dal Pdl, sulla copertura di alcuni provvedimenti previsti dal decreto. I senatori berlusconiani chiedono inoltre che venga specificato che i 500 ‘under 35′, previsti per il programma di inventariazione e digitalizzazione del Mibac, sono ‘tirocinanti’. Tutto ciò per non correre il rischio di creare 500 precari. Dal Pdl, inoltre, hanno denunciato anche poca chiarezza sulla figura del supermanager di Pompei, chiedendo che questo ruolo venga coperto da una figura dell’amministrazione dello Stato. E ora spunta la grana Maxxi.