sabato 7 novembre 2020

Joe Biden eletto presidente degli Stati Uniti.

 

Secondo le proiezioni di Cnn. Biden è presidente eletto anche secondo l'Associated Press e Nbc.

Joe Biden (IL PROFILO) è il 46mo presidente degli Stati Uniti, secondo le proiezioni di Cnn. Joe Biden è presidente eletto anche secondo l'Associated Press e Nbc. Kamala Harris entra nella storia: è la prima vicepresidente donna della storia americana.

Joe Biden ha già vinto le elezioni, ma ora Ap e altri media annunciano che il democratico ha conquistato anche il Nevada. Allo stato attuale, dispone di 290 grandi elettori.

"Il lavoro davanti a noi sarà difficile ma vi prometto questo: sarò il presidente di tutti gli americani", ha twittato Biden. "Sono onorato che gli americani mi abbiano scelto come loro presidente".

E Trump non concede la vittoria, elezioni non sono finite. La sua offensiva legale contro il risultato delle elezioni inizierà "lunedì per assicurare che le leggi elettorali siano rispettate e che venga eletto il legittimo vincitore", ha afermato Trump, assicurando che "questa elezione è lungi dall'essere finita. La vittoria di Joe Biden non è stata certificata in tutti gli Stati".

Da New York a Washington esplode l'entusiasmo in strada per la vittoria di Joe Biden. I clacson festeggiano il 46mo presidente americano fra le grida di gioia dei passanti sui marciapiedi. Folla davanti alla Casa Bianca. La piazza antistante a 1600 Pennsylvania Avenue cambia così pelle: da teatro delle proteste a teatro dei festeggiamenti. 'You're fired' ('sei licenziato') è lo slogan del popolo di Joe Biden per festeggiare per la vittoria. La frase che sta tanto a cuore all'attuale inquilino della Casa Bianca, e che lo ha reso famoso durante lo show Apprentice, viene questa volta usata contro di lui.

Usa 2020: Biden eletto presidente, festa fuori dalla Casa Bianca.

Ed è esplosa la gioia a Wilmington, la città dove vive Joe Biden, dopo la notizia della vittoria del candidato dem - IL RACCONTO DELL'INVIATO DELL'ANSA

Joe Biden e Kamala Harris sono il ticket alla presidenza che ha incassato più voti nella storia americana. Mentre lo scrutinio è ancora in corso, Biden e Harris hanno ottenuto già quasi 75 milioni di voti.

"Questa elezione riguarda molto di più Joe Biden o me. Riguarda l'anima dell'America e la nostra volontà di lottare per essa. Abbiamo molto lavoro davanti a noi. Iniziamo", ha twittato la vice presidente eletta Kamala Harris.

Kamala Harris in tenuta da jogging che parla al cellulare con Joe Biden e dice: "Ce l'abbiamo fatta! Sarai il nuovo presidente degli Stati Uniti". E' il video di qualche secondo che la vice presidente eletta ha postato sul suo account Twitter per celebrare la vittoria.

"Gli elettori hanno parlato e hanno scelto Joe Biden e Kamala Harris come nostri prossimi presidente e vicepresidente. È una squadra che ha fatto la storia, il rifiuto di Trump e una nuova pagina per l'America. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo obiettivo. Avanti, insieme", ha scritto Hillary Clinton su Twitter.

"Abbiamo salvato la repubblica! Congratulazioni a Joe Biden per la sua vittoria per l'anima del nostro paese. Congratulazioni a Kamala Harris per aver scritto la storia. È tempo di guarire e tempo di crescere insieme. E pluribus unum". Così la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi su Twitter.

"Non potrei essere più orgoglioso di congratularmi con Biden e Harris per una vittoria storica", ha affermato Barack Obama, sottolineando che Biden "ha quello che serve per essere presidente. Quando entrerà alla Casa Bianca si troverà ad affrontare una serie di sfide che nessun presidente ha mai dovuto fronteggiare".

Dopo aver rivolto le sue più "calorose congratulazioni" a Joe Biden e Kamala Harris, l'ex first lady Michelle Obama invita a ricordare che "questo è solo l'inizio". "Dopo aver festeggiato - e tutti dovremmo prenderci un momento per respirare dopo tutto quello che abbiamo passato - ricordiamoci che questo è solo l'inizio. È un primo passo. Votare in un'elezione non è una bacchetta magica, e nemmeno vincerne una", ha scritto su Twitter. "Ricordiamo - scrive l'ex first lady - che decine di milioni di persone hanno votato per lo status quo, anche quando significava sostenere bugie, odio, caos e divisione. Abbiamo molto lavoro da fare per entrare in contatto con queste persone negli anni a venire e connetterci con loro su ciò che ci unisce".

LE REAZIONI ALLA VITTORIA DI BIDEN

"Desidero esprimerLe, a nome della Repubblica italiana e mio personale, i più calorosi rallegramenti per la Sua elezione alla Presidenza degli Stati Uniti d'America. Il popolo americano ha affidato a Lei, a seguito di un confronto che ha visto una straordinaria partecipazione, il mandato di guidare gli Stati Uniti in un momento drammaticamente complesso per l'intero pianeta. La comunità internazionale ha bisogno del contributo statunitense, a lungo protagonista nel costruire le regole del multilateralismo, per affrontare una crisi senza precedenti che sta mettendo a repentaglio la salute, la vita e l'avvenire di milioni di persone". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al Presidente eletto degli Stati Uniti d' America, Joe Biden. "Sotto la sua Presidenza, sono certo, Stati Uniti e Italia - e l'intera Unione Europea - potranno ulteriormente consolidare i legami di profonda e radicata amicizia, nel nome dei comuni valori di libertà, giustizia, democrazia, che li uniscono", ha scritto ancora Mattarella. "Una vicinanza che si consolida in ogni ambito, bilaterale e multilaterale, attraverso una collaborazione multiforme - favorita anche dalla straordinaria opera della numerosa comunità di origine italiana - e tesa a promuovere i valori della sicurezza e della stabilità internazionale, dello sviluppo economico e del progresso sociale, in una prospettiva convintamente transatlantica".

"Siamo pronti a lavorare con il presidente eletto Joe Biden per rafforzare le relazioni transatlantiche. Gli Stati Uniti possono contare sull'Italia come un solido alleato e un partner strategico", ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, si congratula con Joe Biden per l'elezione a presidente degli Stati Uniti: "lavoriamo insieme", scrive in un tweet.

"La vittoria di Biden è una bella notizia", ha commentato il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.

"Congratulazioni al presidente eletto Joe Biden. L'amicizia tra Italia e Stati Uniti ha radici profonde e storiche. Pronto a continuare a lavorare per rafforzare le nostre relazioni in difesa della pace e della libertà", ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Congratulazioni a Joe Biden e Kamala Harris. Gli Usa sono il nostro più importante alleato e non vedo l'ora di lavorare insieme da vicino sulle nostre priorità comuni dal cambiamento climatico al commercio alla sicurezza", ha scritto su Twitter il premier britannico Boris Johnson.

Angela Merkel si congratula con Joe Biden e Kamala Harris. Lo ha scritto il portavoce Steffen Seibert su Twitter, postando il comunicato della cancelliera. "Mi rallegro della futura collaborazione con il presidente Biden - dice Merkel -. La nostra amicizia transatlantica è insostituibile se vogliamo superare le grandi sfide di questo tempo".

"Congratulazioni a Joe Biden e Kamala Harris. L'Ue è pronta ad impegnarsi per una forte relazione transatlantica. Covid-19, multilateralismo, cambiamenti climatici e commercio internazionale sono alcune delle sfide che l'Europa vuole affrontare insieme", ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Donald Trump già nelle ore precedenti ha continuato ad accusare ancora una volta via twitter: "Decine di migliaia di voti illegali sono stati ricevuti dopo le ore 20 dell'Election Day, cambiando i risultati in Pennsylvania e in altri Stati". A chi era chiamato a monitorare i voti non è stato consentito di farlo per decine di migliaia di schede. "Questo potrebbe cambiare il risultato in molti Stati, inclusa la Pennsylvania, che tutti pensavamo fosse stata vinta facilmente per poi vedere il vantaggio sparire senza poter monitorare per lunghi intervalli temporali cosa stava accadendo" nei seggi. "Durante quelle ore qualcosa di brutto è accaduto. Le porte sono state bloccate e le finestre sono state coperte in modo che chi doveva monitorare non ha potuto farlo". "Non c'è alcuna prova che ci siano stati brogli" o "voti illegali" alle elezioni americane, aveva detto Ellen Weintraub, componente della Commissione elettorale federale, alla Cnn. Weintraub ha parlato di "pochissime denunce" di eventuali scorrettezze, ma nessuna di queste suffragata da prove.

"Ho vinto queste elezioni, e di molto", aveva twittato il tycoon in precedenza.

https://www.ansa.it/usa_2020/notizie/2020/11/06/elezioni-usa-2020-biden-trump_594bfdf9-3409-4b1c-a9ba-093fe62b07d4.html

Calabria, il commissario alla Sanità Cotticelli in tv: “Devo fare io il piano operativo Covid? Non lo sapevo”. Conte lo sostituisce “con effetto immediato” -Thomas Mackinson

 

La surreale intervista del commissario calabrese che ha ammesso di non essere a conoscenza delle disposizioni del Governo né quante siano le terapie intensive nella regione di cui è plenipotenziario per la sanità. Lo scopre solo leggendo un documento davanti alle telecamere di Raitre. Interviene il presidente del Consiglio: "Va sostituito, voglio firmare il decreto già nelle prossime ore”. Lui si dimette.

La Calabria “zona rossa” non ha più un commissario alla Sanità. E’ stato licenziato, anzi si è dimesso, per una surreale testimonianza di incompetenza. In carica da due anni come plenipotenziario della dissestata sanità calabrese, Saverio Cotticelli scopre solo adesso, davanti alle telecamere di un giornalista di Titolo V (RaiTre), di essere stato incaricato dal governo anche del “Programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid“. Il Commissario legge l’atto ripescato nell’archivio come fosse la prima volta: “Sono io”, ammette poi e impacciato cerca di correggere il tiro dicendo di essere sul punto di realizzarlo: “La settimana prossima è pronto”. E poi aggiunge sconsolato: “Cosa vuole che le dica, dottore, tanto io domani mattina sarò cacciato”. E infatti, l’indomani, annuncia dimissioni, ma solo dopo che sul caso è intervenuto addirittura il capo del governo Conte annunciandone la rimozione al primo atto utile.

Sul caso era intervenuto anche il ministro per il Mezzogiorno Beppe Provenzano con un post su Facebook che non lasciava margini: “L’attuale Commissario alla Sanità in Calabria non può restare al suo posto un minuto in più. Il Governo darà corso alla nuova nomina, sulla base del nuovo commissariamento deciso in CdM. La Zona Rossa però è il frutto non di una decisione politica, ma di un RT elevatissimo e di gravi inadempienze nell’organizzazione regionale, nonostante le importanti risorse stanziate in questi mesi”. A stretto giro l’intervento di Conte in una nota che ufficializza la prossima defenestrazione: “Va sostituito con effetto immediato – si legge – . Anche se il processo di nomina del nuovo commissario prevede un percorso molto articolato, voglio firmare il decreto già nelle prossime ore”.

Saverio Cotticelli, generale dei Carabinieri in pensione, è stato incaricato a dicembre del 2018. E’ solo l’ultimo di una serie di commissari che in 11 anni non sono stati capaci di centrare l’obiettivo per cui erano stati incaricati: portare a termine il piano di rientro. Tanto che l’emergenza nell’emergenza continua. Il governo gli aveva rinnovato la fiducia giusto tre giorni fa, quando ha approvato in Cdm il “Decreto Calabria” bis che proroga e rafforza la gestione straordinaria della sanità per i prossimi tre anni, rinnovando quello varato a fine dell’anno scorso. Che il plenipotenziario della Sanità calabrese però non sapesse neppure le sue competenze nella più grande emergenza di sempre è effettivamente “straordinario”, come il fatto che non riuscisse a indicare i posti di terapia intensiva attualmente disponibili nella regione.

Il vice, interpellato sul punto, non fa una figura migliore. “La devi finire! Quando fai queste cose devi andare preparato”, gli dice fuori campo il sub commissario Maria Crocco che è nella stanza a fianco e smentisce ogni cifra azzardata alla rinfusa dal suo capo. “Quanti posti letto di terapia intensiva abbiamo attivato, Marì?», chiede il generale. Lei ribatte: “Non ne hai attivati, sono quelli che hai previsto nel piano”.

Puro teatro dell’assurdo. Che termina con una terza voce che segna l’atto finale. Fa il suo ingresso anche una terza persona a sostenere che i posti letto attualmente attivati sono 55, per un totale di 161. «La fonte di questa informazione chi è?», domanda il giornalista in un carosello tragicomico. “No, io faccio un altro mestiere, faccio l’usciere”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/07/calabria-il-commissario-alla-sanita-cotticelli-in-tv-devo-fare-io-il-piano-operativo-covid-non-lo-sapevo-conte-lo-sostituisce-con-effetto-immediato/5995322/

Casa di riposo degli orrori, anziani nudi e legati: sospesi titolare e tre dipendenti.

 

Casa di riposo degli orrori, anziani nudi e legati: sospesi titolare e tre dipendenti

Casa di riposo degli orrori, anziani nudi e legati: sospesi titolare e tre dipendenti
Anziani nudi lasciati per terra insieme ai loro escrementi, incastrati tra le sbarre di protezione del letto, con vistose ferite. Sono le foto, sequestrate dai carabinieri, scattate da una dipendente della casa di riposo San Camillo di Aci Sant'Antonio.

Anziani nudi lasciati per terra insieme ai loro escrementi, incastrati tra le sbarre di protezione del letto, con vistose ferite e una piaga da decubito in una paziente non adeguatamente curata e conseguentemente peggiorata nel tempo. Sono le foto, sequestrate dai carabinieri, scattate da una dipendente di un casa di riposo che hanno fatto scattare l'inchiesta della Procura di Catania. A conclusione delle indagini, eseguite tra marzo e giugno 2019, il Gip, accogliendo la richiesta dei Pm, ha disposto il divieto di esercitare l'attività imprenditoriale per 12 mesi per Giovanni Pietro Marchese, 60 anni, amministratore unico della casa di riposo San Camillo di Aci Sant'Antonio, e di esercitare la professione per nove mesi a tre dipendenti della struttura: Giovanna Giuseppina Coco, di 37 anni, e per le 41enni Rosaria Marianna Vasta e Alessandra Di Mauro.

Le immagini al centro dell'inchiesta sono state estrapolate dal cellulare della Coco, dopo che era stato sequestrato assieme ad altri apparati dai carabinieri nel luglio del 2019. Controlli eseguiti anche da militari dell'Arma hanno permesso di accertare diverse gravi irregolarita' e loro colleghi del Nil hanno trovato anche undici lavoratori utilizzati 'in nero', comprese due indagate, la Di Mauro e la Vasta, e alcune di queste deferite in stato di liberta' per aver percepito illecitamente il reddito di cittadinanza. Secondo l'accusa il personale avrebbe "maltrattato gli anziani degenti della struttura", "creato un clima abituale di vessazioni, umiliazioni e mortificazioni", "disinteressandosi della cura, anche medica, e dell'assistenza degli anziani e delle precarie condizioni igienico-sanitarie della casa di riposo, dove sono stati avvistati dei topi e gli anziani hanno contratto la scabbia, cosi' aggravando lo stato di sofferenza fisica e psichica degli ospitati".

Casa per Anziani Aci sant'Antonio-2

Tra le condotte messe in atto, in diverse occasioni, legavano i poveri anziani ai tavoli o ai letti per non farli muovere, li lavavano con l’acqua fredda o, per punizione, non li cambiavano dopo i bisogni fisiologici o li lasciavano nel letto con le lenzuola sporche, li lavavano con il sapone della lavatrice, deridendoli poi per il loro profumo di “aloe vera”. E ancora, cercavano di curare la scabbia, come da precise indicazioni del titolare, con semplici impacchi di olio di oliva invece della corretta terapia farmacologica, somministravano agli ospiti farmaci scaduti, li denigravano, mortificavano ed insultavano abitualmente e nello specifico: o “schifoso, sporco, più schifo di te non ce n’è, non mi rompere la ……….” o “che schifo di persona, che schifo, educazione zero, ora la lascio sulla sedia tutto sporco di pipì, come i porci” questo rivolto ad una persona di 100 anni che poi per punizione era costretto a mettersi a letto da solo o “è un ignorante, maleducato, facchino ed uno schifo di persona” o o minacciando un’anziana di legarla, lasciarla piena di feci e di non lavarla, sempre urlando e generando il pianto della povera donna. Tutti elementi che hanno permesso di consolidare il quadro probatorio a carico degli indagati e, così, di richiedere ed ottenere la misura cautelare concessa dal Gip del Tribunale etneo.



https://www.cataniatoday.it/cronaca/casa-riposo-maltrattamenti-anziani-san-camillo-aci-catena-6-novembre-2020.html?fbclid=IwAR0V8sJDebFOm3P1AENchmtQ7LbXvntjoSCMWR25LzDAJiv2rLyFGFFwON4

Vitalizi, Alemanno e Jervolino ora si aggiudicano un aumento. - Ilaria Proietti

 

La carica dei 50 - L’Ufficio di Presidenza della Camera rimpingua gli assegni tagliati nel 2019. La lista di chi vi ha accesso si allunga.

Chi lamentando condizioni di infermità o altri acciacchi. Chi dolendosi di essere sul lastrico tanto da non riuscire a sbarcare il lunario. Alla fine ce l’hanno fatta: grazie a una delibera dell’Ufficio di Presidenza della Camera riavranno parte del vitalizio. Così contribuendo alla demolizione del taglio degli assegni sforbiciati a partire dal 2019. La lista dei beneficiati è lunga: circa 50 tra ex deputati o loro congiunti in regime di reversibilità. Ma l’elenco di coloro che adesso possono ben sperare di riavere il malloppo potrebbe presto allungarsi.

A superare l’esame dei questori e a vedersi rimpinguare il trattamento ci sono personaggio di primo piano. Come Gianni Alemanno, esponente di An, un tempo sindaco di Roma, condannato di recente per corruzione in un processo nato da un filone dell’inchiesta Mondo di Mezzo. L’ex ministro Rosa Russo Jervolino, avvocato oltre che primo cittadino di Napoli. Falco Accame, già ammiraglio e presidente della Commissione difesa della Camera. Franco Grillini, ex deputato dei Ds e leader storico dell’Arcigay. O Stefano Menicacci, missino doc, già avvocato di Stefano Delle Chiaie.

Come è stato possibile il ritocco degli assegni? In aprile l’organo di giustizia interna della Camera, il Consiglio di Giurisdizione, ha invitato l’Amministrazione a rivedere la delibera sul taglio dei vitalizi perché ritenuta troppo rigida: originariamente la misura prevedeva che fossero in parte esentati dal giro di vite solo gli ex deputati in possesso di un doppio requisito: l’essere affetti da patologie particolarmente gravi (o invalidi al 100 per cento) e non percepire altri redditi, al di là del vitalizio, di ammontare superiore alla misura dell’assegno sociale (circa 5.900 euro lordi all’anno). Maglie ritenute troppo penalizzanti dagli ex parlamentari che infatti si sono ribellati in massa.

Come noto in 1400 hanno fatto ricorso contro la stretta voluta dal presidente della Camera, Roberto Fico. E 300 di loro, dopo il varco aperto dall’organo di giustizia interna di Montecitorio, si sono rivolti al collegio dei questori per ottenere l’agognata integrazione del vitalizio.

Di fronte alla valanga di istanze e di carte finora presentate, i questori di Montecitorio hanno elaborato criteri più morbidi, seppure proponendo un calmiere al ripristino degli aumenti, specie per i vitalizi più ricchi: a ogni modo chi potrà vantare il doppio requisito di indigenza e invalidità riotterrà al massimo il 50 per cento del vitalizio originario e il 40 se in possesso di uno soltanto dei requisiti richiesti, salvo il caso che si tratti di assegni di reversibilità o di ultraottantenni: in questo caso potrà essere aggiunto un altro 25 percento.

Ma gli altri non disperino. Perché “pur non sussistendo alcuno dei presupposti richiesti”, i questori si riservano comunque la possibilità di valutare “singole e specifiche situazioni individuali per le quali, per effetto della rideterminazione del trattamento, si sia determinata una grave e documentata compromissione delle condizioni di vita personale o familiare”.

Una delicatezza per la quale qualunque cittadino brinderebbe. Ma nel caso degli ex deputati manco è detto: chissà infatti se Alemanno si accontenterà dell’arrotondamento del quasi 10 per cento che gli è stato accordato e se la Jervolino si sentirà soddisfatta per quel 7,28 per cento in più che si ritroverà nel cedolino di novembre. Chissà se l’ex azzurra Cristina Matranga deporrà le armi ora che ha spuntato un incremento del 21 per cento che però impallidisce di fronte al 40 accordato a Franco Grillini.

E chissà se lo faranno l’altra quarantina di beneficiati dai questori tra i quali spiccano l’ex sottosegretario Dc Romeo Ricciuti, il repubblicano Adolfo Battaglia, il radicale Giuseppe Rippa, il comunista Antonio Rubbi. Sicuramente si mangeranno i gomiti per l’impresa riuscita al sodale di Giorgio Almirante, Menicacci: lui si era rivolto come un fulmine ai questori e non ottenendo risposta nei tempi previsti era tornato a bussare al Consiglio di Giurisdizione. Che in suo favore ha già sentenziato un incremento del vitalizio del 75 per cento.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/07/vitalizi-alemanno-e-jervolino-ora-si-aggiudicano-un-aumento/5995114/

Renzi, Boschi, Lotti indagati: finanziamento illecito. “Somme per l’attività della corrente politica attraverso la fondazione Open”. - Vincenzo Bisbiglia

 

A dare la notizia, il quotidiano La Verità. Poi la conferma dell'agenzia Ansa. Sono stati iscritti nel registro degli indagati presso la Procura di Firenze. A ricevere l’avviso di garanzia inviato il 2 novembre scorso anche Alberto Bianchi e Marco Carrai. Le somme, secondo gli inquirenti, erano “dirette a sostenere l’attività politica" dell'ex premier, dell'ex ministra e dell'ex ministro dello Sport.

Finanziamento illecito attraverso la Fondazione Open. Con questa accusa l’ex premier Matteo Renzi, l’ex ministra Maria Elena Boschi e l’attuale deputato del Pd, Luca Lotti, sono stati iscritti nel registro degli indagati presso la Procura di Firenze, secondo quanto riportato dal quotidiano La Verità e poi confermato anche dall’agenzia Ansa. A ricevere l’avviso di garanzia, inviato il 2 novembre scorso, anche i già indagati Alberto Bianchi e Marco Carrai, rispettivamente ex presidente e membro del consiglio direttivo della fondazione renziana, che comprendeva anche Boschi. Meno di due mesi fa, il 15 settembrela Cassazione aveva accolto il ricorso di Carrai contro il sequestro di documenti e pc nell’ambito dell’inchiesta (leggi). Le indagini, condotte dai pm Luca Turco e Antonino Nastasi, sono state assegnate al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza.

A tutti loro – riporta l’articolo firmato da Giacomo Amadori – è contestato il finanziamento illecito continuato “perché in concorso tra loro, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso (…)” Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi in quanto membri del consiglio direttivo della Fondazione Open “riferibile a Renzi Matteo (e da lui diretta), articolazione politico- organizzativa del Partito democratico (corrente renziana), ricevevano in violazione della normativa citata i seguenti contributi di denaro che i finanziatori consegnavano alla Fondazione Open”: circa 670.000 euro nel 2012, 700.000 nel 2013, 1,1 milioni nel 2014, 450.000 nel 2015, 2,1 milioni nel 2016, 1 milione nel 2017 e 1,1 milioni nel 2018.

Nell’atto prodotto dalla Guardia di Finanza, Matteo Renzi viene identificato come segretario nazionale del Partito Democratico per quasi cinque anni, nonché parlamentare del Senato. Boschi invece viene identificata quale parlamentare, componente e poi coordinatrice della segreteria nazionale del Pd. Entrambi, come noto, da circa un anno sono usciti dal Partito Democratico, fondando Italia Viva. Lotti, invece, ne fa ancora parte. Le somme, secondo gli inquirenti, erano “dirette a sostenere l’attività politica di Renzi, Boschi e Lotti e della corrente renziana”. La documentazione a cui si fa riferimento, secondo il quotidiano, sarebbe stata acquisita durante le perquisizioni subite dalla Fondazione lo scorso anno, quando i finanzieri hanno scandagliato i finanziamenti ricevuti da oltre 30 imprenditori legati da rapporti di vario tipo con Open tra il 2012 e il 2018 (anno della sua chiusura), per un somma totale raccolta di circa 7,2 milioni di euro.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/07/renzi-boschi-lotti-indagati-finanziamento-illecito-somme-per-lattivita-della-corrente-politica-attraverso-la-fondazione-open/5995205/

venerdì 6 novembre 2020

Renzi come Benigni: Denis ti voglio bene!


Lontani i tempi del comunismo, di Roberto Benigni (o meglio, di quel Roberto Benigni) e di Carlo Monni, la Toscana è pronta a rottamare il passato e a concedere alle sale cinematografiche, non appena sarà possibile, una più fresca versione del fortunatissimo Berlinguer ti voglio bene. La triste circostanza della condanna di Denis Verdini per la bancarotta del Credito cooperativo fiorentino ci offre infatti l’insperato sequel: Denis ti voglio bene. L’idea è tutta di Matteo Renzi, già pronto erede di Benigni, che ieri su Avvenire ha espresso un sentito cordoglio per i guai dell’ex alleato: “A livello personale mi dispiace molto. Una cosa che mi ha insegnato la vita è che il più grande lusso della politica non sono i voli di Stato o le auto blu, ma le relazioni umane. E io sono amico di Denis, gli voglio bene e sono vicino alla sua famiglia” (Salvini compreso, immaginiano, ndr). Il set è pronto. Non ci resta che piangere.

Le troppe giravolte di Donna Giorgia su virus e lockdown. - Andrea Scanzi

 

La scorsa settimana, alla Camera, Donna Giorgia Meloni ha detto che i veri negazionisti sono quelli al governo. Per dare ancora più forza a tale granitico assioma, ha pure citato la nota filosofa Angela da Mondello, quella diventata famosa (?) per aver detto d’estate dalla D’Urso che “non ce né Coviddì”. Ascoltiamo Donna Giorgia: “(Gli) Unici negazionisti (li ho) visti al governo. Dicevate ‘non ce n’è coviddi’. Col virus fuori controllo e gli italiani in ginocchio dopo il primo lockdown, ci siamo trovati di fronte a ministri e leader di governo negazionisti. Zingaretti dice che non ce n’è coviddi a Milano, ma poi… giù ad aperitivi. La Azzolina dice che non ce n’è coviddi, perché forse con i banchi a rotelle riesce a scappare”.

Donna Giorgia, qui, si è persino superata. Lei che accusa il governo di negazionismo è come Salvini che accusa Conte di aver sottovalutato la seconda ondata (ah no, questo è accaduto davvero). È per caso la stessa Donna Giorgia che (con Salvini e Tajani) organizzò il 2 giugno un mega assembramento col Paese intero appena uscito dal lockdown? È la stessa alleata col no mask a giorni alterni Salvini? Cosa diceva Donna Giorgia d’estate? Questo: “Non ho scaricato l’app Immuni e invito tutti a non scaricarla” (24 giugno). “Stato di emergenza? Al governo pazzi irresponsabili” (29 luglio). “Non sono negazionista ma in Europa solo noi proroghiamo l’emergenza” (29 luglio). “L’obiettivo del governo è mantenere la paura per mantenere se stesso” (19 agosto). Eccetera. Eppure, una così, ancora parla.

Il passaggio più delirante del suo intervento alla Camera, oltre alla miseria intellettuale di citare Angela da Mondello (?!?) in un luogo istituzionale, è il riferimento all’aperitivo di Zingaretti. Certo, il segretario Pd commise un errore, ma era fine febbraio. E Donna Giorgia si è guardata bene dal ricordare che Zingaretti sbagliò dieci mesi fa e non, come lei, a fine luglio. A fine febbraio quasi tutti sottovalutarono il Covid (io per primo). E la Meloni si comportò come Zingaretti. Negli stessi giorni (anzi un po’ dopo) in cui il leader Pd faceva l’aperitivo a Milano, Donna Giorgia registrava un video in inglese per esortare i turisti a venire in Italia. Eccola: “L’Italia non è la nazione con il più alto numero di contagi, ma quella con il più alto numero di contagi conosciuti, grazie al rigido protocollo che abbiamo deciso di utilizzare. Significa che siamo stati la prima nazione a isolare il virus… Non abbiate paura di venire in Italia, come noi italiani non abbiamo paura a girare su tutto il territorio nazionale, eccetto per una piccola parte della nostra nazione. Non rinunciate alla più bella meta turistica del mondo. Troverete un’Italia sana e felice”. Certo: “Sana e felice”. L’idea che la Meloni abbia ora il coraggio di accusare il governo di negazionismo, è una delle tante storture di questo Paese. Del resto Donna Giorgia è la stessa che, una settimana fa, ha sostenuto che il responsabile della situazione sia “unicamente” Giuseppe Conte. La pandemia, la crisi, le morti: è tutta colpa di Conte. Deve essere una sorta di supercattivo dei fumetti.

Siamo alla follia. Al capovolgimento totale della realtà. Alla corsa (tra Salvini e Meloni) a chi risulta più irresponsabile. Ovviamente senza mai proporre soluzioni alternative concrete. Per dirla grevemente con Filippo Rossi, leader de La Buona Destra: “È incredibile come Giorgia Meloni abbia sempre la soluzione a tutto senza mai proporre un cazzo”. Viviamo tempi orribili. E Donna Giorgia sembra sguazzarci dentro con grande agio. Beata lei.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/03/le-troppe-giravolte-di-donna-giorgia-su-virus-e-lockdown/5989381/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=scanziquotidiani&utm_term=2020-11-06