|
Riassunto del Simposio di Platone — Fonte: Getty-Images |
Nel Simposio, dialogo di Platone, il filosofo tratta il tema dell'amore (Eros). Simposio, letteralmente significa ''banchetto'' e proprio in uno dei questi, organizzato da Agatone, si discute del tema dell'amore. Presso i greci era prassi comune, infatti, scegliere un tema di cui ogni ospite doveva dare una propria opinione, facendolo un piccolo monologo. Il tema era sempre scelto dall'ospitante.
A questo banchetto partecipano oltre a Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane, Agatone (dopo di lui c'è un piccolo intervento di Alcibiade, ex allievo di Socrate) e infine Socrate, il maestro tanto lodato di Platone.
I DISCORSI DEGLI OSPITI
Il primo a parlare e a scegliere il tema è Fedro: secondo lui Eros è un dio antichissimo (come Gea, Urano e Cromo) ed è annoverato nei miti di creazione; è molto importante poiché ha proporzionato e armonizzato il mondo (lo ha abbellito).
Il secondo è Pausania: egli distingue un Eros buono, quello di Afrodite-Urania (misurato, senza eccessi o difetti) e un eros cattivo, venereo, passionale ed eccessivo.
Per il medico Erissimaco, il terzo, Eros è un sentimento (paragonato a un farmaco) che cura le anime più inquiete e travagliate, ma può renderle folli: bisogna quindi usarlo con il giusto dosaggio.
Il commediografo Aristofane è il quarto a prendere parola e racconta il mito dell'androgino.
Prima degli uomini c'erano degli altri esseri, i mostri androgini (due esseri umani attaccati tra loro, attraverso il petto), i quali potevano essere composti da due uomini, due donne oppure un uomo e una donna.
Erano molto veloci e potenti perciò sfidarono gli dei; Zeus però non fu d'accordo, li divise in due (l'ombelico è il segno di questa divisione) e disse se non avessero smesso li avrebbe divisi ulteriormente.
La conclusione è la seguente: l'amore non è altro che la ricerca dell'altra metà, la nostalgia dell'unità perduta.
Il tragediografo Agatone è il quinto a parlare e fa un discorso serio che però non ha molto effetto sui presenti.
Egli afferma che: l'amore può avere come oggetto solo il bene e chi ama deve per forza essere bellissimo; bene e bello sono identici e chi è bello ama il bene: tipica concezione del mondo greco, dove la persona più bella e più virtuosa di quella fisicamente brutta, l'aspetto esteriore “mostra” quello interiore.
A questo punto irrompe nella sala Alcibiade che, ubriaco, afferma il suo odio per il maestro: dichiara di averlo amato; Socrate aveva avuto atteggiamenti ambigui, lo aveva illuso ma non si era concesso.
E' l'unico a non fare un discorso su eros. L'ultimo e proprio Socrate, il quale, dopo essersi attirato la simpatia dei commensali, riferisce cosa gli aveva detto Diotima, sacerdotessa di Mantinea: l'amore è una relazione, un rapporto, e in quanto tale prevede la partecipazione di un amante (A) e un amato (B).
L'amore è soprattutto nell'amato che non è bello, perché all'amante manca qualcosa (l'amato). Perciò per Socrate l'amore è la ricerca continua nell'altro di ciò che non si ha.
All'inizio, l'amante ama il corpo, l'anima e le idee dell'amato, quindi l'amore è l'ascesa intellettuale della bellezza di un corpo (anche definita “Scala di Eros”), anche secondo Platone.
Amore del corpo (bello)
Amore dell’anima (bella)
Amore del sapere (bello)
Amore dell’idea di bellezza (del bello in sé)
Altro argomento contenuto nel Simposio è il mito dell’origine di Eros, secondo il quale questo dio è nato in un giorno di festa (il compleanno di Afrodite) da Poros e Penia (due dèi poco noti).
Poros gli ha dato l’intelligenza e la sagacia, mentre Penia gli ha dato la bruttezza, quindi Eros è sempre alla ricerca della bellezza.
Perciò riassumendo i discorsi degli ospiti:
Fedro: argomento mitologico (un dio antichissimo),
Pausania: Civico politico-etico (eros buono e cattivo),
Erissimaco: scientifico (farmaco),
Aristofane: mitologico (il mito dell'androgino, amore=desiderare),
Socrate: relazione tra l'amante e l'amato (ricerca continua).
https://www.studenti.it/riassunto-del-simposio-di-platone.htm