Una gigantesca catastrofe ha cancellato molte civiltà circa 12.000 anni fa, e potrebbe accadere ancora. Questo è quanto hanno scoperto diversi ricercatori recentemente. Cerchiamo di capire di cosa parliamo. Abu Hureyra è uno dei siti archeologici più importanti al mondo. Situato a Nord della Siria, è il sito archeologico dove si trovano le più antiche tracce di attività agricola da parte dell’uomo. Gli archeologi vi hanno trovato i resti di diversi tipi di cereali, inclusa la segale. Il sito è datato a circa 13.000 anni fa. Dai resti ritrovati, si nota che circa 1.300 anni dopo che era stata abitata, di colpo la popolazione di Abu Hureyra è andata via, o per qualche motivo, gran parte di essa non esisteva più.
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Fino a poco tempo fa non si capiva cosa potesse aver causato tutto questo. Analizzando i resti di Abu Hureyra, recentemente i ricercatori hanno trovato delle microsfere di vetro fuso presenti praticamente su ogni cosa, sia nei resti biologici, sia nei resti in muratura, sia sul terreno. Hanno anche trovato nanodiamanti e tracce di suessite, un minerale raro sulla Terra, ma comune nei meteoriti. Sono state rinvenute tracce di minerali ricchi di cromo, ferro, nichel, solfuri, titanio, ferro, platino e iridio, minerali che tipicamente compongono gli asteroidi.
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Per produrre le microsfere di vetro che contengano quei materiali, sono necessarie temperature superiori ai 2200 °C. Per fare dei paragoni, possiamo ricordare che l’acciaio fonde tra 1.300 °C e 1.500 °C. Il titanio fonde a circa 1.700 °C. Per capire a che temperature si formano queste microsfere, James Kennett, professore emerito di geologia all’Università di Santa Barbara, in California, ha detto: “Una temperatura così elevata scioglierebbe completamente un’automobile in meno di un minuto”. Nessun tipo di reazione “naturale”, sia chimica che d’altro genere, che si potrebbe sviluppare sulla Terra in maniera spontanea, raggiungerebbe quelle temperature. Secondo gli studiosi, l’unico evento che può generare qualcosa di simile sulla Terra è un “impatto cosmico”. Un oggetto celeste deve aver colpito le vicinanze di Abu Hureyra, disintegrando qualsiasi cosa abbia trovato sul suo cammino. Probabilmente non si è creato un cratere perché la cometa, o i suoi detriti, si sono disintegrati nell’atmosfera.
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Secondo gli studiosi, le tracce più evidenti del bombardamento di comete a livello globale consistono proprio nel ritrovamento di un numero enorme di queste microsfere di vetro, unite ad una quantità di platino molto oltre la norma. Secondo la rivista Nature, probabilmente questi impatti sono derivati da una serie di comete che hanno colpito la Terra in un breve periodo di tempo. Queste comete, che sono sostanzialmente composte di ghiaccio e di roccia, quando si avvicinano troppo al Sole, e quindi nelle vicinanze della Terra, sono portate a rompersi in migliaia di frammenti del diametro compreso tra i 10 e i 1000 metri. A causa della enorme velocità a cui viaggiano, ciascuno di questi frammenti è in grado di produrre esplosioni catastrofiche. Sono stati quindi questi frammenti di cometa a colpire la Terra, e a provocare come effetto collaterale lo Younger Dryas, una breve ma intensa era glaciale “supplementare”.
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La rivista dice testualmente: “Si ritiene che i più grandi ammassi di detriti cometari siano in grado di provocare migliaia di esplosioni aeree nell'arco di pochi minuti in un intero Emisfero Terrestre. Uno scontro [della Terra] con un tale ammasso di detriti largo un milione di chilometri sarebbe migliaia di volte più probabile di una collisione con una cometa larga 100 km o di un asteroide di 10 chilometri”. Secondo la rivista Science, l’impatto ad Abu Hureyra è stato solo uno dei numerosissimi impatti verificatisi in un breve periodo di tempo, in un raggio di oltre 14.000 km negli emisferi Nord e Sud della Terra.
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Può accadere ancora?
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L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA