...il ruolo dei Servizi segreti, l'arresto del Capo dei Capi Totò Riina. Ma anche i grandi misteri d'Italia, da Ustica al delitto Moro, passando per Gladio e per l'omicidio di Piersanti Mattarella.
Sono alcuni dei temi trattati da Massimo Ciancimino, il figlio di don Vito, ex sindaco di Palermo, nel corso dei suoi lunghi interrogatori resi ai magistrati palermitani. I ventitrè verbali, acquisiti al processo che vede imputato il generale dei carabinieri Mario Mori, sono raccolti nel libro “Nel nome del padre”, pubblicato dalla casa editrice siciliana Novantacento e distribuito da Mursia. Il volume, dopo avere inanellato tre edizioni in poco più di un mese in Sicilia, uscirà nelle librerie di tutta Italia dal 20 marzo con una nuova edizione arricchita da testi a corredo dei verbali.
I racconti di Massimo Ciancimino riscrivono quarant’anni di storia italiana e si soffermano anche sugli sfoghi privati e le "lezioni" su mafia e dintorni di Don Vito Ciancimino, il politico corleonese che avrebbe aiutato i carabinieri a scovare Totò Riina. E poi: i rapporti con i servizi segreti e quelli con l'Arma, le tante fughe di notizie, le minacce e i progetti di morte per i politici che avevano "tradito", i rapporti con Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi. C'è tutto questo e altro ancora nei ventitrè verbali e nella valanga di pizzini che Massimo Ciancimino ha firmato e consegnato ai magistrati della Procura di Palermo. Un'enorme mole di documenti e rivelazioni raccolti nel libro curato dalla redazione del mensile di inchiesta “S”, che contiene anche un'appendice con alcuni dei “pizzini” indirizzati da Bernardo Provenzano a Vito Ciancimino e consegnati dal figlio dell'ex sindaco ai magistrati palermitani.
Nella prefazione del libro, i cui testi sono curati dal giornalista Riccardo Lo Verso, si legge: “Chi è Massimo Ciancimino? Un testimone inattendibile. Un imputato che ha cercato con le sue dichiarazioni di indirizzare verso un esito a lui favorevole il processo conclusosi con la sua condanna, in primo e secondo grado. Un indagato di reato connesso che sta raccontando un mucchio di falsità. Alcuni pensano questo di lui. A cominciare, naturalmente, dalle persone che Ciancimino jr, difeso da Francesca Russo, ha tirato in ballo e che oggi sono chiamate a difendersi. Eppure ci sono i magistrati che lo interrogano e lo convocano in giro per le procure di mezza Italia. A Palermo i pubblici ministeri si sono messi a cercare, come era ovvio che fosse, riscontri alle sue dichiarazioni. La strada è lunga, ma finora è emersa la sua attendibilità”.
Sono alcuni dei temi trattati da Massimo Ciancimino, il figlio di don Vito, ex sindaco di Palermo, nel corso dei suoi lunghi interrogatori resi ai magistrati palermitani. I ventitrè verbali, acquisiti al processo che vede imputato il generale dei carabinieri Mario Mori, sono raccolti nel libro “Nel nome del padre”, pubblicato dalla casa editrice siciliana Novantacento e distribuito da Mursia. Il volume, dopo avere inanellato tre edizioni in poco più di un mese in Sicilia, uscirà nelle librerie di tutta Italia dal 20 marzo con una nuova edizione arricchita da testi a corredo dei verbali.
I racconti di Massimo Ciancimino riscrivono quarant’anni di storia italiana e si soffermano anche sugli sfoghi privati e le "lezioni" su mafia e dintorni di Don Vito Ciancimino, il politico corleonese che avrebbe aiutato i carabinieri a scovare Totò Riina. E poi: i rapporti con i servizi segreti e quelli con l'Arma, le tante fughe di notizie, le minacce e i progetti di morte per i politici che avevano "tradito", i rapporti con Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi. C'è tutto questo e altro ancora nei ventitrè verbali e nella valanga di pizzini che Massimo Ciancimino ha firmato e consegnato ai magistrati della Procura di Palermo. Un'enorme mole di documenti e rivelazioni raccolti nel libro curato dalla redazione del mensile di inchiesta “S”, che contiene anche un'appendice con alcuni dei “pizzini” indirizzati da Bernardo Provenzano a Vito Ciancimino e consegnati dal figlio dell'ex sindaco ai magistrati palermitani.
Nella prefazione del libro, i cui testi sono curati dal giornalista Riccardo Lo Verso, si legge: “Chi è Massimo Ciancimino? Un testimone inattendibile. Un imputato che ha cercato con le sue dichiarazioni di indirizzare verso un esito a lui favorevole il processo conclusosi con la sua condanna, in primo e secondo grado. Un indagato di reato connesso che sta raccontando un mucchio di falsità. Alcuni pensano questo di lui. A cominciare, naturalmente, dalle persone che Ciancimino jr, difeso da Francesca Russo, ha tirato in ballo e che oggi sono chiamate a difendersi. Eppure ci sono i magistrati che lo interrogano e lo convocano in giro per le procure di mezza Italia. A Palermo i pubblici ministeri si sono messi a cercare, come era ovvio che fosse, riscontri alle sue dichiarazioni. La strada è lunga, ma finora è emersa la sua attendibilità”.
“Nel nome del padre”
pag. 400; euro 12,90
Novantacento edizioni, Palermo
pag. 400; euro 12,90
Novantacento edizioni, Palermo
purtroppo anche le verità più "vere" possono apparire meno vere se a raccontarle è un personaggio non proprio pulito.
RispondiEliminase berlusconi dicesse che il papa non è tedesco, ma svizzero, molti dei suoi seguaci ci crederebbero.
la verità,
un'arma a doppio taglio.
PS: Buondì!
Ciao, Mandi.
RispondiEliminaIl libro è da comprare e leggere, oltre che da conservare per non dimenticare.
Sto leggendo quello di Luigi, è vero, troppi nomi di gente sconosciuta, ma interessante per capire il mondo dei reclusi.
forse mi sono spiegato male.
RispondiEliminaintendevo dire che "queste" verità, dette da lui, possono, se sapientemente manovrate dagli "interessati", perdere di consistenza.
facendo leva sul fatto che non sia proprio lindo lui, vogliono far passare per sporche anche le cose che dice.
L'avevo capito, tranquillo.
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